FABIO MARCO FABBRI: “Corea del Nord, una miccia dell’Asia orientale”

La Corea del Sud nel 2018 sospese le dimostrative esercitazioni militari. Prima di questa data tali manovre strategiche venivano generalmente effettuate in collaborazione con gli Stati Uniti, nell’ottica di porre sul piatto della bilancia delle geo-strategie un peso che potesse moderare analoghe azioni da parte della Corea del Nord e che, velatamente, avesse l’opportunità di attrarre un’adeguata attenzione degli “osservatori” cinesi. Ma una delle prime decisioni del presidente conservatore sudcoreano, Yoon Seok-youl, eletto a maggio di quest’anno, è stata quella di riprendere gli addestramenti militari. Dalla sua elezione, Yoon ha avviato un percorso politico opposto a quello tendenzialmente pacificatore, tracciato dal suo predecessore, il progressista utopista Moon Jae-in, in carica dal 2017 al 2022.

La politica espressa da Moon era incentrata sulla ricerca di un processo di pacificazione con la Rpdc, Repubblica popolare democratica di Corea (del Nord), che aveva consentito di aprire un contatto tra l’allora presidente statunitense, Donald Trump e “l’estroso” dittatore nordcoreano, Kim Jong-un. Tuttavia, l’operazione politica di riavvicinamento con Kim espressa da Moon fu, come era prevedibile, un fallimento, suggellato ad Hanoi nel 2019, dove si incontrarono Donald Trump con Kim. Comunque, il vertice di Hanoi, anche se fu un insuccesso, ha posto sul piatto dei fallimenti le parole piuttosto che le armi. Tra le trame dei dialoghi anche Seul e Pyongyang avevano sottoscritto un accordo, tramite il quale si impegnavano a sospendere ogni reciproca azione che potesse configurarsi come ostile. Furono demarcate le no fly-zone, perimetri marittimi cuscinetto e smilitarizzata l’area neutrale che separa le due Coree. Nel protocollo di accordo venne interdetta anche qualsiasi esercitazione militare nella zona di confine, con lo scopo di scagionare scontri tra i due eserciti. Ma definire insensati gli accordi con Kim Jong-un è un trattare con benevolenza gli illusi sottoscrittori sudcoreani. Tanto è che queste “promesse” si rivelarono subito poggiate su basi sabbiose.

Tuttavia, il nuovo e audace percorso politico di Yoom nei confronti di Kim si ricolloca su tracciati già visti. Infatti, si pone sullo stesso itinerario segnato, omogeneamente, dalla politica statunitense in concerto con i presidenti conservatori sudcoreani. Tale impronta ha dato a Kim, perché è a lui che arrivavano i trasferimenti di “aiuti economici”, dollari e altri “prodotti analoghi”, corroborati da assicurazioni sulla sicurezza. In cambio, si chiedeva a Pyongyang di non perseverare sul suo programma nucleare. Ma in risposta, proprio a maggio di questo anno, l’eccentrico Kim Jong-un ha dichiarato: “Le armi nucleari non sono negoziabili”.

Le risposte della Corea del Nord, che confermano un distacco totale da ogni negoziato, sono state frequenti e gravi. Per esempio, il 2 novembre Pyongyang ha lanciato 23 missili, un numero maggiore di quelli lanciati nel 2017. L’ultimo lancio il 9 novembre, quando Pyongyang ha spedito un missile balistico, intercettato visivamente dai radar sudcoreani e giapponesi. Il razzo è stato proiettato verso il Mar del Giappone, secondo quanto dichiarato dal Joint Chiefs of Staff sudcoreano – organismo molto più decisionale dell’omologo statunitense – e confermato anche dal Governo giapponese tramite Twitter. L’analisi balistica elaborata dell’esercito sudcoreano ha rivelato che il vettore ha viaggiato a una altitudine di circa 30 chilometri, a una velocità mach 6, 7.408 chilometri orari, e percorso una distanza di poco meno di trecento chilometri.

La valanga di lanci dalla Corea del Nord si è verificata in conseguenza delle grandi manovre militari esercitate dagli statunitensi e sudcoreani in una operazione congiunta mai di tali dimensioni, denominata “Watchful Storm”. Qui sono stati schierati centinaia di aerei militari, compresi i bombardieri B-1B. Le manovre di Seul e Washington sono state considerate da Kim “aggressive e provocatorie”. E interpretate, strumentalmente, come test per una prossima invasione della Corea del Nord. Questo braccio di ferro della Rpdc con la Corea del Sud ha luogo in un momento particolare per Seul: un presidente neoeletto che ancora deve dimostrare la sua adeguatezza nel gestire la “questione” nordcoreana e la tragedia della notte di Halloween a Seul che ha visto morire quasi 160 persone. Tutti fattori che non agevolano il lavoro del Governo di Seul. Inoltre, sul palcoscenico asiatico campeggia anche l’ombra della guerra in Ucraina – Seul fornirà armi a Kiev – il tentativo di Mosca di allineare Pechino, il confronto tra Cina e Stati Uniti su Taiwan. Elementi che scaldano il rischio di una crisi, ricordando quella del 2017 dove gli Stati Uniti e la Corea del Nord arrivarono vicino a uno scontro armato, compattando, inoltre, la cooperazione trilaterale tra Usa, Corea del Sud e Giappone, in funzione anti “dittatoretto locale”.

Ma quest’ossessione di Kim per i grandi missili rappresenta, forse, un suo aspetto patologico? E le micce sono accese? Sicuramente sì, ma bisogna vedere la loro lunghezza per capire “l’ora dell’esplosione”, se nessuno le bagnerà prima.

1 commento su “FABIO MARCO FABBRI: “Corea del Nord, una miccia dell’Asia orientale”

  1. Grazie Marco per questa analisi che evidenzia come nello scenario mondiale non ci sia da parte dell’America nessun intento nel fare tornare la situazione alla normalità, anzi in questo scenario di instabilità globale lontano dall’America è l’America stessa a trarne beneficio. E’ inevitabile poi che con tutte queste micce di qualcuna se ne perda il controllo. E’ triste vedere oggi quanto sino mediocri i capi di stato nel mostrare la loro potenza militare, non vedo nessuno farsi vanto dei risultati ottenuti dal proprio popolo nelle arti e nei mestieri e questo mi fa pensare che chi è al comando non ami il proprio popolo. Penso che arrivi ad essere addirittura frustrante a volte commentare azioni di calibro così infantile quanto quelle che stanno nuovamente accadendo fra le Coree. Un minimo risultato era stato ottenuto e ora siamo tornati a vedere le gesta dei mediocri.

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