MARCELLO CATALANO: “La mia testimonianza di una storia di rara umanità che ci fa toccare con mano la presenza del trascendente tra noi”

2 commenti su “MARCELLO CATALANO: “La mia testimonianza di una storia di rara umanità che ci fa toccare con mano la presenza del trascendente tra noi”

  1. Mi ha molto colpito il tuo racconto Marcello sia per la vicenda che li ha visti protagonisti sia per il segno della rana. Queste due persone, che certamente non vedremo mai nei grandi consessi internazionali dove vanno quelli che si ritengono i migliori, hanno dato a tutti noi una grande lezione morale di altruismo e fratellanza.
    Io credo davvero che la tua mamma abbia voluto mandarti un segno. E’ come se ti avesse voluto manifestare la sua presenza, il suo infinito amore per te.
    Sono davvero colpita da entrambi i fatti che hai raccontato.
    Grazie per averli condivisi con noi.

  2. La storia che racconti, caro Marcello, mi colpisce interiormente e mi emoziona e per alcuni aspetti mi suscita ricordi.
    Colpisce subito la mia fantasia il paesaggio e la visione da te descritta dei cavalli arabi che corrono liberi sul bagnasciuga di una spiaggia assolata.
    I cavalli arabi appartengono ad una razza equina tra le più antiche e spesso sono i veri protagonisti di riuscite manifestazioni tradizionalistiche e folcloristiche di appartenenza al mondo arabo.
    Il berbero del tuo racconto con gli occhi azzurri mi ricordano alcune mie conoscenze ed incontri di quando vivevo in Algeria.
    I berberi sono originari del Nord Africa e amici mi spiegavano, se ricordo bene, che i berberi non si sentono arabi e quelli che ho conosciuto provenivano dalla Regione Cabilia, una regione montagnosa nel nord Algeria e che la popolazione parla un particolare dialetto berbero.
    Quello che mi tocca più intimamente e che mi pare quasi di condividere è il tuo sentire, l’emozioni che provi nell’afferrare con mano il vero significato della Carità e Fraternità cristiana.
    La Carità che è poi l’amore cristiano che unisce tra loro gli uomini per portarli e innalzarli tutti alla Grazia del Cielo.
    La fraternità, l’affetto quasi fraterno, l’amicizia e la solidarietà nel dividere quelle poche monete così essenziali per i due nel loro vivere quotidiano.
    Si può parlare benissimo di azione trascendente come nel caso del ciondolo con le rane.
    La parola trascendente sta ad indicare qualcosa, dei fenomeni, segnali, delle premonizioni provenienti dal Divino e che l’umana mente non percepisce oppure non li vede o non li comprende affatto.
    Penso che sia questione intima di sensibilità e di credo religioso insito in ciascuno di noi.
    Credo che più ci sentiamo amati dal Signore, tanto più riusciamo a vedere con gli occhi del cuore piuttosto che con gli occhi della ragionevolezza quanto siamo calati in un mondo di carità e fraternità.

    Francesco Violini

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