Jimmy Carter viene ricordato come un Presidente debole ed insicuro. La sua permanenza alla Casa Bianca venne segnata dalla crisi degli ostaggi americani in Iran e dalla invasione sovietica dell’Afghanistan. Elementi che indussero il popolo, alla fine del suo primo mandato, a preferirgli il più empatico candidato repubblicano Reagan. Tuttavia, nonostante un clima di distensione nella Guerra Fredda con l’URSS, non esitò a boicottare le Olimpiadi a Mosca nel 1980, in ragione dell’invasione dell’Afghanistan, evidenziando principi fedeli ai propri valori cristiano-evangelici in tema di diritti umani e civili. Un comportamento ammirevole se paragonato ai sepolcri imbiancati delle leadership internazionali in merito al discusso regime qatariota che ospita i mondiali di calcio. Omosessualità illegale, punibile con il carcere, diritti dei lavoratori calpestati, tutti elementi che farebbero rizzare i capelli a qualsiasi governante all’interno della propria Nazione. Ma in nome del Dio Denaro, ogni sacrosanto principio viene meno e prevale l’interesse. La Qatar Investment Authority, il fondo sovrano qatariota, ha acquisito, dieci anni fa, il 70% del Psg per 50 milioni, senza contare la cifra maggiore che ha investito per acquistare dirigenti e calciatori come Ibrahimovic, Neymar, Messi ed anche il nostro Donnarumma. Ed è solo un piccolo tassello dell’investimento fatto dal regime del Qatar per promuovere la propria immagine nel mondo grazie al calcio. Con la complicità della Fifa. Dove sono i Macron, gli Scholz, i Biden, le Von der Layen? Certamente saranno in prima fila allo stadio di Lusail, la nuova struttura che ospiterà la finale del campionato mondiale.
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