Alcune persone sono molto angosciate nel momento in cui muoiono e dovrebbero essere aiutate ad andarsene facilmente e pacificamente se lo desiderano. Il suicidio assistito apre un pendio scivoloso per cui l’assistenza alla morte in coloro che sono in estremo disagio può espandersi a:
a) i medici decidono chi deve vivere e chi deve morire;
b) consentire alle persone con depressione o abuso di sostanze o cattive condizioni socioeconomiche, che potrebbero desiderare brevemente di morire, di farlo senza tempo e considerazione sufficienti.
Ho sempre pensato che la decisione di andare avanti con una morte assistita non dovrebbe essere presa dai medici, poiché possiamo avere pregiudizi o conflitti di interesse (come dipendenti di un ospedale, ad esempio, che possono beneficiare finanziariamente di ricoveri di durata più breve).
Ma allora, da chi dovrebbe essere realizzato? Prima di conoscere il sistema legale, pensavo che dovesse essere fatto da un giudice imparziale. Ma ora mi chiedo quanti ne esistano.
Se non c’è nessuno su cui fare affidamento per prendere la decisione… beh, forse hai creato un sistema che coinvolge un consulente religioso e uno psicologo, o coinvolgi un medico esterno?
Alla fine, tutti abbiamo dei pregiudizi, ma forse il coinvolgimento di 2 professionisti potrebbe compensare questo?
Diecimila morti in un anno non sembrano molti, ma il Canada ha un decimo della popolazione degli Stati Uniti. Negli Stati Uniti ciò equivarrebbe a 100.000.
Ciò equivale a circa una persona su 3.000 che riceve un suicidio assistito ogni anno. E il numero di coloro che si avvalgono di questa opzione, secondo il governo canadese , sta crescendo rapidamente.
Le morti assistite sono un segreto di Pulcinella nei paesi in cui non sono esplicitamente consentite. E quindi dovremmo iniziare qualsiasi discussione su questo argomento riconoscendolo.
Ecco la mia opinione: il suicidio assistito nei casi appropriati è una buona cosa. Ma può sfuggire di mano. È un pendio scivoloso e siamo già preoccupati per i metodi segreti di controllo della popolazione.
Penso che debba essere rivisto attentamente e ogni anno, e se i numeri continuano ad espandersi, soprattutto quando i partecipanti non sono malati terminali, prevedo che diventerà un grosso problema.
Forse questa è una di quelle cose che è meglio lasciare un segreto aperto?
Mery Nass è medico internista di Ellsworth, Maine, USA
https://merylnass.substack.com/p/assisted-suicide-canada-reports-a?utm_source=substack&utm_medium=email
Suicidio significa uccidere se stessi. La persona che decide di ammazzarsi è la stessa che si procura la morte. Il suicidio assistito,
ancora una volta, è un raggiro linguistico senza il quale un principio aberrante, in questo caso ammazzare una persona che per svariati motivi non è più utile, è un peso sociale, non sarebbe mai passato. Omicidio socialmente utile, è questa l’espressione corretta, nella forma e nella sostanza. Ma sono fiduciosa. Presto accetteremo anche l’espressione “omicidio socialmente utile”.