MAGDI CRISTIANO ALLAM: “Siamo un popolo di pecoroni, ma possiamo affrancarci”

Cari amici buongiorno e buona domenica del Signore. Tra le poche certezze degli italiani c’è la ferma convinzione che siamo un popolo di pecoroni, che subiscono passivamente e supinamente quello che il potere politico e mediatico ci impone, che non faranno mai una rivoluzione perché, e si cita puntualmente l’esempio opposto dei francesi, noi italiani non abbiamo gli attributi.

Il fatto che siamo un popolo di pecoroni trova fondamento nel livello culturale che tende ad abbassarsi sempre di più, al punto che oggi persino i laureati non sanno scrivere e parlare correttamente la lingua italiana; figuriamoci quanto scarsa sia la conoscenza della lingua inglese, l’idioma veicolare a livello mondiale, e di altre lingue straniere.
Per non dire del fatto che, a fronte del fatto che gli italiani sono un popolo di grafomani, con una moltitudine che ha un manoscritto nel cassetto che amerebbe pubblicare, solo una minoranza legge i libri e una minoranza ancor più esigua compra i libri. E lasciamo perdere i giornali che ormai non vengono più letti se non per un’abitudine inveterata dagli anziani, ma al riguardo prendo atto che la quasi totalità dei giornali sono fotocopie del megafono dello strapotere della grande finanza speculativa globalizzata, il committente unico della pubblicità, senza i cui proventi i mezzi di comunicazione di massa non potrebbero sopravvivere.
Va da sé che la maggioranza degli italiani si informa e si forma trangugiando acriticamente il pensiero unico e la spazzatura culturale innanzitutto della televisione, vedasi i telegiornali e il Festival di Sanremo, ma anche delle piattaforme di comunicazione e di socializzazione della Rete, preposte a praticare il lavaggio di cervello soprattutto dei bambini e dei giovani, riuscendo con successo a formattare la mente e a annichilire lo spirito.
E poi c’è l’ampia e capillare diffusione delle droghe, tabacco, hashish, cocaina, eroina ma anche l’abuso degli alcolici, che ormai vengono assunte non solo dai giovani sbandati, ma anche dai ragazzini sempre più disorientati e dagli adulti cresciuti nei decenni del permissivismo della cosiddetta rivoluzione del Sessantotto. Questa fetta significativa di popolazione italiana è facilmente influenzabile, ricattabile, assoggettabile al pensiero unico dominante.
Il conformismo che si traduce in omologazione e che assicura la sottomissione al pensiero unico trova linfa vitale nella pratica impulsiva, irrazionale, incontrollabile, che abbraccia la stragrande maggioranza degli italiani, del tifo, inteso come comportamento fazioso che prescinde da tutto e da tutti, innanzitutto del calcio o di altri sport, ma anche di altre manifestazioni, dai cellulari al cibo.
Ed è infine evidente che se il popolo italiano rassomiglia sempre di più a un gregge facilmente controllabile e che si lascia condurre dove decide lo strapotere della grande finanza speculativa globalizzata, che ormai comanda i Governi degli Stati e delle sovrastrutture mondiali quali l’Unione Europea e le Nazioni Unite, lo si deve al fatto che chi direttamente ci governa, dalle istituzioni dello Stato e nel caso dell’Italia anche la Chiesa cattolica, sono parte integrante del progetto che perpetua e accresce la nostra sottomissione, fino a essere fagocitati dal Nuovo Ordine Mondiale disumano e criminale.

Ammettiamolo: noi italiani siamo un popolo di pecoroni. Ma non è affatto vero che non lo siano i francesi o i tedeschi. Il fatto che altri siano più irruenti o violenti, non significa che, alla fine, anche i francesi e i tedeschi non abbiano subito le stesse vessazioni e non si siano lasciati ugualmente sottomettere allo strapotere della grande finanza speculativa globalizzata.
Ebbene, gli italiani, al pari dei francesi e dei tedeschi, pur nella diversità delle specificità storiche, antropologiche e politiche, possono farcela ad affrancarsi dalla malattia epidemica della pecoraggine.
Dobbiamo partire e investire nella formazione culturale per acquisire e diffondere una corretta rappresentazione della realtà, per poi elaborare e perseguire una proposta che si traduca in una migliore qualità di vita che metta al centro la vita, la dignità e la libertà.

Cari amici andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta sulla retta via, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo a far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l’Italia.

Magdi Cristiano Allam
Fondatore e Presidente della Comunità «Casa della Civiltà»

Domenica 12 febbraio 2023

4 commenti su “MAGDI CRISTIANO ALLAM: “Siamo un popolo di pecoroni, ma possiamo affrancarci”

  1. Hai ragione Magdi, condivido ogni parola. Non siamo in molti ma ci sono ancora italiani che non seguono il pensiero unico , non si lasciano manipolare dal potere che vorrebbe controllare tutto e tutti, non seguono l’onda mediatica e hanno rispetto di se stessi e della loro dignità.
    L’unione fa la forza ed è questo il messaggio che deve passare, molti hanno solo bisogno di prenderne coscienza, trovare il coraggio e farsi avanti. Buonanotte Amici

  2. Magdi carissimo, concordo pienamente. La gente, fortunatamente non tutti, ma una grande maggioranza, come tu stesso dici, è disorientata e lo è per due motivi: non ha più né fede né cultura. Non avendo più cultura, intesa in senso lato, non ha più gli strumenti per pensare e fare confronti. Non avendo più fede, non ha quei valori che guidano la vita e le scelte. Tuttavia gli esseri umani hanno bisogno di credere in qualcosa ed ecco che, facendo proprio il linguaggio della religione e leva sulla sfera emotiva, i ‘nuovi catechisti’ del pensiero unico fanno facilmente presa sulle masse inermi. La televisione è diventato il principale mezzo d’informazione questo non solo per il suo grande potere, ma anche perché le persone hanno perso la capacità di leggere, ossia sono incapaci di usare in modo efficace l’abilità di lettura per comprendere, valutare e usare le informazioni di un testo scritto. Noto come giovani e adulti tendono a sottrarsi alla ‘fatica’ della lettura, non parliamo poi della scrittura. Per quest’ultima la situazione è ancora più drammatica e i segnali per il futuro della nostra società molto preoccupanti. La scuola Italiana pre ’68 è stata accusata di nozionismo, mentre sono stati esaltati i contenuti, anche a discapito della forma. Percorrendo questa strada siamo giunti all’attuale povertà educativa, dove, insieme alle conoscenze, mancano anche i contenuti, perché con la forma si sono persi gli strumenti espressivi. Ricordo sempre con molto piacere, e come esempio di cui far tesoro, il fratello del giudice Borsellino. Durante una videoconferenza a scuola, parlando ai ragazzi della sua gioventù, raccontò che lui e il fratello nei momenti di svago facevano a gara a chi conosceva meglio a memoria la Divina Commedia. La sfida consisteva nell’iniziare recitando un verso a caso e l’altro doveva continuare. Ecco, questi erano i prodotti della scuola italiana di queli tempi e se tanto ci ha dato tanto, ossia il giudice Borsellino, allora urge un ripensamento sulle tanto demonizzate nozioni.

  3. Credo che ll popolo non sia ignorante, ma abbastanza istruito per essere sufficientemente normopatizzato, scelta che accetta volontariamente al fine di far parte di una schiera ampia riconosciuta e protetta dalla grande potenza dello strapotere della finanza politica globalizzata, e ciò, lo fa sentire al sicuro, e non solo, lo fa sentire partecipe dell’evoluzione tecnologica, scientifica, con tanto di certificazioni, permessi e pass…!

  4. Caro Magdi. Buona Domenica.
    Oggi hai detto già tutto, egregiamente, di quanto pensano su se stessi gli Italiani, e forse anche molti stranieri.
    Sono d’accordo con le tue sensate osservazioni, prese dal reale, e spero nei tuoi auspici. Certo non so se negli Italiani, nel loro DNA, non ci sia veramente un gene della pecoraggine. Dai tempi del detto “Franza o Spagna, purché se magna” o da quelli del Papa Re, o dal Ventennio, questo popolo di Santi, navigatori ed Eroi,( oggi solo quelli dell’ordinario, di chi fa il proprio dovere, di chi ha una condotta etica e morale senza secondi fini..), questo Popolo è difficile da identificare, piegato alla speculazione, al potere esterno, alla cultura della rassegnazione. Un grande passato fagocitato dal Moloch del progressismo, del relativismo, della cultura del Grande Fratello, dello Scientismo antiscientifico per pecore ignoranti, che devono rimanere tali, perché l’ignoranza è forza e la conoscenza propaganda funzionale all’autoripetizione del verbo.
    Tutto sommato, anche le rivoluzioni, come quella francese, sono funzionali al potere vero, uno sfogo, dove sibpermette che tutto cambi affinché nulla cambi.
    I risultati, come dice Magdi, sono simili alla lunga, anche in paesi rivoluzionati, come quelli che sembrano piegati. Forse noi siamo più resilienti, o più filosoficamente realisti, a volte più del re. Sappiamo meglio vivere, perciò oggi da fuori e dentro vogliono toglierci questa convinzione. Sappiamo tollerare tutto, fuorché noi stessi.
    Importante è cacciare i lupi travestiti da agnelli.

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