LA POESIA DI GIORGIO BONGIORNO: “Potessi”

Potessi
Anche solo per gioco
Leggere un lampo di eterno
In questa vita testarda che passa
Si allontana fugace
E vola oltre le avare nebbie del tempo
Restano solo ombre indifferenti
Al sublime miraggio del sogno
Qualche armonia indistinta
Sbiadite avventure
Batticuori dimenticati negli anni
Corrono senza meta nei meandri smarriti della memoria
Svaniscono insieme al sole del giorno
E segnano la sconfitta di membra
Desolate
Ai confini dell’anima

Potessi
Insinuarmi per un momento in questo
Sublime seme vitale
Recidere con la falce
Il dubbio crudele
Superbo ed insistente dei miei pensieri
Correre fra le praterie della umana follia
Senza gli inutili lamenti della gente
Cogliere l’attimo immortale
Imparare a dire parole d’amore
A dissetarmi di lunghi profumati silenzi
A gioire ancora degli innocenti intrecci bambini
A godere ore brevi di letizia
Prima del fuoco vivo del tramonto

Potessi
Pellegrino della speranza
Viaggiare leggero
Libero fra le nuvole del cielo
Ripetere la cantilena di quella preghiera
Di quella santa invocazione
Di un’infanzia lontana
Sentire quel grido
Che mi torna in mente
Così spesso
E allontanare
La primordiale angoscia del distacco
In questa vita testarda che passa
Si allontana fugace
E vola oltre le avare nebbie del tempo

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