LA POESIA DI GIORGIO BONGIORNO: “Piccola luna”

O graziosa luna, io mi rammento
Che, or volge l’anno, sovra questo colle
Io venia pien d’angoscia a rimirarti:
E tu pendevi allor su quella selva
Siccome or fai, che tutta la rischiari.

(Giacomo Leopardi)

Piccola luna dei poeti
Sono tuoi i riflessi d’argento
Sopra le nuvole del crepuscolo
Affreschi che brillano per un attimo
Prima del buio letargo della notte
È tuo quel colore limpido
Quel costante malinconico accento
Tu fiaccola remota lucente
Testimone
Ricamata da merletti di umana speranza
Disegni di carezze languide
La antica e mesta solitudine celeste
Fedele compagna
Accompagni l’emozione astrale del sogno
Nella diversa luce delle stagioni
Piccola luna dei poeti
Muta clessidra di una solenne insistente cantilena
Organo di un coro
Eco dello scorrere del tempo
Da sempre
Vegli sovrana sulle passioni dell’anima
Come una madre solerte
Antica nobile custode
Segui timida e paziente
Il loro magico percorso nel cuore
Accarezzi le dolci sensazioni dell’amore
Giochi nell’idillio dei sensi
Assonnati
E ne culli il graduale risveglio
Fino al bagliore diffuso dell’alba
Del giorno dopo
Lampada ardente
Angelico sigillo
Sul filo velato e complice dell’orizzonte terreno
*
Canto notturno di un pastore errante dell’Asia,
Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,
Silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
Contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga
Di riandare i sempiterni calli?
Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
Di mirar queste valli?…

(Giacomo Leopardi)

Foto di copertina: “”Piccola luna” dal web

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