LA POESIA DI GIORGIO BONGIORNO: “Cosa sei”

Quando ti alzi il mattino, pensa quale prezioso privilegio è essere vivi: respirare, pensare, provare gioia e amare.
(Marco Aurelio)

Che cosa sei
Se non una foglia di quelle
Che stanno cadendo
Sotto i colori dell’autunno
Fra betulle spoglie e robinie Incatenate
Sul sentiero
Antico del bosco
Cosa sei
Se non una briciola di pane
Che il vento ha già portato Lontano
Nella città si affannano gli ultimi
Sordi
Rumori della sera
Il sogno di un cielo pieno di stelle
Svanisce con un battito di Palpebre
Credevi che questo viaggio fosse
Più lungo
L’urlo indistinto di
Saracinesche srotolate fino a terra
Accompagna
Una donna che raccoglie le prime gocce
Gelate di nebbia
Qualche automobile si insinua
Pigramente
Nel mattino

Che cosa sei
Se non l’acre odore di tutto questo
Fumo intorno
Dov’è andata l’anima
Dov’è
A quest’ora la brezza dei tuoi desideri
Il ricordo di una danza interminabile
Densa di follia
Di quella spiaggia
Del viola tenue delle buganvillee
Cancelli sempre chiusi
Case adagiate sulla collina
Di quel sole insistente
Di barche addormentate sulla battigia
Dov’è il sapore dei versi
Recitati
Quasi fossero brandelli di carne
Strappati ad uno ad uno
Piano
A fare meno male
Tessere d’amore e di speranza
Nel mosaico smunto
Del lamento
Di una preghiera

Che cosa sei
Adesso
Che si avvicina il buio inesorabile
E la paura della notte
Senza luce
Vorresti vedere ancora quella creatura
Giocare con la bambola dorata
E sorridere serena
Spalancando quegli occhi che non ricordi più
Con quella voce d’angelo
Che ti pare di udire ancora

Che cosa sei
Tu
Se non un alito profumato di vento
Che passa lesto fra le fronde
Come un breve
Sommesso
Impercettibile
Respiro

Foto di copertina: Hugo Heikenwaelder, “Brigitte Bardot”

Lascia un commento

error: Questo contenuto è protetto