LA POESIA DI GIORGIO BONGIORNO: “Spighe mature”

Guardo mesto
Il solleone della pianura
Covoni di spighe mature e superbe
Intrecci dorati
Orgoglio della campagna
Somiglia questo grano
Alla struggente
Rigogliosa
Messe dei miei sogni adolescenti
Pensieri nascosti
Istanti di sogni mai nati
Immagini di rara bellezza
Radiosi sospiri dell’anima
Punte di brezza pungente
Sulla battigia dei sentimenti
Specchi di emozioni adagiati sul mare della bonaccia
Vele spiegate di un cuore giovane
Al vento del desiderio
Ebbrezza di amori lontani
Fiamme di passioni improvvise
Seppellite dall’angoscia di non avere mai vissuto
Sorrisi perduti nei meandri nascosti della vita
Angoli profumati di speranza
Adesso
Dopo il copioso raccolto
Solo ferite sempre vive che lacerano la mia carne
Uccidono il perdono della memoria
Mi riportano alla nostalgia di non aver dato
Nulla in cambio
A quelle primavere felici
Piene di germogli curiosi
Di aver sempre atteso ad ogni alba
La paura del tramonto
Non sono neanche più ricordi
Niente di gioioso da portare con me
Nel fardello delle malinconie quotidiane
In questo peregrino vagabondare fra la gente
In cerca di un altro sguardo
Di un cenno di intesa
Di un sorriso benigno
Di ciò che la vita fatica a dare
Quando mi siedo la sera sui gradini di casa
Sento tutta l’essenza degli ulivi del campo
L’eco di lontani stormi di pensieri
Chiedo all’azzurro del cielo
Alle note splendenti
E alla sublime armonia delle sue stelle
Di accompagnare
Con una tenera
Amabile carezza
Il mio composto
Pacato
Dignitoso
Dolore

Lascia un commento

error: Questo contenuto è protetto