MEZZ’ORA CULTURALE: “Gli oltre 120 mila percettori di reddito e di pensione di cittadinanza residenti in Emilia-Romagna vengano arruolati per i lavori straordinari e ordinari necessari per risollevarsi e prevenire le catastrofi ambientali (Diretta ore 17.00)”

Cari amici buongiorno e buon inizio di settimana. Oggi alle ore 17, alla Diretta “Mezz’ora culturale”, ci confronteremo sulla proposta di arruolare gli oltre 120 mila percettori di reddito o di pensione di cittadinanza residenti in Emilia-Romagna, per spalare il fango e risistemare le città alluvionate nell’immediato, e per le opere di pulitura dei fondali e degli argini dei fiumi, dei fossi e dei canali di scolo delle strade, come attività permanente per prevenire nuove alluvioni.
La partecipazione attiva dei percettori di reddito e di pensione di cittadinanza per contribuire a risollevare le sorti della loro Regione, che ha subito vittime e danni ingenti a causa delle alluvioni, sarebbe uno straordinario esempio di senso civico, di amore per la propria terra, di gratitudine nei confronti della collettività che è venuta loro incontro corrispondendo un aiuto finanziario per fronteggiare la difficoltà economica in cui versano.
Secondo la Regione Emilia-Romagna, nel 2021 i nuclei familiari che hanno percepito almeno una mensilità di reddito o pensione di cittadinanza sono stati 58.050, per un totale di 120.006 persone e un importo medio mensile di 447,62 euro.
Secondo l’Inps, l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, nel mese di gennaio 2021 in Emilia-Romagna hanno percepito il reddito di cittadinanza 34.000 nuclei familiari, con più di 73.000 persone coinvolte ed un importo medio a nucleo pari a 476 euro; i nuclei percettori di pensione di cittadinanza sono stati invece 4.721, con più di 5.000 persone coinvolte ed un importo medio di 212 euro. Complessivamente, quindi, a gennaio 2021 hanno ricevuto il beneficio più di 38.000 nuclei, con più di 78.000 persone coinvolte e un importo medio pari a 444 euro.
Attualmente, secondo l’Agenzia Ansa, partecipano alle operazioni di soccorso in Emilia Romagna 879 vigili del fuoco, di cui 696 giunti in rinforzo da altri Comandi: 244 sono al lavoro nella provincia di Forlì e 326 in quella di Ravenna, i territori dove permangono le maggiori criticità.
Sono attivi 150 soccorritori acquatici, 50 esperti nelle operazioni di prosciugamento con pompe e idrovore, 16 i Posti di comando avanzato.
Dei mezzi impiegati attualmente nei luoghi colpiti dal maltempo, 35 sono piccoli natanti, 3 gli anfibi, 1 hovercarft, 3 gli elicotteri e 12 i droni. Sono 4.963 gli interventi effettuati finora: 1.148 a Bologna, 2.089 a Ravenna, 1.362 a Forlì Cesena, 364 a Rimini.
Poi ci sono i volontari che hanno passato la domenica con gli stivali nel fango, a spalare e a pulire, a cercare di salvare il salvabile, a pensare a come ripartire. L’acqua lentamente si ritira da Faenza, Forlì, Cesena e dagli altri luoghi più pesantemente colpiti. E’ ancora invece molto presente a Ravenna e dintorni, ma il pericolo che tutta la città vada sott’acqua sembra per il momento scongiurato.
L’attenzione, però, non si abbassa. Anche per oggi è stata infatti confermata l’allerta rossa dalla protezione civile: non solo e non tanto per le deboli precipitazioni sparse che potrebbero esserci, quanto perché rimangono gravi criticità idrogeologiche e idrauliche. A cominciare dalla montagna e dalla collina che rappresentano un problema enorme: ci sono infatti oltre 300 frane censite sul territorio.

Diverse fonti di informazione hanno applaudito i giovani che partecipano alla pulizia delle strade spalando il fango.
Il Presidente del Senato Ignazio La Russa ha proposto ai giovani della sedicente associazione “Ultima Generazione”, che il 2 gennaio imbrattarono di vernice la facciata dell’ingresso del Senato, di andare per almeno una settimana da volontari in Emilia-Romagna per spalare il fango e aiutare a eliminare i danni dell’alluvione. In cambio, ha detto La Russa «Sarà mia cura provare a convincere il Senato a ritirare la costituzione di parte civile nei loro confronti avendo dato prova di volere concretamente fare qualcosa per l’ambiente».
Noi apprezziamo i giovani che volontariamente e gratuitamente partecipano ai lavori di pulizia delle strade e alla risistemazione degli spazi pubblici. Ma riteniamo che sarebbe giusto che gli oltre 120 mila giovani e adulti che vengono pagati dallo Stato perché ufficialmente non lavorano e necessitano di un aiuto economico, possano, anzi debbano, dare il loro contributo in questa situazione di emergenza per il bene dei propri concittadini e della propria Regione.
Aggiungo che lo Stato non dovrebbe, per principio, accordare alcuna somma di denaro pubblico se non a fronte di una prestazione lavorativa, salvo ovviamente le persone impossibilitate a lavorare. Sarebbe giusto, etico e educativo.

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Siete tutti invitati. Vi aspetto.

Magdi Cristiano Allam
Fondatore e Presidente della Comunità “Casa della Civiltà”

Lunedì 22 maggio 2023

1 commento su “MEZZ’ORA CULTURALE: “Gli oltre 120 mila percettori di reddito e di pensione di cittadinanza residenti in Emilia-Romagna vengano arruolati per i lavori straordinari e ordinari necessari per risollevarsi e prevenire le catastrofi ambientali (Diretta ore 17.00)”

  1. Quante volte abbiamo chiesto ai percettori del reddito di cittadinanza prestazioni lavorative seppur non obbligatorie ma su base volontaria, in cambio a quanto percepito dallo Stato.
    Quando si tocca la materia lavoro ovviamente le sigle sindacali devono fare la loro parte.
    Ed è per questo che sono nati i PUC.
    Nell’ambito dei Patti per il lavoro e/o per l’inclusione sociale, i beneficiari Rdc sono tenuti a svolgere Progetti Utili alla Collettività, esattamente PUC nel comune di residenza.
    I percettori di reddito possono essere impiegati per la completezza dei PUC
    In questi casi tutta la normativa lavoro viene vagliata dai Sindacati.
    Ma anche quando si parla di Lavori Socialmente Utili si parla di una materia complicata, almeno per me, di natura sindacale.
    Quando il Partito di Giuseppe Conte ha partorito il RdC , qualcuno ha pure pensato ai Lavori Socialmente Utili (LSU).
    Cosa s’ intende per LSU: si intendono le attività che hanno per oggetto la realizzazione di opere e la fornitura di servizi svolte mediante l’utilizzo dei soggetti percettori di sostegni al reddito, quindi in stato di svantaggio nel mercato del lavoro (disoccupazione, mobilità, cassa integrazione guadagni)
    Se tu venissi assunto da una particolare ditta o Società saresti obbligatoriamente formato per il tuo nuovo lavoro.
    Ma se tu sei comunque percettore di reddito, non sei formato perché non sei stato contattato da alcuna Dita o Società, penso che il Comune possa, non che abbia l’obbligo, e quindi su base volontaria avviarti ad una attività come quella di spalare fango munendoti, al limite, del minimo di DPI (dispositivi di protezione individuale)
    Ovviamente sotto accordi e tutele sindacali indirizzarti al LSU : in questo caso aiutare ad alleviare la popolazione dall’alluvione.
    In buona sostanza la proposta da Magdi se inquadrata secondo una giusta normativa sindacale, cioè con riferimento ai LSU, secondo me sembra una idea buona e fattibile.
    Aggiungo solo, perché sono idealista, che tantissimi giovani della Regione alluvionata che prendono il RdC e anche i meno giovani o coloro che prendono l’aiuto economico in quanto aventi diritto, alludo ai “non occupabili”, in questa sciagurata occasione si siano prodigati e tuttora si adoperino per superare l’emergenza alluvionale.

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