LA POESIA DI GIORGIO BONGIORNO: “Erano tempi”

“Quando uno lascia un paese, tutte le cose acquistano prima della partenza un valore straordinario di ricordo, e ci fanno pregustare la lontananza e la nostalgia.” (Corrado .Avaro)


Erano tempi amari
I giovani
Sgusciavano a grappoli
Dal paese assolato
Dalle città piene di macerie
Se ne andavano tutti con il primo treno del mattino
Ancora al buio
Con i loro bimbi in braccio
E grosse valigie
Pareva
Non volessero farsi vedere
A portare via un pezzo di vita
Che forse un poco apparteneva a tutti
Non gli bastava il cuore
Di lasciare la casa
La piazza
Le strade vuote
La stazione
Quegli angoli della loro infanzia
Quegli odori
Quei sapor
Lo sbuffare del treno
Quelle luci fioche del mattino
Il profilo della chiesa
Il suono delle campane
Era quasi sempre d’inverno
Al freddo
Con la malinconia del silenzio
Tanti ricordi
Quelli della gente comune
Un lamento intarsiato nello sguardo
Una preghiera strozzata in gola
E un filo di speranza
Di trovare il sole
In quella terra lontana
Su quelle banchine
Dove non li attendeva nessuno

Foto di copertina: Alberto Sughi “Famiglia di emigranti”

Lascia un commento

error: Questo contenuto è protetto