LA POESIA DI GIORGIO BONGIORNO: “Le mie nuvole”

Le mie nuvole sono palpiti del firmamento
Veli che coprono l’indifferenza pigra della campagna
Coltri del letargo assetato della terra
Calici dell’umore vitale
Sfumate contese ai raggi insistenti del sole
Aneliti distesi dell’anima
Sospinti dal vento fino alla soglia dell’orizzonte
Danze di fiocchi candidi
Come frammenti di alti cirri
Tremanti e irraggiungibili
Qualche volta si rabbuiano
Imbronciate
Minacciose e superbe
E piangono fragorose lacrime di pioggia
Illuminate da lampi
Di sdegnosa
Trepida follia
Le mie nuvole stemperano gli sgargianti colori
Del giorno
Si insinuano a vestire di drappi argentati la luna
Dipingono di mistero
La tela della vita
Si alternano al limpido profilo dei monti
Cullano il volo vagabondo degli stormi
Accarezzano il fluire delle stagioni
Si innalzano
Maestose sinfonie dello spirito
Riverberi di tenui riflessi
Dell’anima del cielo
Migrano verso arie nuove
Limpide e sottili
Respirano a pieni polmoni
Nella corsa dell’ultima brezza
E vanno leste a morire
Alla maniera degli uomini
Nelle arcane pianure dell’infinito
*

Foto di copertina: “Le mie nuvole” dal web

2 commenti su “LA POESIA DI GIORGIO BONGIORNO: “Le mie nuvole”

  1. Come gli uomini, come le follie e le scelte arcane della vita. Sono veli e sogno e scialli nell’esistenza, grandi presenze che punteggiano la vita, che danno la dimensione fisica della distanza e del vento, prima che ci perdiamo nell’infinito, nell’azzurro e nella luce senza fine.

Lascia un commento

error: Questo contenuto è protetto