LA POESIA DI GIORGIO BONGIORNO: “Fotografie”

Nella fotografia c’è una realtà così sottile che diventa più reale della realtà
(Alfred Stieglitz)

Sembrava si potesse fermare
In uno scatto
L’immagine gaia di un momento
Celebrare con uno sguardo i vivaci colori di quel tempo
Tramandare il segno di un sorriso
Di quel sorriso
Di un cenno
Di quel cenno
Di un profumo
Di quel profumo
Di un cielo
Di quel cielo
Lasciare una traccia al lontano curioso avvenire
Un’orma distinta
Per poter dipingere di gioia
La favola antica del dopo
Ritorno oggi a quelle scene lucide di giovinezza
Alla sorgente di acqua limpida del monte
Al mormorio del bosco
Allo scorrere inquieto dei sentimenti
Alla schiera di irripetibili emozioni
A quegli occhi aperti alla speranza
Mi accorgo che adesso
Sono riflessi di oggetti distanti
Nature morte
Appartenute ad un mondo irreale
Sconosciuto
Quasi fuori di noi
Senza i desideri di allora
Icone di solitudine
Senza la gente di allora
Scomparsa persino nella nostra memoria
Con qualche accento di ansia
Un poco di tenera malinconia
E tanta nostalgia
Di quelle lunghe cerimonie
Di quelle cantilene
Di quelle feste
Di quelle attese
Dell’armonia di quei cori
Resta solo un clamore sordo di tante voci consuete
Irriconoscibili
Qualche grido insistente di bimbi
Una leggera euforia sopita negli anni
Una favola
Quasi dimenticata
Una serie di inquadrature e di paesaggi
Albe e tramonti
Tutti quasi uguali
E quell’ostinata voglia di correre
Affannosamente
Attraverso tutti quegli eventi
Quei momenti ricostruiti
Vissuti ancora una volta
Tornati dal passato
Incontro al solenne mistero della vita
*

La fotografia è un’arte, anzi è più che un’arte, è il fenomeno solare in cui l’artista collabora con il sole.
(Alphonse de Lamartine)

Foto di copertina: “Fotografie” di Giorgio Bongiorno

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