LA POESIA DI GIORGIO BONGIORNO “Il deserto del cielo”

Il mondo stesso è il giudizio universale.
(Arthur Schopenhauer)

Se ancora fiorisse il deserto dell’anima
E la danza incrociata di fontane lucenti
Accompagnasse benigna il mio ritorno
Dagli angusti confini dello spazio e del tempo
Se quel giardino infinito
Disegnato di dune e di nostalgia e
Colorato di avida speranza
Fosse davanti ai miei occhi come ora
Lascerei questo incerto naviglio
Alle ali maestose dell’aquila
Alle lente volute intorno alla preda
La chiave dell’anima è chiusa nell’abbazia
Dei sogni di questa isola
Sperduta e senza vita
Dimora del mio cammino solitario
Passa la morte invisibile ospite
Sotto i ponti bui della umana vendetta
Le parole trafiggono la antica
Impassibile follia della terra
Voglio conoscere tutto del dolore
Di questa pena sottile e penetrante
Che uccide senza colpire lo spirito
Voglio che il mio sospiro spengaLa scintilla tenace dell’angoscia
E attenui il fuoco della passione
Insieme alla ferita dell’inganno
E allo scherno antico della menzogna
Voglio che il cuore si fermi
A tendere un agguato alla vita
Voglio che la mia vita si chiuda
Nel disprezzo crudele e rassegnato della sconfitta
Conscia dell’illusione dell’orgoglio
E della tentazione della superbia
Voglio che le mie spalle
Sorreggano il greve peso del tradimento
Vincano questa ultima tempesta dei sensi
E che i miei occhi celebrino
Gioiosi la luce della verità
È inverno dentro
Questo tempestoso universo infinito e solitario
Dal cielo non arriva più nulla
L’odore di immenso si fa acre
Insopportabile e quasi violento
In compagnia di stelle moribonde
Cade l’arrogante cantilena degli astri
Nel buio del cielo
Si allontanano le lusinghe degli echi celesti
E anche il possente raggio divino
Si perde smarrito nell’ombra
Dell’enigmatico labirinto delle galassie
Davanti all’ultimo giudizio tacciono le voci
Consuete e conformi della coscienza
I cori e le blandizie delle sirene
Si spengono adagio
E si rimane soli
Naufraghi dell’isola dorata
Nel giorno del giudizio
A mani vuote
Di fronte all’annunciato pianto odierno delle costellazioni

*
Ogni giorno è il Giorno del Giudizio. Ad ogni batter d’occhio i conti di ciascuna creatura vengono regolati. Niente viene tralasciato. Nulla rimane imponderato. Non esistono pensieri, azioni o desideri che non vengano registrati in chi pensa, agisce o desidera.
(Mikha’il Nu’ayma)

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