Affrontare un tema complesso come l’orientamento sessuale vuol dire avventurarsi in un terreno fertile per pregiudizi e considerazioni stereotipate. Sono ancora tangibili le reazioni popolari all’ultimo Festival di Sanremo che hanno mostrato quanto sia divenuta visibile oggi l’altra faccia della Luna. Poco visibile, se non addirittura invisibile, nel Bel Paese, è, invece, il rapporto redatto dalla Williams Institute della UCLA School of Law nel quale si rileva che 1,6 milioni di persone di età pari o superiore a 13 anni, negli Stati Uniti, è dichiaratamente transgender. La percentuale di giovani transgender è sproporzionatamente elevata rispetto alla popolazione generale. I ragazzi tra i 13 e i 17 anni costituiscono l’8% della popolazione statunitense, ma rappresentano il 18% delle persone transgender. I giovani tra i 18 e i 24 anni costituiscono l’11% della popolazione complessiva, ma si stima che costituiscano il 24% della comunità transgender. Sarebbe opportuno studiare le origini dell’attuale disordine sessuale tra i minori. Senza cadere nella retorica tradizionalista o in quella pseudo-progressista. Studiare le cause e cercare di interpretare i possibili sviluppi. Da accanito lettore dei pulp-comics anni 50 e 60, ho notato che spesso le stravaganti sceneggiature fantascientifiche delle storie narrate in quel tipo di fumetto si sono rivelate, in seguito, straordinarie predizioni di un futuro prossimo. Memore di ciò, mi chiedo: e se l’obiettivo finale fosse la asessualità?