La voce del popolo contiene la verità, come la voce di Dio. Quando la verità è nascosta, la voce del popolo può farla di nuovo risuonare. Giorgio Napolitano, morto all’età di 98 anni, è stato uno dei più grandi anti-italiani, secondo solamente a Mussolini. Mussolini odiava il popolo italiano, lo ha trascinato in una guerra demente, ne ha corrotto l’ anima: in quella guerra abbiamo subito cose atroci e abbiamo fatto cose atroci. Le camicie nere hanno assassinato più uomini di Dio dei partigiani rossi, è accaduto in Etiopia, con il massacro dei monaci copti, dopo l’attentato a Graziani. Abbiamo avuto le leggi razziali, cittadini italiani deportati e uccisi in quanto ebrei. Mussolini impose a Hitler, che era contrario, un contingente italiano nello sciagurato attacco all’Unione Sovietica. Ha insistito e molto perché gli uomini della Julia potessero trascinarsi in un inferno di gelo su una terra che non era la loro. Senza Mussolini non avremmo avuto i bombardamenti, le marocchinate e le foibe. Disprezzava il popolo italiano, lo avrebbe voluto diverso, più militare, meno legato alle cose piccole che sono la famiglia e gli affetti. Subito dopo viene Giorgio Napolitano. Certo, ci sono stati altri anti-italiani: Togliatti, Prodi, ma nessuno è stato tragico per noi come Napolitano. Napolitano in gioventù è stato fascista, ha militato nei Gruppi Universitari Fascisti. Non è colpa sua: tutti erano fascisti. Tutti no: a casa mia nessuno ha avuto la tessera del partito fascista e questo ha avuto un prezzo e non da poco. E lui ci ha messo del suo. Si poteva fare l’università benissimo senza militare nei gruppi fascisti. Non appena è rimasto orfano del fascismo, Napolitano è corso ad offrire la sua fedeltà alla dittatura di turno, il comunismo sovietico, che regalava ai suoi servi la convinta illusione di essere antropologicamente migliori e di poter disprezzare gli altri. Nel 1956 Napolitano esaltava l’invasione dell’Ungheria da parte dell’Unione Sovietica. Il 20 febbraio 1974 in un articolo su l’Unità spiegava come la cacciata di Aleksandr Solzhenitsyn dall’Urss fosse la soluzione migliore da parte del Partito Comunista sovietico. Solzhenitsyn, dissidente premio Nobel, è una delle poche voci che, dopo aver conosciuto il gulag, lo ha raccontato, ed è riuscito a rivelare sofferenze indicibili a livello planetario. Quelle sofferenze dovevano restare quindi segrete, o si potevano generare “pregiudizi” sul socialismo reale. Quando doveva andare a Bruxelles, Napolitano prendeva un proletario biglietto da 90 euro e se ne faceva rimborsare 800, pagati con le tasse degli europei inclusi noi, come se avesse viaggiato in prima, un trucchetto un po’ pidocchioso da vero gentiluomo, che scoprì una televisione tedesca. Nel PCI era quello che teneva le relazioni con l’Unione sovietica. Le Botteghe Oscure dove hanno preso i soldi per raggiungere il potere enorme che hanno avuto? Vendere i biglietti del ballo liscio alle Feste dell’Unità è sicuramente stato un caposaldo, ma non bastava. Una grossa parte era probabilmente il Tesoro di Dongo: la riserva aurea della Repubblica di Salò che Mussolini aveva con sé durante la fuga con Claretta Petacci. Mi sarebbe molto piaciuto che la mia nazione fosse nata da un processo e non da un linciaggio, un linciaggio talmente ignobile da includere anche un donna priva di ogni funzione politica. I defunti non parlano e l’oro di Dongo si è perso nelle nebbie della storia. L’oro di Dongo prima o poi sarebbe finito, dunque c’era altro, per esempio le tangenti a tutti gli imprenditori che commerciavano con l’URSS e non potevano farlo senza passare dal PCI. E poi c’erano i fondi da Mosca. Questi fondi arrivavano in dollari, qual era la struttura che poteva convertirli in lire? Si trattava di milioni di dollari, difficile portarli in banca. L’ipotesi è che fosse implicata la mafia ed era su questo che stavano indagando, secondo molti, Falcone e Borsellino, che infatti erano invisi a tutti i magistrati di sinistra ed erano isolati. Su cosa stava indagando Falcone che quattro giorni dopo l’attentato avrebbe dovuto partire per Mosca per parlare con il suo omologo Valentin Stepankof? Perché ha lasciato la sua indagine in eredità a Borsellino, uomo di destra? Secondo molti stava indagando sul sospetto che sia stata la mafia per anni a trasformare in lire i dollari sovietici. Napolitano ha fatto distruggere tutti i documenti della trattativa stato- mafia. Secondo Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, Napolitano ne era il garante. Eletto Presidente della Repubblica, nel 2011 ha appoggiato il bombardamento della Libia da parte di Francia e Inghilterra per conto della Nato. Grazie a Napolitano l’Italia ha perso la sua decenza per quanto riguarda la Libia, che era nostro partner commerciale, bloccava i clandestini e ci vendeva il gas a basso costo, insieme alla Russia, per cui ce la cavavamo benissimo, la disoccupazione era bassa e le nostre industrie, malgrado la tassazione scellerata, abbastanza competitive. L’accusa che Gheddafi avesse delle fosse comuni era falsa. Sarkozy e Obama lo hanno abbattuto perché cercava di favorire una moneta africana che sottraesse l’Africa dalla linea del Franco africano e del Dollaro. La destabilizzazione della Libia ha determinato un danno finanziario e antropologico immenso per l’Italia, ora sommersa da migranti, ed è stato anche un danno etico. Gheddafi era nostro partner commerciale, noi abbiamo permesso il bombardamento di un nostro paese partner, abbiamo permesso che Gheddafi fosse picchiato e stuprato mentre era ferito, prima del colpo di grazia, senza neanche la farsa di un processo concessa a Saddam Hussein; abbiamo permesso il bombardamento di civili. Nello stesso anno, per aderire alle richieste dell’Unione Europea, Napolitano ha consentito un cambiamento di governo in Italia dando inizio, con Monti, ai leader governativi non eletti che non amano gli italiani. Napolitano ha avuto la responsabilità di un passo importante verso l’”eutanasia” quando, in maniera preventiva, informò il Consiglio dei ministri in seduta che non avrebbe firmato un decreto legge che impedisse l’esecuzione della giovane Eluana Englaro. Eutanasia vuol dire bella morte. Che una persona celebrolesa, non in coma, muoia di disidratazione, non è una bella morte. Il “Caimano” aveva cercato di salvarla. Nella clinica di Udine, dove è morta, medici e infermieri sono passati per giorni davanti al letto in cui una giovane donna moriva di disidratazione e hanno resistito alla tentazione di metterle una flebo o darle un cucchiaio di acqua: era in grado di bere se imboccata. Avevo sete e non mi avete dato da bere. Grazie a Napolitano l’Italia ha perso la sua decenza e abbiamo partecipato tutti alla morte di Eluana Englaro. Abbiamo visto Bergoglio in piedi davanti alla bara di un uomo che ha rifiutato il crocifisso, senza benedire la bara e senza fare il segno della Croce. “Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde”ha detto Cristo. Gli atei sono contro Cristo e il compito del Cristiano è convertire i non credenti, non rendere loro omaggio. C’è chi ha fatto peggio. L’ex presidente della Repubblica, è sempre stato in armonia con i poteri forti. I poteri forti non amano il crocefisso. Il nunzio apostolico Tscherring si è tolto la croce davanti alla bara, per non offendere la Massoneria. “Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi” Il Cardinal Ravasi ha beatificato Napolitano con esemplare sprezzo del ridicolo citando il profeta Daniele e paragonandolo a un “saggio che ha indotto molti alla giustizia”. La morte di Eluana secondo lui, quindi, è stata giustizia, come la morte dei cittadini libici bombardati, di quelli ungheresi sotto i carri armati. Qualcuno informi Ravasi che l’intelletto è un doo dello Spirito Santo.
Non si oltraggiano i morti, ma non si impone a un popolo il rispetto per un morto se il popolo questo rispetto non lo vuole dare. Gli speciali trasmessi dalla televisione per la morte di Napolitano hanno avuto ascolti molto bassi, contrariamente a quelli per la morte del “Caimano”. Lui Eluana l’avrebbe salvata, e non avrebbe voluto bombardare la Libia. Tutta la mia simpatia agli stadi dove il popolo si è ribellato facendo sentire la sua voce, in questo caso i suoi fischi, al minuto di silenzio per la morte di chi ha voluto la morte di Eluana.