da: “Il Mattino della Domenica”
Il Ministero della Sanità palestinese (PMH) nella Striscia di Gaza, come ogni istituzione presente nell’area, è strettamente controllato e gestito da Hamas. Il PMH riporta più volte al giorno il numero delle vittime palestinesi derivanti dai combatti-menti tra Hamas e Israele a Gaza e il PMH riporta le vittime palestinesi at-tribuendole esclusivamente agli attacchi delle Forze di Difesa Israeliane (IDF). I resoconti delle vittime dei combattenti di Hamas sono totalmente assenti nei resoconti del Ministero della Salute di Hamas. In effetti, i rapporti del PMH omettono le morti e i feriti dei combattenti di Hamas. In pratica, dall’inizio della guerra, né la leadership di Hamas né il Ministero della Sanità palestinese hanno riportato una sola vittima tra le forze di Hamas e media internazionali sono complici dell’inganno strategico dell’organizzazione terroristica palestinese. La credibilità che i media e la comunità internazionale attribuiscono ai resoconti del Ministero della Sanità palestinese testimonia quanto sia radicati i pregiudizi e talvolta l’ostilità verso Israele nella copertura globale della guerra a Gaza da parte dei media mainstream uno su tutti la britannica BBC. Come scrive il professor Kobi Michael, ricercatore senior presso l’Istituto per gli studi sulla sicurezza nazionale (INSS) dell’Università di Tel Aviv e redattore capo di Strategic Assessment, «il problema raggiunge
livelli intollerabili quando è ormai accertato che Hamas controlla tutti i ministeri e le istituzioni governative, inclusa l’UNRWA (l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi), dove la stragrande maggioranza dei dipendenti sono legati ad Hamas. Tra questi figura il presidente dell’organizzazione dei dipendenti dell’UNRWA, il dottor Sohail Alhindi, che è un membro della leadership di Hamas nella Striscia di Gaza. Pertanto, qualsiasi rapporto del Ministero della Sanità palestinese sulla Striscia di Gaza, per definizione, è un rapporto di Hamas». Evidente come la strategia di guerra di Hamas cerca di stabilire e modellare il conflitto attorno all’immagine del vittimismo palestinese e del disastro imposto dall’esterno attraverso i media e la diplomazia internazionale, la società civile e i gruppi internazionali per i diritti umani che Hamas mobilita e con cui collabora attivamente per esercitare pressioni sullo Stato di Israele affinché interrompa le operazioni militari difensive. Dopo il massacro genocida di circa 1.400 israeliani (e altri nel sud di Israele) del 7 ottobre, e di oltre 240 persone, compresi neonati e anziani, rapiti e trattenuti da Hamas, dalla Jihad islamica e da altri gruppi terroristici collaborazionisti nella Striscia di Gaza, Israele ha lanciato la guerra antiterrorismo per garantire la sopravvivenza stessa dello Stato ebraico ma nonostante tutto questo sia chiaro, la narrazione del conflitto da parte di Hamas ha fatto breccia tra i media.
Come vi abbiamo già raccontato, un esempio lampante fu quello del missile caduto nel parcheggio dell’ospedale al-Ahli nel sud di Gaza il 17 ottobre, con il Ministero della Salute di Hamas che si è affrettò a denunciare l’IDF come responsabile dell’attentato all’ospedale e della sua falsa dichiarazione su 500 vittime. Ad oggi, il Ministero della Sanità di Hamas non ha corretto la falsa notizia riguardante l’evento e il numero effettivo delle vittime che sono state circa 40 caudate dalla Jihad islamica.
Numeri inventati Nessun importante media internazionale ha tentato di confutare queste e altre false notizie riguardanti la guerra. Ad esempio, come ricorda il professor Kobi Michael nessuno ha messo in dubbio come le PMH ab-biano riferito di 30.000 palestinesi feriti quando il numero totale di letti ospedalieri in tutte le strutture mediche della Striscia di Gaza, comprese le cliniche dell’UNRWA, non superava i 3.000 in modo ottimale. Allora, dove sono finiti tutti i 30.000 feriti? È stato recentemente raccontato che circa 90 abitanti di Gaza feriti sono stati trasferiti in Egitto. Se il numero dei feriti è così alto, perché non ne sono stati trasferiti altri in Egitto? Mistero. Secondo i rapporti del Ministero della Sanità palestinese ci sono già più di 13.000 palestinesi morti. Il 5 novembre, il PMH ha segnalato 10.042 morti e il giorno successivo il numero è salito a 13.492. Sono morte 3.000 persone in un giorno? E se il numero delle vittime è accurato, dove sono stati sepolti coloro che sono stati uccisi? Qualcuno nei media e nella comunità internazionale si è preso la briga di chiedere e chiedersi come mai non ci sono rapporti da fonti palestinesi, definite “attendibili”, su membri di Hamas morti e feriti? Nessuno. Un numero significativo dei “bambini” segnalati come uccisi o feriti sono giovani di età compresa tra 13 e 18 anni, che si trovavano nelle strutture di Hamas o hanno addirittura preso parte attiva ai combattimenti. Dal numero rimanente va sottratto un numero significativo di morti e feriti derivanti da lanci falliti di razzi andati a vuoto, come quello caduto sull’ospedale di al-Ahali. Le prove radar del-l’IDF mostrano che i razzi vaganti rappresentano circa il 10% del totale dei razzi lanciati (i razzi della Jihad islamica avevano una percentuale più alta). Con quasi 10.000 razzi lanciati dall’inizio della guerra, si deve presumere che quasi 1.000 siano caduti nella Striscia di Gaza, prima degli obiettivi civili israeliani previsti, colpendo palestinesi che sono rimasti feriti o uccisi. La comunità internazionale e i media non hanno ancora capito la strategia di Hamas e assistiamo a un mondo caratterizzato da un’inversione dell’ordine morale. In questo mondo nuovo e coraggioso, punteggiato dal sostegno internazionale all’omicidio di massa di bambini, donne e anziani da parte di Hamas, mentre Hamas si impegna nell’inganno globale riguardo alla denuncia delle vittime, Israele non ha altra scelta che aderire alla giustezza della sua causa. È un modo di guerra moralmente giusto, che Israele deve combattere per ottenere la vittoria totale e assoluta contro il terrorismo.
Io continuo a non capacitarmi di come le persone siano cieche e manipolate. Tutto quanto riportato nell’articolo è vero e rientra perfettamente nella tecnica della menzogna prevista dal Corano. Hanno talmente manipolato le persone che nemmeno si pongono delle domande elementari come quelle che si pone il prof. Kobi Michael.
E non si svegliano nemmeno di fronte alla dichiarata programmazione dell’attacco terroristico da parte di Hamas.
Mi chiedo inoltre per quale motivo qualunque cosa detta da Hamas, che ha dichiaratamente l’obiettivo di eliminare Israele, venga preso per oro colato mentre quello che dicono le autorità Israele sia pari a carta straccia.
Mi rifiuto di accettare questa sovversione della realtà. E continuerò a riportare la narrazione nei binari corretti.
anch’io condivido il tuo pensiero! Faccio
molta fatica a comprendere cosa spinge gli occidentali a credere alla narrazione di Hamas di un gruppo terroristico!!! È un paradosso incredibile , nessun dubbio li pervade e nessun sospetto che faccia nascere la voglia di conoscere la realtà è la verità oggettiva. Insistere sembra inutile ma come scrive Magdi non bisogna mollare 👏🏻