VITTORIO ZEDDA: “Una scuola aperta include, chiusa esclude tutti”

Ecco il tema dell’inclusione da un punto di vista diverso da quelli finora espressi. In riferimento alla sospensione delle lezioni per un giorno nella scuola di Pioltello, riporto uno stralcio dello scambio di opinioni che ho avuto su Facebook con una stimata amica, di origine marocchina, peraltro nota in campo culturale e sociale, non solo in Italia. Me ne ha dato il permesso di cui la ringrazio.

  • Da D. E.: «Condivido un pensiero da musulmana. Capisco la buona intenzione del dirigente scolastico della scuola di Pioltello, di fare sentire gli studenti inclusi, permettendo loro di usufruire di una vacanza per festeggiare la fine del Ramadan. Da sempre sono stata una paladina dell’inclusione sociale, che per me, deve essere condivisa. Decidere di chiudere la scuola per la fine del Ramadan e causare disagi ad altri studenti e famiglie, non è inclusione.
    Secondo me sarebbe stato più istruttivo includere una lezione con questo tema: il sapere è il miglior modo di abbattere le barriere e l’ignoranza e, magari, coinvolgere gli studenti islamici a condividere un momento di ricreazione insieme ai loro compagni non islamici.
    La decisione presa purtroppo ha creato ulteriori….» (problemi)
  • V. Z: «Condivido soprattutto quello che di seguito riporto: “Decidere di chiudere la scuola per la fine del Ramadan e causare disagi ad altri studenti e famiglie, non è inclusione”.»
  • D. E.: «Io personalmente, lavorando, non posso permettermi di stare a casa quel giorno ed immagino che sia così per tanti. È vero che la scuola è un ottimo luogo per l’integrazione: io ricordo la mia prof di musica alle medie, durante le preparazioni di una recita mi chiese di portare una canzone araba. Scelsi una canzone della cantante libanese Fairuz che aveva cantato sulle note di Mozart. La mia prof di allora mi disse “ci sono tante cose in comune basta scoprirle”. In questo caso una lezione sul fine del Ramadan e una sulla Pasqua avrebbe insegnato agli studenti la condivisione di una gioia».

NOTA. La delibera per la chiusura per un giorno della scuola è stata successivamente “corretta”, ma tutti ormai conoscono quale ne fu la motivazione originaria. L’inclusione si realizza anzitutto a scuola, non chiudendola, perché la chiusura comporta sempre problemi per un settore dell’utenza, sia dall’una sia dall’altra parte, confessionale o non. Se si dà per prevedibile l’assenza in un dato giorno di una parte minoritaria dell’utenza, se ne può capire la motivazione, ma non è certo vietato ricordare agli studenti l’opportunità della frequenza scolastica, nel rispetto delle leggi del paese ospitante.
In ogni caso, la ricorrenza che potrebbe determinare l’assenza citata, può essere motivo di approfondimento culturale nell’occasione specifica. Solo nella scuola “tutti stanno assieme a tutti” nello stesso ambiente, con le stesse regole, per lo stesso motivo. Fuori dalla scuola, al di là di una libera condivisione interconfessionale ipotetica, ma molto teorica, dovuta alla contemporaneità occasionale del periodo pasquale con quello del Ramadan, si può solo supporre che si possano creare occasioni di incontro in qualche misura fruttuose, ma non si possono garantire.
Chi ha conoscenza dell’uno e dell’altro versante del problema, ragionevolmente sa quanto non bastino le buone intenzioni.

Quella giornata poteva essere utilmente impiegata a scuola per una esperienza consapevole e partecipata di laicità della scuola pubblica, con la presentazione di due culture, che, per varie vicende, si trovano a coesistere nello stesso ambito civile e territoriale, scuola compresa.
Deliberata la chiusura, che ha il sapore di un’abdicazione della scuola ad una buona e laica occasione di lavoro comune PER TUTTI, ci si può solo augurare (se all’esterno il mondo adulto saprà rispettare lo spirito dell’incontro) che almeno una parte degli alunni, ne tragga comunque in ambito extrascolastico qualche spunto positivo. Dispiace per gli altri.

2 commenti su “VITTORIO ZEDDA: “Una scuola aperta include, chiusa esclude tutti”

  1. Gira un post sui social che ritrae l’uomo del colle con in testa il tipico copricapo, arabo. Questo il testo:
    ” Il Presidente riceve i complimenti dal mondo islamico per il Ramadan nelle scuole, gli Italiani si stanno integrando molto bene.”
    Satira eccezionale …….è tutto dire Vittorio.

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