In queste ultime settimane, in coincidenza del mese di Ramadan, periodo di digiuno sacro per la religione islamica, la cronaca ci ha offerto vari casi che hanno suscitato polemiche per iniziative ritenute da un lato di apertura, di rispetto ed inclusione verso la comunità islamica presente in Italia, dall’altro considerate negative per i rischi connessi a un processo sempre più avanzato di islamizzazione della nostra società.
A Palermo, con la piena condivisione dell’amministrazione comunale, dopo 839 anni dalla dominazione islamica in Sicilia, è ritornata a risuonare la voce del muezzin che ogni venerdì e durante il mese benedetto del Ramadan innalzerà il “richiamo alla preghiera”.
A Catania, invece, si è svolta un’insolita “Via Crucis” in un quartiere problematico e degradato come quello di San Berillo, abitato da un’umanità varia con una forte presenza di immigrati di origine musulmana.
La processione guidata dall’Arcivescovo e animata tra una stazione e l’altra da canti in italiano e arabo, ha visto la partecipazione oltre che di un sacerdote ortodosso, di residenti, pacifisti, attivisti volontari che operano nel quartiere dove sono presenti anche prostitute e trans, dell’imam della moschea catanese al quale è stato affidato il commento della quarta e ottava stazione e la lettura di alcuni passi del Corano dedicati a Maria e alle donne.
Questi episodi siciliani si sommano a quello che ha visto protagonista la scuola di Pioltello in provincia di Milano e che ha diviso l’opinione pubblica nazionale con riflessi politici contrapposti tra esponenti della maggioranza e dell’opposizione e addirittura l’intervento del Presidente della Repubblica a sostegno dell’iniziativa del preside; con il sostegno dei docenti e del Consiglio d’istituto che include i rappresentanti dei genitori è stato previsto un giorno di chiusura della scuola in coincidenza del giorno di festa islamica per la fine del Ramadan con la motivazione che gli studenti di religione musulmana rappresentano il 40% della popolazione scolastica.
Questi episodi mi suggeriscono la seguente riflessione: scarsa memoria storica di noi siciliani che abbiamo dimenticato che a partire dal nono secolo le invasioni arabe e musulmane hanno portato alla conquista con la forza della nostra isola che è stata sottomessa all’islam per circa tre secoli.
I periodi di relativa pacifica convivenza erano caratterizzati dall’applicazione di una tassa “gizia” per consentire il culto di cristiani ed ebrei.
La Via Crucis catanese è l’espressione, sulla spinta della bergogliana fratellanza universale, di una nuova “religione universale dell’amore e della fratellanza”, diversa dalla religione cattolica ed universale che in questi giorni presenta l’espressione più forte e fondante del Cristianesimo con la Passione, Morte e Resurrezione di Gesù figlio di Dio, un Dio uno e trino diverso da Allah.
La religione cattolica pone al centro la sacralità della vita, la pari dignità tra uomo e donna e la libertà individuale, che non troviamo invece nella religione islamica, che è anche e contemporaneamente un sistema di potere politico ed ideologico fondato sulla sottomissione degli infedeli.
La festività del Ramadan, di fatto intesa e avallata come festività nazionale, rappresenta un’apertura ed accettazione di una consuetudine che falsa il concetto di integrazione, che dovrebbe essere invece accettazione e rispetto delle tradizioni del paese ospitante.
Il fatto è ancor più grave perché lo Stato italiano non ha mai raggiunto un’intesa con le comunità islamiche italiane, per incompatibilità delle regole islamiche con i principi costituzionali italiani. Inoltre, perché questo malinteso processo di integrazione e di apertura suicida è promosso da noi italiani soprattutto cattolici e rappresentanti politici e delle istituzioni.
Catania, 29 marzo 2024
Non capisco come la chiesa cattolica possa promuovere manifestazioni simili che di religioso non hanno nulla. Sono rappresentazioni sceniche per dimostrare che il popolo cristiano accetta e integra altre religioni dimenticando o non volendo vedere i precetti che sono alla base di una pratica che di equità ed eguaglianza e accettazione del diverso non ha nulla.
Se la Chiesa e lo Stato nella figura del Presidente della Repubblica sono i primi a promuovere e sostenere iniziative di promiscuità, se addirittura si inserisce un giorno di chiusura della scuola per i musulmani quando non esiste un accordo con la Costituzione italiana, vuol dire che i primi a mancare in termini di conoscenze e storia sono gli italiani: agli islamici arriva un dono che sicuramente non rifiutano. Solo portando a conoscenza più persone possibili della verità e oggettività della situazione si può sperare di risvegliare qualcuno da una sorta di stato ipnotico che diversamente ci porterà ad un suicidio della nostra civiltà
Ci accorgiamo come ormai siano sempre più frequenti iniziative volte a porre cristianesimo ed islam sullo stesso piano! Le ore di IRC a scuola, sarebbero un’ottima opportunità per preservare la nostra identità, in realtà, grazie a quelle lezioni , e non solo a quelle, i nostri figli hanno assimilato ormai l’idea che DIO è uno solo e non trovano nulla di strano in queste pazzesche pagliacciate!
I più giovani sono mossi da sentimenti di amore universale e nessuno li aiuta a discernere e a capire in cosa islam e cristianesimo si differenziano. Quindi come genitori è necessario rimboccarsi le maniche!!!!
grazie Gaetano!
Provo il medesimo senso di orrore espresso da Davide. Semplicemente non mi capacito che dei soggetti che si suppone siano preparati in teologia non abbiano compreso che quello che tutti insieme appassionatamente hanno rappresentato era, nella migliore delle ipotesi, una recita teatrale. Perché questa rappresentazione di liturgico e cristiano non ha nulla. È una bestemmia.
Peraltro qualcuno dei presenti era in grado di comprendere i canti in arabo e può garantire che non fossero contro il Cristianesimo?
Hai fatto bene a ricordare l’obbligo dei siciliani, durante l’occupazione islamica, di versare una tassa per poter avere la libertà di professare la propria fede. E se prevarranno, la tassa toccherà a tutti.
Come hai osservato , Gaetano, si sta cercando di far passare con lo strumento della consuetudine ciò che il mondo mussulmano non potrà mai ottenere legalmente, poiché si ostina a non riconoscere i diritti fondamentali del vivere civile della nostra nazione.
Ed il vostro conterraneo che siede al Quirinale approva iniziative come quella di Pioltello..
Noi, tuttavia, non ci dobbiamo lasciar intimorire e dire la verità con ancora maggior forza.
Sono inorridito apprendendo la notizia di questa Via Crucis realizzata nel quartiere di San Berillo, con la partecipazione promiscua di un imam! Oserei dire dissacrante e sacrilego questo approccio da parte della diocesi catanese nei riguardi della celebrazione liturgica del momento fondamentale della cristianità che coincide con la passione di Cristo! Non riesco a formulare una proposta che contravvenga all’ennesimo episodio di suicidio, se non quella di continuare con ancor più forza lungo la via della riaffermazione della nostra identità.