“Profondo sdegno” e “catastrofe totale” sono le frasi con cui esponenti della comunità musulmana americana hanno espresso il loro forte dissenso rispetto all’adozione, da parte del Congresso statunitense, di un ingente pacchetto di aiuti per Israele. Numerosi musulmani statunitensi avevano precedentemente evidenziato perplessità verso la gestione del conflitto israelo-palestinese da parte dell’amministrazione Biden. Attivisti hanno esortato i democratici a desistere dal voto per non rafforzare l’endorsement al presidente in vista delle prossime primarie. Per eminenti figure islamiche negli Stati Uniti, l’approvazione di 26 miliardi di dollari in aiuti a Israele cimenta la loro determinazione a non supportare Biden in un prossimo mandato. Prima del voto alla Camera, diverse associazioni musulmane avevano incitato gli americani a premere sui rappresentanti del Congresso per contrastare l’assegnazione dei finanziamenti. Il divario tra Biden e i votanti musulmani americani appare sempre più incolmabile “a meno che non vengano rivedute le politiche degli ultimi sei mesi” nella Striscia di Gaza, come sostiene Osama Abu Irshaid, direttore di Americans for Justice in Palestine Action. Abu Irshaid, che in Virginia aveva appoggiato Biden nel 2020, ora declina ogni sostegno sia a lui che a Trump in vista delle elezioni di novembre. L’attuale pacchetto di aiuti, in attesa di conferma dal Senato, segna un notevole aumento del supporto degli USA a Israele, nonostante le pregresse forniture di armamenti iniziati con la crisi con Hamas. Anche all’interno del partito democratico si registra un accresciuto scetticismo riguardo alla vendita di armi a Israele. Di recente, più di trenta legislatori, incluso l’ex presidente della Camera Nancy Pelosi, hanno redatto una lettera all’amministrazione invitandola a “rivalutare l’autorizzazione alla vendita di armamenti a Israele”.