Come era previsto, e come annunciato anche dalle tv russe, al di là della propaganda, il fronte ucraino sta vacillando a causa di un certo disimpegno da parte anche degli Stati Uniti. Le reticenze strategiche della “comunicazione” ucraina avevano fino a oggi evitato di numerare palesemente le perdite, ma la situazione ormai insostenibile sulla linea del frastagliato fronte del Donbass ha reso inevitabile avvertire la gravità della situazione. Quindi, tolto il sigillo sulla segretezza delle perdite tra le fila ucraine, l’opinione pubblica ora sa ufficialmente la drammatica realtà. Il primo giugno una nota ufficiale del Governo ucraino aveva già rivelato il bilancio delle vittime, che dall’inizio dell’invasione russa, del 24 febbraio, era intorno a diecimila soldati. Il dettaglio era che, quotidianamente, la guerra uccideva 60-100 soldati ucraini e ne feriva almeno cinquecento.

Il 9 giugno, Mykhaïlo Podolyak, consigliere del presidente Volodymyr Zelensky, ha rivelato che il tasso di perdite è invece il doppio, più pesante. Infatti, ha dichiarato che in realtà il numero dei soldati uccisi al giorno è compreso tra 100 e 200. Ciò porta i ranghi dell’esercito ucraino a essere decimati dalla potenza di fuoco delle forze armate russe, dove risulta che le vittime siano superiori a trentacinquemila. Ammissioni ufficiali da fonte ucraina che illustrano la criticità della situazione. A queste affermazioni, poi, si accompagnano insistenti richieste tese a velocizzare gli aiuti militari adeguati promessi dall’Occidente. Il consigliere Podolyak ha confessato che la carneficina degli ucraini è causata dalla sproporzione tra le capacità militari offensive russe e quelle ucraine. Tuttavia, domenica, Oleksiy Arestovych – altro consigliere presidenziale – ha elogiato gli impegni da Ovest, affermando che l’Occidente è il salvatore dell’Ucraina grazie agli aiuti militari, finanziari e politici forniti. Inoltre, ha aggiunto: “Se gli occidentali non ci avessero aiutato, o non ci stessero aiutando oggi, forse saremmo costretti a difendere Leopoli”. Per capire meglio, ci sarebbe stato il rischio – in sostanza – di vedere un fronte allargato fino all’estremo ovest del Paese.

In questa fase della guerra, dove alla massa vengono comunicate finalmente alcune notizie vere, e mentre nel Donbass l’avanzata russa sta accelerando, le autorità ucraine hanno chiarito di essere in grave difficoltà a causa della carenza di armi leggere, fucili e soprattutto munizioni. Ma anche di armi pesanti, promesse in quantità eppure mai fornite sufficientemente. I canali ufficiali di Mosca hanno rimarcato che domenica è stato annientato, vicino a Chortkiv, nell’Ucraina dell’ovest, un grande deposito di armi fornite dagli occidentali, dove sono state ferite oltre venti persone. Ha confermato il governatore ucraino della regione di LuhanskSerguiï Gaïdaï, che i combattimenti a est stanno avendo una forte recrudescenza e che a Severdonetsk la situazione è drammaticamente compromessa, aggiungendo, come è di prassi militare, che la Russia sta utilizzando l’artiglieria a tappeto.

Come ormai è evidente, avvalorando le evidenze più volte espresse, le forze militari russe hanno una superiorità su quelle ucraine di 10 a uno. Venerdì scorso, sul canale televisivo in lingua russa Current Time tv, il vicario dei servizi dell’intelligence ucraina, Vadim Skibitsky, ha detto che l’esercito russo sta impiegando sul campo di battaglia ucraino circa 1140 sistemi di artiglieria con calibri superiori a 100 millimetri, duemilaottocento blindati per il trasporto di militari, 1100 carri armati, oltre a veicoli da combattimento a uso fanteria e settantotto lanciamissili balistici. Inoltre, ha continuato, almeno quattrocento aerei sia caccia che bombardieri e oltre trecentosessanta elicotteri da combattimento. Con queste forze d’assalto – ha concluso – gli aiuti internazionali non risulterebbero sufficienti per rallentare il ritmo offensivo delle forze russe.

Questa guerra, nonostante le tecnologie belliche non siano quelle di ottanta anni fa, si sta sviluppando ancora come una guerra di logoramento. Il possesso di scorte, la capacità di produrre le armi e rimpiazzare i soldati morti, stanno rappresentando fattori cruciali e determinanti per l’esito del conflitto. Così l’Ucraina ha richiesto una accelerazione nella fornitura di armi da parte dell’Occidente, e la Russia, sottolineando queste difficoltà dell’esercito ucraino, ha avvalorato questa realtà, dichiarando che le riserve ucraine si stanno esaurendo, al fine di spronare gli sforzi con un orizzonte che vede la resa dell’Ucraina. La realtà probabilmente sta nel mezzo. Senza dubbio la cosiddetta “operazione speciale” è fallita, se siamo arrivati a 110 giorni di guerra. L’Ucraina, allo stesso tempo, è senza fiato. Ma anche la Russia sta soffrendo di un prolungamento non previsto della guerra. Intanto, lunedì 13 giugno, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sostenuto che il costo umano nella battaglia di Severodonetsk, città strategica dell’Ucraina orientale, è “terrificante”, assicurando che la battaglia del Donbass rimarrà sicuramente nella storia militare come una delle battaglie più violente d’Europa.

Tutto questo nel critico quadro internazionale, che sta vedendo gli europei essere artefici del destino dell’Ucraina. E dove l’Esecutivo comunitario dovrà disinnescare le reticenze degli Stati membri più restii al programma di un nuovo allargamento –  tra questi la Francia, la Germania e anche i Paesi Bassi – non provocando, per contro, la disapprovazione di quelle nazioni che caldeggiano per l’adesione dell’Ucraina all’Unione europea, come gli Stati Baltici, la Polonia la Grecia e l’Italia.Venerdì 17 giugno la Commissione europea dovrebbe dare il suo parere su tale “Questione”, dove sono comprese pure la Georgia e la Moldova. La sorte delle tre nazioni, ma soprattutto quella dell’Ucraina, sarà decisa dagli Stati membri nel corso di una riunione dei capi di Stato e di Governo, in programma il 23 e 24 giugno a Bruxelles. Tutto nell’ottica di un tramonto della globalizzazione e di un imminente assetto del Nuovo ordine mondiale.

22 commenti su “Ucraina senza respiro

  1. Scavando scavando e come volevasi dimostrare ci sono anche altri interessi, oltre a quelli già noti, dietro il conflitto. Chi fino ad ora ha sbandierato e sbandiera fattori ideologici dimostra solo di essere fuori tema oppure, ed è quello che credo io, che distorce la realtà dei fatti a proprio piacimento ed interesse.

      1. Mi riferivo ai giacimenti di litio ed uranio dell’Ucraina che sono stati oggetto di accordi con la UE. Le materie prime ed in particolare le terre rare la dicono lunga sul perché della insistenza di far entrare l’Ucraina nella UE, le persecuzioni dei russofoni nel Donbass e il conseguente scoppio del conflitto come evidenziato nel video del link.

  2. Nonostante i titoli dei giornali mainstream, i discorsi che sento nelle piazze comuniste di Livorno, i cui esponenti sono adesso contro Putin (cosa a parer mio illogica per dei veri comunisti quali si proclamano questi signori del popolo livornese) era inimmaginabile che la forza militare Ucraina potesse ribattere colpo su colpo a quella macchina da guerra che mette in campo la Russia, una delle potenze mondiali. Questo nonostante i millantati aiuti Europei di armi leggere e quant’altro. Con la Russia ha perso Napoleone, ha perso Hitler, cosa può l’Ucraina, che definisco una formica dinanzi ad un elefante?
    Grazie professore dei dati aggiornati e veritieri, soprattutto per averci ricordato che la guerra, la si fa pur sempre sul campo e reclama sempre il suo numero di morti. Dispiace solo che ancora oggi si parla di guerra con molta superficialità, perdendo di vista il fatto che la guerra è sempre e comunque distruzione e bagni di sangue.

  3. Grazie caro Fabio Marco per il tuo contributo di informazione corretta sul tema Ucraina-Russia.
    In questa storia, la cosa che davvero non riesco ad accettare più di altre è perchè vogliono farci credere che una crisi dell’economia occidentale iniziata anni fa, sia la conseguenza della guerra in Ucraina iniziata da poco? Perchè è cosi facile raccontare questa balla colossale?

  4. Grazie Professore, da quando la Russia si è ritirata da Kiev si è capito che l’impegno russo si sarebbe protratto nel tempo. Il generale inverno russo penso che però faccia paura a tutti: ai russi che non potranno avanzare, agli ucraini già ora stremati e agli europei bisognosi di energia. Qual è la sua visione?

    1. La guerra di logoramento si conduce sempre allo stesso modo, come nella I e II GM; la guerra si concluderà quando lo deciderà Putin, e l’Ucraina sarà comunque mutilata. Come ho detto anche nella trasmissione sulla Voce TV una potenza nucleare non perderà mai una guerra. Vediamo se i “Boiari” riusciranno a sostituire Putin, ma dovranno prima controllare il KGB che uno Stato nello Stato

  5. Carissimo Fabio, un altro articolo illuminante. Ormai non mi fido più dei cosiddetti canali ufficiali. Leggerti è diventato per me fondamentale soprattutto sulla questione Ucraina-Russia dove si scrive molto e si racconta poco. Abbiamo bisogno di informazioni vere ed equilibrate che rispecchino il più possibile i fatti come realmente accadono. Grazie di cuore per questi tuoi puntuali aggiornamenti.

  6. Il Prof. Fabio Marco Fabbri, docente e esperto di Storia dell’Europa orientale, ci offre un prezioso aggiornamento sulla situazione militare nella guerra in corso della Russia in Ucraina, attestando la netta superiorità dell’esercito russo. Ci sono dati dettagliati sulle forze in campo e sul numero delle vittime da fonti credibili.
    Vi invito a leggere e a commentare così come sto facendo l’analisi di Fabio Marco Fabbri. Grazie.
    Magdi Cristiano Allam

        1. Buongiorno Angela, Il Vaticano non ha potere verso Putin, come detto la decisione di finire la guerra passa sui negoziati per una Ucraina mutilata, vediamo se Putin vuole anche il controllo del Mar Nero, una sfaccettatura della “guerra dell’Acqua” …

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