Questa mattina leggo su La Pressa giornale on line della città di Modena:
«Mazzata a luglio per le imprese modenesi, con aumenti della bolletta per l’energia elettrica che oscillano tra il 100 per cento ed il 260 per cento nel confronto con il 2021: è quanto emerge da un’analisi svolta da Confcommercio Modena su un panel di oltre 100 imprese attive nei settori del commercio, del turismo, della ristorazione, dei servizi alla persona e dell’artigianato».
Se a luglio siamo in queste condizioni io non oso nemmeno immaginare come sarà con l’arrivo dell’inverno, di conseguenza il freddo e la necessità del riscaldamento.
Dall’analisi condotta emergono dati più che allarmanti:
«Entrando nel dettaglio di alcuni casi evidenziati dall’analisi: la bolletta del mese di luglio di un negozio di calzature di Castelfranco è passata da 2.000 a 6.500 euro (+225%); per una caffetteria a Mirandola si passa da 569 a 1.740 euro (+206%), per un bar tabaccheria a San Prospero da 987 a 3.553 euro (+260%), per un negozio di alimenti per animali a Modena da 1.619 a 5.430 euro (+235%), per una gioielleria a Modena da 1.485 a 5.000 euro (+237%), per una falegnameria a Pavullo da 2.579 a 6.575 euro (+155%), per un poliambulatorio a Novi da 1.339 a 3.787 euro (+183%)».
E poi ancora:
«Rischiano poi di rimanere di nuovo senza ossigeno il comparto della ristorazione e quello della ricettività, che più di altri hanno pagato un prezzo altissimo a causa della pandemia: l’aumento medio a luglio della bolletta della sola energia è stato per i ristoranti del 180%, mentre per gli alberghi siamo in una forbice tra il 100% – da 67.900 a 136.000 euro l’aumento per un albergo di Modena – ed il 325%, subito da un hotel di medie dimensioni a Sestola».
Le imprese stanno lavorando continuamente con la spada di Damocle sulla testa. Vessate, stremate senza più nemmeno lo stimolo per credere che qualcosa cambierà in un futuro prossimo, stanno morendo progressivamente una dopo l’altra. Che interesse ha lo Stato a ridurre un Paese alla soglia della povertà? Che interesse c’è per l’economia se le partite Iva, asse portante della Nazione spariranno dalla scena? Chi contribuirà al sostegno economico della Nazione? I titolari dei redditi di cittadinanza, elargiti a piene mani per comperarsi consensi? Lo Stato dovrebbe essere a servizio dei cittadini non il contrario. Se le cose non cambiano e in fretta, le conseguenze saranno drammatiche. A un popolo tartassato ingiustamente resta solo la ribellione prima che tutto diventi abitudine e rassegnazione passiva.
Susanna Romani
Giovedì 1 settembre 2022