Corriere della Sera, 14 settembre 2022 – Il blocco di centrodestra ha vinto le elezioni politiche in Svezia, scalzando la maggioranza dei socialdemocratici. Quando mancano ancora una ventina di sezioni al conteggio finale, l’alleanza tra i conservatori e il partito sovranista e anti immigrati di Jimmie Akesson (rivelazione dela tornata elettorale) ha un vantaggio di tre seggi (176 a 173) sulla maggioranza uscente. La premier socialdemocratica Magdalena Andersson ha annunciato le sue dimissioni.
Il responso delle urne – I due schieramenti alla fine sono separati da meno di un punto percentuale (49,6 % contro 48,9) ma ai socialdemocratici non è bastato nè essere il partito più votato (30,4) nè aver registrato un progresso di due punti percentuali; troppo debole è risultato l’apporto di consensi del resto della coalizione. Nel centrodestra, invece, lo schieramento più votato è proprio quello di Akesson (20,6, con un balzo di tre punti) a cui va ad aggiungersi il 19,1 dei conservatori. Il conteggio chiusosi domenica aveva già assegnato un vantaggio di strettissima misura alla destra ma mancavano all’appello ancora i voti espressi per posta e quello dei residenti all’estero. Oggi il margine di vantaggio è aumentato.
Le prime dichiarazioni – «È ora di mettere gli svedesi al primo posto»: questa la prima dichiarazione del leader sovranista. «Ora a noi spetta contrastare le forze che hanno alimentato odio e minacce» la replica della premier dimissionaria Andersson.
Chi è Akesson – Il protagonista dell’exploit del blocco di destra è Jimmie Akesson, leader di un movimento in costante ascesa. Il suo partito (che si chiama SD, democratici svedesi) ha negli anni scorsi espresso posizioni di destra radicale che si sono almeno all’apparenza ammorbidite in occasione di questa campagna elettorale. Akesson rifiuta qualunque accostamento a nostalgici del fascismo o del nazismo (ha espulso gli esponenti più estremisti) ma ritiene gli immigrati il più grande pericolo per la coesione sociale del Paese scandinavo; in particolare teme che la pressione migratoria possa mettere a repentaglio proprio la più svedese (e fiore all’occhiello della socialdemocrazia) conquista sociale, vale a dire il welfare ritenuto il migliore al mondo. I democratici svedesi fino al 2019 erano anche per l’uscita della Svezia dalla Ue, ora hanno cambiato posizione e hanno eletto anche due rappresentanti all’Europarlamento: fanno parte del gruppo dei conservatoti europei, lo stesso di Giorgia Meloni. Parimenti Akesson è passato in breve da posizioni filo putiniane e contrarie all’ingresso nella Nato a un aperto appoggio all’Ucraina e all’adesione di Stoccolma all’Alleanza Atlantica.
Cosa succede ora – Secondo i media svedesi, il nuovo premier non sarà Akesson ma il più rassicurante leader dei moderati di destra, Ulf Kristersson. Anzi, secondo le prime indiscrezioni che giungono da Stoccolma i sovranisti potrebbero dare solo un appoggio esterno al nuovo esecutivo, «accontentandosi» della presidenza del Parlamento. Kristersson ha messo al primo posto del suo programma il contenimento della criminalità e l’emergenza energetica.
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