L’Avvenire, 20 settembre 2022 – «L’amore di Dio che nell’Eucaristia ci raggiunge nella semplicità dei segni e del rito non ci dà il diritto di agire con disinvoltura o addirittura con trascuratezza e superficialità. Quanto emerge dal video che tu hai diffuso dimostra invece proprio questo: il contesto, l’abbigliamento, il modo di trattare le sacre specie, la libertà nel formulare le orazioni e la stessa preghiera eucaristica, alcune battute fuori luogo e infelici. Non si può condividere tutto questo».
Lo scrive il vescovo di Brescia Pierantonio Tremolada in una lettera a don Fabio Corazzina il quale, «in occasione di un tour ciclistico in Sicilia», ha celebrato Messa in diretta Facebook indossando un completo da ciclista. Il rito si è svolto domenica 11 settembre a Mazara del Vallo, con un tavolo come altare posto sotto un albero.
«Caro don Fabio, ti scrivo questa lettera, che intendo rendere pubblica, con un sentimento di profonda amarezza»: così si apre la missiva di Tremolada, che ha visto il video restandone «sconcertato e estremamente rattristato. Tu sai quanto io apprezzi la tua sensibilità per i temi sociali e la tua attenzione per i più poveri ed emarginati. In questo caso – prosegue la lettera rivolta al sacerdote nato nel 1960, ordinato nel 1984, oggi parroco di Fiumicello, già coordinatore nazionale di Pax Christi – ti devo invece dire chiaramente che non condivido quanto hai fatto e che considero molto grave quanto avvenuto».
L’Eucaristia, «il bene più prezioso che la Chiesa possiede», domanda «un cuore grato e prima ancora ammirato». E va celebrata con «assoluto rispetto» e «interiore devozione». Dunque: no a disinvolture, trascuratezze, superficialità. «Mi stupisce anche che tu non abbia pensato alle conseguenze di un simile atto, per altro intenzionalmente portato all’attenzione pubblica attraverso i social – prosegue Tremolada –. Come non rendersi conto dello sconcerto e del dolore che avrebbe provocato – e di fatto ha provocato – in tante persone che amano profondamente l’Eucaristia e la pongono al centro della loro vita di fede? Qui occorre davvero fare ammenda e chiedere umilmente scusa. Ti presto io la voce, lo faccio io a nome tuo nei confronti di tanti che si sono scandalizzati e mi aspetto che tu condivida con me questo bisogno. Ti chiedo poi di scegliere un gesto penitenziale, che esprima la consapevolezza della tua responsabilità e in qualche modo intervenga a riparare quanto accaduto».
Tremolada scrive a don Corazzina «con il cuore di vescovo» e «con la schiettezza che proviene da un affetto sincero», raccomandando vigilanza «affinché tutto questo non si ripeta» e invitandolo a fare tesoro della lettera apostolica di papa Francesco Desiderio desideravi. In questa vicenda «la buona fede» non basta: «In gioco c’è infatti un bene che è infinitamente più grande di noi e la carità verso i nostri fratelli e sorelle nella fede».
https://www.avvenire.it/amp/chiesa/pagine/prete-celebra-vestito-da-ciclista-il-vescovo-lo-richiama
Avevo già udito questa notizia. Non ho mai avuto occasione di imbattermi in questo personaggio ma costui è il risultato di anni di svilimento del Cristianesimo ; del resto ne ha un esempio nel suo superiore massimo, quel cardinale vestito di bianco che ha intronizzato una divinità pagana in Vaticano e che ha partecipato a riti negromantici in Canada.
Per contro la reazione del vescovo di Brescia, Mons. Tremolada, mi pare d’una tiepidezza scandalosa. Ricordo che lo stesso vescovo in periodo pandemico ha allontanato dalla sua parrocchia un parroco che denunciava che i vaccini erano stati formulati con linee fetali abortive e invitava i fedeli a non accettare l’inoculazione. Allora ebbe una reazione ben più incisiva.
Evidentemente la religione Cristiana gli è divenuta secondaria.
Inutile dire che da quel prete non mi aspetto alcun mea culpa.
Quello che mi fa più ribrezzo è che preti come questi sono coloro che fanno credere alla gente che essere cristiani sia come bere un bicchiere d’acqua.
Scandaloso ! Avevo già avuto modo di scontrarmi con lui sui social, don Fabio (don ) è un esaltato convinto che l’amore verso gli uomini sia uguale all’amore verso Dio… fa confusione tra le tante associazioni che soccorrono le persone in difficoltà e la nostra religione dove lo Spirito Santo guida le azioni dell’uomo, una marcia in più. Il vescovo ha chiesto scusa per lui, ormai ci sono sempre più i sacerdoti confusi… forse anche la stessa Chiesa deve rivedere la scuola teologica dove prepara i futuri apostoli di Dio.
Il don Corazzina è una ‘logica’ risultanza di una continua assurda ‘tolleranza’ della Chiesa : lo ha dimostrato negli ultimi anni. Come le visite turistiche nelle chiese e cattedrali: ormai diventano delle piazze. Con la scusa di ‘tollerare ed includere’ si permette di fatto una dissacrazione e non rispetto per coloro che considerano le chiese luoghi sacri dove si debba tendere ad un silenzio e rispetto assoluto. Come tutte le cose, un conto è sbagliare perchè siamo esseri umani (quindi lo sbaglio come eccezione), un conto permettere tutto o quasi come principio.
Troppo di frequente nelle chiese vediamo animali domestici, uomini in ciabatte e canottiera, gente che beve e talvolta mangia, donne svestite, gente che chiacchera e ride, telefonate. La scusa spesso è: ‘…tanto io non sono credente…’. Oppure qualche mammina ‘moderna’ la quale, ricevuta osservazione sul comportamento dei figlioletti, risponde: ‘…ma Gesù ha aperto a tutti…’. Poco importa se giocano, gridano, saltano su statue e banchi… E i preti zitti…il degrado è indefinibile. In genere, nella storia questi atteggiamenti dissacrativi preludono a qualcosa di indesiderato. Dio vendicativo e punitivo? Forse no ma, in un periodo dove si può discutere su tutto questi argomenti circa un “dio che si stufa ” e che “potrebbe punire” è un tabu. Nel senso che la negazione a priori implica una auto-autorizzazione ad giustificarsi sempre. Consapevoli forse che si stia esagerando. E, consapevoli che si dovrebbe correggere l’andazzo.