Il ministro degli Esteri russo Lavrov denuncia: «Adesso gli Stati Uniti sono parte del conflitto». E accusa: «In Occidente c’è una russofobia grottesca. Quello che gli occidentali vogliono fare non è sconfiggerci. Vogliono toglierci dalle cartine, cancellarci dalle mappe»

«Adesso gli Stati Uniti sono parte del conflitto», in Ucraina. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov nel corso di una conferenza stampa a margine dell’Assemblea generale dell’Onu a New York. «In Occidente c’è una russofobia grottesca». Quello che gli occidentali vogliono fare «non è sconfiggerci. Vogliono toglierci dalle cartine, cancellarci dalle mappe». «Gli Stati Uniti e i loro alleati sono dei dittatori», attacca. Quella di Washington «è una dittatura pura o un tentativo di imporla».

Lavrov ha definito, poi, «senza precedenti» le parole della presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen sulle elezioni politiche italiane, definendole «minacce della leadership europea», «l’Unione Europea si sta trasformando in una dittatura».

Quanto a qualsiasi ipotesi di una soluzione diplomatica la Russia, ribadisce Lavrov, «non farà il primo passo» nei colloqui per mettere fine alla guerra in Ucraina.

LA «RUSSOFOBIA DELL’OCCIDENTE» – Lavrov si è poi domandato le ragioni dell’atteggiamento occidentale nei confronti della Russia. «In Occidente c’è una russofobia grottesca», sottolinea. «Non ci possono perdonare perché abbiamo preso determinate posizioni nella storia, per la nostra posizione negli accordi di Varsavia, perché siamo stati favorevoli alla riunificazione della Germania o perché abbiamo ritirato le nostre truppe dall’America Latina, riconosciuto indipendenza dei Paesi dell’ex Unione Sovietica, perché abbiamo creduto che la Nato non si sarebbe estesa fino a Est», ha detto. «Ricordiamoci che le Nazioni Unite non sono state create per portarci in Paradiso, ma per salvarci dall’Inferno» sottolinea, citando l’ex Segretario generale delle Nazioni Unite Dag Hammarskjöld.

NUCLEARE – «E’ stato Zelensky il primo parlare di nucleare lo scorso gennaio e non noi», ha detto il ministro degli Esteri russo. Una conferenza stampa dove ha indicato che il presidente ucraino Volodomyr Zelensky «a gennaio ha detto che è stato un errore per l’Ucraina abbandonare le armi nucleari». E «dopo di lui, che è stato il primo a sollevare la questione, ha parlato di nucleare il ministro (degli Esteri, ndr.) francese Le Drian», ha proseguito Lavrov affermando che «noi abbiamo un protocollo per la sicurezza nucleare che è aperto a tutti e che invito a leggere».

Il ministro degli Esteri russo ha poi affermato che «nel 2014 i colleghi occidentali ci dissero che non potevamo accettare l’annessione della Crimea. Allora ricordammo loro il colpo di Stato durante il quale ci furono migliaia di morti e dove volevano cancellare la lingua russa. Allora ci fu un referendum in Crimea dove la stragrande maggioranza dei cittadini decise di riunirsi con la Russia. Lo stesso accade oggi».

I REFERENDUM IN UCRAINA – La Russia, dice Lavrov, «rispetterà pienamente la volontà popolare che si esprimerà tramite i referendum» che si sono aperti ieri e andranno avanti fino al 27 settembre nei territori dell’Ucraina orientale. «Diventeranno territori russi», ha aggiunto.

TAIWAN – In merito a Taiwan «gli Stati Uniti stanno giocando con il fuoco», dice Lavrov che avanza, poi, una richiesta. India e Brasile, chiede, siano candidati a essere membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. La loro presenza nell’Onu è «un segno di democrazia», ha aggiunto Lavrov.

ONU – «Cerchiamo di rendere più democratico il Consiglio di Sicurezza ampliando la rappresentanza dei paesi dell’Asia e dell’Africa. Sosteniamo la candidatura di India e Brasile per un seggio permanente», ha affermato Lavrov sostenendo che «i colleghi occidentali sono molto aggressivi nell’imporre la loro visione della democrazia come modo di organizzare la vita di tutti i Paesi».

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