Tutto scontato alle elezioni legislative. Giorgia Meloni parla da Presidente del Consiglio, la Commissione Europea le fa credito anticipando 21 miliardi. I suoi alleati e oppositori scommettono che durerà poco. La vera incognita è l’astensionismo

Cari amici Buona Domenica del Signore. Le elezioni legislative che si tengono oggi in Italia verranno probabilmente ricordate per essere state finora le più inconsistenti sul piano dei contenuti, le più superficiali sul piano retorico e le più noiose sul piano dell’interesse politico, in cui tutti hanno dato per scontata la vittoria di Giorgia Meloni, Presidente di Fratelli d’Italia, e in cui i principali soggetti partitici hanno messo in scena sin d’ora il ruolo che presumibilmente avranno dopo il voto.

Ad animare le elezioni è intervenuta in extremis la dichiarazione, infelice per lei e umiliante per noi italiani, del Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen che ha però avuto il merito, per un verso, di confermare chi veramente ci comanda e di costringerci a prendere atto che l’Italia non è più uno Stato indipendente e sovrano; per l’altro verso, di chiarire che Giorgia Meloni ormai parla con i toni pacati e concilianti come se già fosse il nuovo Presidente del Consiglio, distinguendosi nettamente da Matteo Salvini, Segretario Federale della Lega, che invece ha reagito con i toni accesi e di rottura propri di chi si concepisce e intende continuare a raccogliere il consenso come forza di opposizione. Un quadro che sin d’ora non depone bene per la tenuta del prossimo Governo verosilmente di Centrodestra.

Ricordo il testo della dichiarazione del Presidente della Commissione Europea, che corrisponde al Capo del Governo dell’Unione Europea, riportata dalla stampa il 23 settembre. Durante una sua conferenza all’Università di Princeton ha detto riferendosi alle elezioni legislative in Italia: «Vedremo i risultati delle elezioni. Il mio approccio è che qualunque governo democratico voglia lavorare con noi, ci lavoriamo insieme. Ma se le cose vanno in una direzione difficile – ho parlato del caso di Polonia e Ungheria – abbiamo gli strumenti».
Concretamente significa che se dalle elezioni dovesse scaturire un Governo sgradito all’Unione Europea, l’Italia subirebbe delle sanzioni sia politiche sia finanziarie come sta avvenendo con la Polonia e l’Ungheria accusate di violare i «diritti degli omosessuali» e il «diritto all’aborto» e, di conseguenza, non essere più uno Stato di diritto democratico.
A parte il fatto che è inaccettabile per qualsiasi Stato che un altro Stato o istituzione sovranazionale interferisca nei propri affari interni; che i temi della salvaguardia della sacralità della vita e della tutela della centralità della famiglia naturale appartengono alla sfera della morale in quanto «valori assoluti non negoziabili»; a parte ciò, è riprovevole che von der Leyen non sappia che c’è una radicale differenza tra la realtà politica e finanziaria dell’Italia rispetto a quella della Polonia e dell’Ungheria, sia per il maggior peso politico dell’Italia sia per il fatto che l’Italia, al pari della Germania e della Francia, è uno Stato «donatore netto», che significa che dà all’Unione Europea più di quanto riceve, per la precisione annualmente l’Italia dà circa 15 miliardi di euro e riceve circa 9 miliardi di euro, regalando circa 6 miliardi di euro. Ecco perché minacciare di sanzionare l’Italia si tradurrebbe in un farsi del male e trovarsi senza il generoso contributo elargito all’Unione Europea.

L’intervento di Giorgia Meloni è stato decisivo per prevenire l’esplosione di una crisi con l’Unione Europea: «Mi pare che la von der Leyen abbia già mandato una nota per correggere l’interpretazione che è stata data, per la quale le parole fossero un’ingerenza sulle elezioni italiane. Sarebbe stata una cosa francamente fuori misura rispetto al ruolo della Commissione». E ha aggiunto: «Rispetto alle dichiarazioni che ho sentito fare ad alcuni Commissari in questa campagna elettorale, penso che quando si entra a gamba tesa in una democrazia di uno Stato membro in realtà si fa qualcosa che nuoce alla credibilità della Commissione. Perché una cosa sono i partiti politici, il Parlamento, il ruolo politico, ma i Commissari è come se fossero i ministri di tutta la Commissione europea. Quindi consiglio prudenza, se si crede nella credibilità dei Commissari europei e della Commissione». Dopo aver scagionato la von der Leyen e rimproverato i Commissari europei, tra cui figura Paolo Gentiloni che è del Partito Democratico, la Meloni addossa la responsabilità principale su Enrico Letta, Segretario nazionale del Partito Democratico: «Sulla von der Leyen la responsabilità è della sinistra italiana che è andata in giro per il mondo a sputare sull’Italia pur di vincere le elezioni. E questo è inaccettabile. La differenza tra noi e loro è che io in Europa non ho bisogno di parlare male dell’Italia come fa Enrico Letta in campagna elettorale».

Il fatto che la Commissione Europea abbia annunciato l’anticipo del versamento all’Italia della seconda rata dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, pari a 21 miliardi di euro, che dovevano essere concessi il 29 settembre, suona come un’apertura di credito nei confronti della Meloni sin dalla vigilia del voto che la vede candidata certa alla vittoria e a ricoprire la carica di Presidente del Consiglio.

Di tutt’altro contenuto e toni è stata la reazione di Matteo Salvini: «Von der Leyen dice che se va male alle elezioni sono pronti a intervenire? Va male per lei vuol dire che non vince la sinistra? Un tono minaccioso inaccettabile per una democrazia, questa signora rappresenta tutti i cittadini europei»; «Non può permettersi di minacciare e influenzare il voto degli italiani che sono liberi. La sua suona come una minaccia. Si preoccupi a mettere un tetto al prezzo del gas. Sono parole disgustose»; «Che cos’è? Un ricatto, una minaccia, bullismo istituzionale? O chiede scusa o si dimetta. Per me non è normale, è vergognoso, non è democratico, che a tre giorni dal voto, la presidente di tutti gli europei esca con una dichiarazione simile»; «Quando i tedeschi, nella storia dell’uomo, minacciano non succedono mai cose positive».

Cari amici, in questo quadro desolante sul piano politico e sempre più preoccupante sul piano economico a causa dell’impennata del costo dell’energia e delle materie prime, con l’inevitabile ricaduta sulla stabilità sociale e della sicurezza, la vittoria certa della Meloni sembra non solo frutto del suo merito, ma conseguenza della scelta dei suoi alleati, Salvini e Berlusconi, e dei suoi rivali del Centrosinistra, di non assumere direttamente la responsabilità del Governo nella consapevolezza che chiunque siederà sulla poltrona del Presidente del Consiglio verrà travolto dalla tempesta politica che sarà sempre più incontrollabile e verrà personalmente “bruciato” sul piano politico.
Forse l’unica vera incognita, escludendo il ruolo ininfluente che potranno avere i cosiddetti partiti “antisistema” qualora riuscissero a superare la soglia del 3%, sarà la percentuale degli astensionisti, dei cittadini italiani che non credono più in tutti i partiti e che questo sistema di potere possa essere riformato dall’interno delle istituzioni.
Già da questa sera avremo i primi risultati che ci consentiranno di delineare il nuovo quadro politico e il nuovo Governo, che forzatamente dovrà continuare a fare ciò che ha finora ha fatto Mario Draghi, perché l’Italia non è più uno Stato indipendente e sovrano e chi ci comanda è l’Eurocrazia e la grande finanza speculativa globalizzata che promuovono il “Nuovo Ordine Mondiale”.
Noi andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo.

Magdi Cristiano Allam
Presidente della Comunità «Casa della Civiltà»

Domenica 25 settembre 2022

4 commenti su “Tutto scontato alle elezioni legislative. Giorgia Meloni parla da Presidente del Consiglio, la Commissione Europea le fa credito anticipando 21 miliardi. I suoi alleati e oppositori scommettono che durerà poco. La vera incognita è l’astensionismo

  1. Se non si crede più alle rappresentanze politiche degli oppositori al Regime, ch’ eppure in questi tre anni di falsa pandemia hanno combattuto il sistema dentro e fuori delle istituzioni, allora abbiamo due vie obbligate: l’omologazione coatta al Potere, oppure il combattimento contro il Potere facendo uso di armi.
    Quanti di coloro che dicono che anche l’opposizione è controllata e manipolata , il 26 aprile avranno la forza di formare bande partigiane, mettendo a rischio la propria vita?Nessuno. Nessuno, anche se la nostra vita, il nostro futuro, la nostra esistenza, la nostra capacità di esprimerci liberamente è a rischio già da molti anni.
    Anni e anni di manipolazione mediatica hanno creato, soprattutto nei più giovani, una mentalità fatta di rassegnazione e vigliaccherìa. Davide che mette il sasso nella fionda per lanciarlo contro Golia è reputato un cretino dalle masse. I sovra poteri nazionali (detti anche Deep state) da molti anni stanno screditando e affamando chiunque mostri un poco di idealismo. La mentalità complottista è diventata una sindrome di massa. Tutti vedono complotti anche dove non ci sono, e si arriva a pensare che ognuno di noi è un “duro e puro” e tutti gli altri sono asserviti a poteri forti. Il lettore che mi leggera starà già pensando che sono pagato da qualche entità per prendere una posizione contro l’astensionismo.
    Probabilmente la Meloni, prossimo presidente del Consiglio, è già asservita, chi lo sa. Ma pensare che il prossimo Governo decida in assenza di una opposizione fisica e formale, significa che la narrazione distopica e dispotica sia ad uno stadio molto avanzato, e sarà facile toglierci del tutto il libero arbitrio e renderci simili a macchine ubbidienti.

  2. Il Sistema, attraverso il megafono Von der Leyen, fa credere agli italiani che il loro voto conta davvero.
    In rete si stanno già strappando le vesti per le dichiarazioni della cattiva matrigna Ursula.
    Avendo sottomano sondaggi con altissimi numeri di astensionisti, fanno credere che, andando a votare in un certo modo, le cose possano davvero cambiare.
    Lo abbiamo visto fino ad oggi: tutti i partiti seguono la stessa Agenda. Anche Meloni , solo sulla carta, opposizione.
    I nuovi partiti, detti anche “anti-sistema”, hanno come unico obiettivo quello di portare quante più persone possibili a votare.
    Questi micro-partiti, sanno perfettamente che non arriveranno mai al 3% necessario.
    Quindi, di fatto, anche questi voti andranno al banco, legittimando il Sistema a continuare con il programma per la distruzione dell’Italia.
    E’ un Consenso Informato, come per il siero genico grafenato.
    Questa distruzione deve finire, la delegittimazione del Sistema deve essere Totale.Adesso, si deve Ricostruire.

    1. E quindi cosa proponi di fare? Quale sarebbe l’alternativa? Gutta cavat lapidem o rerum mutationis? Chi vota propende per la goccia sperando di erodere il sistema piano piano, chi non vota ritengo propenda per la mutazione dello status quo repentino. E’ così?

  3. Il Sistema, attraverso il megafono Von der Leyen, fa credere agli italiani che il loro voto conta davvero

    In rete si stanno già strappando le vesti per le dichiarazioni della cattiva matrigna Ursula.

    Avendo sottomano sondaggi con altissimi numeri di astensionisti, fanno credere che, andando a votare in un certo modo, le cose possano davvero cambiare.
    Lo abbiamo visto fino ad oggi: tutti i partiti seguono la stessa Agenda. Anche Meloni , solo sulla carta, opposizione.
    I nuovi partiti, detti anche “anti-sistema”, hanno come unico obiettivo quello di portare quante più persone possibili a votare.
    Questi micro-partiti, sanno perfettamente che non arriveranno mai al 3% necessario.
    Quindi, di fatto, anche questi voti andranno al banco, legittimando il Sistema a continuare con il programma per la distruzione dell’Italia.
    E’ un Consenso Informato, come per il siero genico grafenato.

    Questa distruzione deve finire, la delegittimazione del Sistema deve essere Totale.
    Adesso, si deve Ricostruire.

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