GIUSEPPE DE RUVO: “Il protocollo nucleare statunitense. È il Presidente che preme il “bottone rosso” che lancia l’atomica dopo aver sentito i capi della CIA, NSA, FBI ed Esercito”

geopop.it, 31 ottobre 2022 – Gli Stati Uniti sono una grande potenza nucleare e, pur possedendo meno testate atomiche della Russia, sembrano essere dotati di un protocollo di lancio più agevole e preciso.
Al contrario di quanto avviene a Mosca, inoltre, esiste davvero una valigetta con un pulsante nelle mani del Presidente (chiamata “nuclear football”), potenzialmente in grado di innescare una guerra nucleare.
In questo articolo capiamo chi prenderebbe la decisione di procedere a un attacco e secondo quale procedura.

Prima di vedere nel dettaglio il protocollo americano per lanciare una bomba atomica, è necessario ricordare che al momento gli Stati Uniti sono l’unico Paese ad aver mai lanciato un attacco nucleare contro uno Stato rivale. Colpirono Hiroshima e Nagasaki nel 1945, per costringere il Giappone alla resa, e posero fine così alla Seconda Guerra Mondiale.

Ad oggi, gli Stati Uniti possiedono circa 5500 testate atomiche, di cui più di un migliaio in fase di dismissione. Delle restanti, circa la metà sono in America, mentre l’altra metà è dislocata in alcuni Paesi alleati, tra cui l’Italia. Bisogna tenere presente che queste bombe sono interamente sotto giurisdizione americana e dunque hanno uno statuto diverso da quelle che si trovano, ad esempio, in Francia, che invece sono sotto il controllo del governo francese (che è a sua volta una potenza nucleare) e della NATO.

Le bombe NATO, invece, di per sé non esistono, nel senso che sono di proprietà dei singoli Paesi (Francia, Regno Unito, USA ecc.) e possono essere usate dall’Alleanza Atlantica in maniera congiunta qualora gli Stati, dopo aver riconosciuto una minaccia comune, decidano di reagire unitariamente. Sarebbe dunque sbagliato considerare la NATO come proprietaria di testate atomiche e certamente gli USA non hanno alcuna legittimità nel richiedere l’uso di armi nucleari, ad esempio, alla Francia.

Ma torniamo agli Stati Uniti. In America esiste effettivamente una “valigetta atomica”, che è sempre con il Presidente ed è affettuosamente soprannominata “nuclear football”. All’interno della valigetta vi è una tessera, chiamata “biscotto”, che contiene i codici di autenticazione necessari per far effettivamente partire l’attacco atomico.

Solo il Presidente può avere accesso alla valigetta e in questo la procedura americana è molto diversa da quella russa, perché il Presidente russo, invece, non può lanciare autonomamente un attacco nucleare, ma deve sempre coordinarsi con il Ministro della Difesa e con il Generale Interforze, i quali devono inserire anche i loro codici per far partire l’attacco.

Ciò, ovviamente, non significa che il Presidente americano possa decidere a suo piacimento di usare la bomba atomica. C’è un dibattito giuridico in corso, ad esempio, per decidere se il Presidente debba ricevere un’approvazione del Congresso. Ovviamente questa posizione è criticata dall’intelligence, perché si perderebbe l’effetto sorpresa del lancio.

Il vero contrappeso al potere presidenziale – come quasi sempre in America – è informale. Tutti gli apparati dello Stato (CIA, National Security Agency, FBI, Esercito) concorrono alla decisione presidenziale. Il Presidente, tendenzialmente, si trova davanti una serie di opzioni presentategli dai capi di questi apparati e decide semplicemente quale opzione assecondare. Dunque, difficilmente la scelta di lanciare la bomba atomica sarebbe una decisione presidenziale. È più probabile che la decisione sia stata già presa altrove. Tuttavia, il “bottone rosso” deve poi premerlo lui.

L’America ha un sistema di lancio estremamente efficace, a differenza di quello russo. Ciò deriva da decenni di pianificazione ed esercitazioni nei quali gli USA hanno vagliato ogni possibile ipotesi. Questa efficienza, però, è un ulteriore fattore di limitazione verso il potere del Presidente.

All’interno della nuclear football, infatti, vi è un grande taccuino nero, sul quale vi sono scritti in rosso tutti i possibili attacchi che l’America può ricevere e la conseguente risposta che gli USA dovrebbero dare. Insomma, il Presidente non ha ampio margine di scelta: deve seguire gli ordini del taccuino, generati da decenni di pianificazione strategica.

Ciò ha anche un’altra conseguenza: il sistema nucleare americano è pensato per difendersi o per rispondere a un attacco e non per attaccare (a differenza di quello russo, che infatti è molto fornito di armi nucleari tattiche, più utili per un’azione offensiva). La potenza atomica americana sarebbe in parte ridimensionata se impiegata per attaccare, perché non è stata pensata, preparata e organizzata per questo scopo.

Insomma, in conclusione, il modernissimo e organizzatissimo sistema nucleare americano non ha eguali nel mondo, eppure – proprio per la sua strettissima organizzazione – lascia poco spazio all’interpretazione del Presidente e difficilmente potrebbe essere utilizzato in maniera offensiva.

https://www.geopop.it/come-funziona-il-protocollo-nucleare-americano-per-lanciare-latomica-e-chi-lo-autorizza/

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