I due missili caduti ieri sul villaggio di Przewodow in Polonia, vicino al confine con l’Ucraina, causando due vittime, non sono stati lanciati dalla Russia.
L’account Twitter “Ukraine Weapons Tracker” che si occupa di debunking e monitoraggio dell’utilizzo di materiale bellico durante la guerra in Ucraina dà questa versione dei fatti.
«Quindi cosa si è schiantato oggi nel villaggio di Przewodów, in Polonia? Abbiamo – scrivono sul noto social network corredando il tutto con alcune immagini – analizzato le foto disponibili dei frammenti e siamo giunti alla chiara conclusione che appartengono al motore 48D6 del missile serie 5V55 del sistema S-300 AD, ucraino».
Dopo la sentenza sono arrivate diverse critiche, ma gli analisti da quasi 800 mila follower hanno mantenuto il punto: «Sentitevi liberi di controllare la posizione e quanto dista dai confini russi e persino bielorussi. E poi controllate la portata massima del missile citato per la modalità terra-aria, nella modalità di attacco al suolo è ancora inferiore».
La Russia aveva subito smentito la sua responsabilità e aveva denunciato «una deliberata provocazione che ha l’obiettivo di causare una escalation della situazione». Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha detto: «La Polonia aveva tutti i mezzi per dire immediatamente che, vicino al confine ucraino, erano caduti frammenti di missili S-300 e di conseguenza tutti avrebbero capito che non poteva trattarsi di missili appartenenti alle forze armate russe».
A scagionare la Russia è stato lo stesso Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che ha definito «improbabile» l’ipotesi che il missile che ha colpito la Polonia e ucciso due persone fosse stato lanciato dalla Russia. Biden ha detto: «Le prime informazioni smontano quell’ipotesi. Io non voglio dirlo fino a che l’indagine non è completata. È improbabile, vedendo la traiettoria, che sia stato sparato dalla Russia». Successivamente Biden ha chiarito che è stato un missile della difesa aerea ucraina all’origine della deflagrazione che ha causato due morti.
Il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan, presente al Vertice del G-20 a Bali, ha detto che secondo le indagini preliminari è stato un «errore tecnico». Più specificatamente Erdogan ha detto: «Occorrerà attendere un esame più attento, ma non sono di fabbricazione russa. Devo rispettare la dichiarazione fatta dalla Russia. Questo incidente non ha nulla a che fare con loro».
La Francia ha detto che molti Paesi hanno quel tipo di missile: «È logico che affrontiamo la questione con la massima cautela. Molti Paesi hanno lo stesso tipo di armi, quindi l’identificazione del tipo di missile non identificherà necessariamente chi c’è dietro».
La Polonia aveva chiesto una riunione di emergenza Nato, basata sull’articolo 4 dell’Alleanza Atlantica che recita: «Le parti si consulteranno ogni volta che, nell’opinione di una di esse, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fosse minacciata».
A soffiare sul fuoco era stato il Presidente ucraino Volodymir Zelensky, dando per scontato che si trattava di missili russi e qualificando l’attacco come «uno schiaffo in faccia al G20», denunciando un «attacco alla sicurezza collettiva», una «escalation significativa» e, rivolgendosi alla Nato ha detto: «Dobbiamo agire».
Il ministro della Difesa lettone, Artis Pabriks, ha usato toni duri: «Il criminale regime russo ha lanciato missili che hanno preso di mira non solo i civili ucraini, ma sono anche caduti su territorio Nato in Polonia. La Lettonia sostiene pienamente gli amici polacchi e condanna questo crimine».
Il ministro degli Esteri dell’Estonia, Usmar Reinsalu, ha detto: «Le ultime notizie dalla Polonia sono delle più preoccupanti. Ci stiamo consultando in modo attento con la Polonia e gli altri Alleati. L’Estonia è pronta a difendere ogni centimetro di territorio Nato».
Il premier ungherese dice che Zelensky dà un cattivo esempio in quanto un leader deve essere più responsabile a dichiarazioni che possono portare a tragiche conseguenze.
Stanno ancora di capire come il fatto possa essere accaduto. Di fatto Biden ha detto che l’opzione d’intervento NATO è da escludere.
Certo che a Zelensky pur di vincere la “sua guerra” con Putin vedrebbe bene il coinvolgimento NATO con tutto ciò che ne consegue.
Oramai pare conclamato che i missili “caduti” in Polonia siano ucraini. La domanda sorge spontanea: quante sono le possibilità che questi missili siano caduti “per errore” dal lato opposto rispetto a quello dove avrebbero dovuto essere lanciati? Sarò ormai una complottista conclamata ma mi pare proprio un tentativo per giustificare un intervento della Nato (visto che la Polonia ne fa parte e l’Ucraina no) agli occhi del mondo occidentale.
Qualche amico della Casa della Civiltà ha avuto la mia medesima impressione?