Quotidianamente, corriamo un rischio di cui non ci rendiamo conto: quello legato alla percezione della realtà ed alla sua interpretazione. A prescindere dal livello culturale, abbiniamo le nostre considerazioni generaliste su elementi e dati provenienti più dal “sentito dire” che da fonti attendibili, sviluppando una visione distorta di ogni aspetto della realtà.
Un esempio è la locuzione “il fine giustifica i mezzi”, attribuita erroneamente a Macchiavelli, o il più banale “mi è caduta sul pisello” con il quale si attribuisce a Mike Bongiorno una esclamazione, mai pronunciata, durante il quiz “Rischiatutto”, nei confronti di una concorrente.
Più determinante, ai fini sociali, è quando questa distorsione si riflette nei settori di rilevanza come l’economia, la politica, la società.
Per la maggior parte delle persone, USA e Russia sono i principali motori dell’industria bellica mondiale, mentre l’Italia ne rappresenta il fanalino di coda.
Esaminando, tuttavia, i dati del Sipri (Stockolm International Peace Research Institute) ci accorgiamo che la realtà è ben diversa.
Da questi dati emerge che a fronte di una popolazione totale italiana che rappresenta il 41% di quella Russa (59 milioni l’Italia, 143 milioni la Russia), la spesa bellica del nostro Paese, nel 2021, ha raggiunto quasi il 50% di quella russa. Più precisamente, 32 milioni di dollari contro circa 66 milioni.
Un dato che, analizzato pro-capite, si traduce in un spesa italiana maggiore della Russia! 530 milioni di dollari contro 452 milioni.
Un dato che pone l’Italia al 28esimo posto nella spesa pro-capite, davanti alla Russia ferma al 31esimo posto.
Confrontando questi dati con quelli di “Global Firepower”, l’azienda che fornisce una visualizzazione analitica dei dati relativi alle 142 potenze militari moderne mondiali, osserviamo una divergenza, a favore della Russia, per ciò che riguarda l’indice di forza militare.
Quest’ultimo rappresenta un parametro ottenuto confrontando popolazione totale, personale militare ed unità di volo, terra, mare complessivi.
La Russia è al secondo posto dietro gli Stati Uniti, con un personale militare inferiore solo alla Corea del Sud, mentre l’Italia è all’11esimo posto. Il nostro personale militare complessivo rappresenta un decimo di quello russo e le nostre forze di terra un ventesimo.
Il dubbio nasce spontaneo: se la spesa bellica italiana è circa la metà di quella russa, come può essere possibile che questo rapporto scenda ad un decimo o ad un ventesimo per ciò che riguarda una lettura più specifica delle forze militari, costringendoci a dipendere, per la nostra sicurezza, dagli Stati Uniti e dalla NATO?
Più semplicemente: se non viene investita per fini militari, come viene spesa questa ingente somma di denaro dei contribuenti nostrani? Corruzione e burocrazia sarebbero le risposte più logiche ma, suppongo, che anch’esse sarebbero il frutto di quella percezione distorta della realtà che alimenta ormai il nostro quotidiano vivere.
Molto interessanti le verifiche di questi dati da te proposte, caro Alex.