MAGDI CRISTIANO ALLAM: “La vittoria delle donne iraniane in lotta per l’emancipazione potrà avere successo solo con la sconfitta della teocrazia islamica e l’avvento di un governo laico”

Cari amici buongiorno. L’astensione della squadra di calcio dell’Iran di cantare l’inno nazionale ai Mondiali del Qatar, in segno di solidarietà con le proteste divampate nel Paese contro la violenta repressione delle donne che si ribellano all’obbligo di indossare il velo, è l’ultimo fatto che attesta che la battaglia delle donne islamiche per il riscatto dei diritti fondamentali della persona può tradursi in un cambiamento reale della società e favorire l’avvento di un sistema di potere laico.

Nell’incontro pubblico che ho tenuto domenica scorsa, 20 novembre, a Orvieto sul tema “Donne e islam”, organizzato dal Distretto Centro della Fidapa (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari), nell’ambito delle iniziative per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, indetta dalle Nazioni Unite e che ricorre il 25 novembre, ho sostenuto che il cambiamento delle società islamiche è possibile, ma potrà concretamente affermarsi solo con la sconfitta della teocrazia islamica.

Ho raccontato che sono personalmente testimone della realtà di società sostanzialmente laiche a maggioranza islamica, in cui sono nato e vissuto per vent’anni a partire dal 1952, in cui gran parte delle donne musulmane vestivano all’occidentale e non indossavano il velo, così come al mare ci andavano in costume da bagno e talune in bikini.
Ma ho chiarito che la realtà delle società laiche in seno a una popolazione musulmana, è stata possibile solo perché il Governo e le leggi dello Stato erano laiche, s’ispiravano a modelli politici, giuridici e culturali europei. E ho sottolineato che il Governo e le leggi sostanzialmente laiche sussistevano perché il Capo dello Stato era decisamente e esplicitamente ostile alla teocrazia islamica, combatteva anche con la repressione violenta le organizzazioni e il pensiero che si ispirano all’applicazione letterale e integrale del Corano e di Maometto, che noi concepiamo e subiamo come manifestazioni dell’integralismo, del radicalismo e del terrorismo islamico.

Il nodo cruciale del rapporto tra gli europei e gli occidentali nei confronti dell’islam, è la difficoltà sul piano concettuale e il rifiuto sul piano operativo di accettare la realtà dell’islam per quello che veramente è, ossia ciò che Allah prescrive nel Corano e ciò che ha detto e ha fatto Maometto, attestato nella Sunna, che sono le due principali fonti che ispirano la Sharia, la legge islamica.

La realtà è che non esiste un “islam moderato” e un “islam radicale”, come ha detto il Presidente turco Erdogan «l’islam è l’islam», perché non esistono un “Corano moderato” e un “Corano radicale”, ugualmente Maometto è sempre lo stesso.
Dalla mia esperienza di musulmano per 56 anni, condannato e minacciato di morte da altri musulmani che hanno indotto lo Stato italiano da vent’anni ad affidare a una scorta armata la tutela della mia incolumità fisica, ho preso atto che i musulmani come persone possono essere moderati, ma che l’islam come religione non è moderato. E l’insieme della realtà storica evidenzia che i musulmani possono essere moderati solo se sono sottoposti a uno Stato e a delle leggi laiche, in cui sono tenuti a rispettare la laicità e in cui vengono sanzionati se non rispettano la laicità.

Ecco perché bisogna sempre distinguere tra la dimensione della persona e la dimensione della religione.
Ogni persona ha la sua specificità, sintesi della propria esperienza familiare, educativa, sociale, economica, culturale e, anche religiosa, ma nessuno di noi è la trasposizione automatica e acritica dei dogmi della famiglia, nessuno di noi è il clone dell’altro.
Viceversa l’islam come religione è immutabile e immodificabile nel tempo e nello spazio. L’islam si fonda su due pilastri: il Corano e Maometto. Per i musulmani il Corano è un testo sacro “increato” al pari di Allah, della stessa sostanza di Allah, è Allah stesso che si invera, si sostanzia nel Corano.
Possiamo dire che mentre il cristianesimo è la fede nel Dio che si fa uomo e che si “incarna” in Gesù, l’islam è la fede nel Dio che si fa testo e che si “incarta” nel Corano.
In realtà il Corano non è null’altro che ciò che Maometto disse che Allah gli aveva rivelato direttamente o tramite l’Arcangelo Gabriele. Quindi il vero pilastro dell’islam è Maometto. E Maometto è stato un uomo inequivocabilmente violento, che ha ucciso con le proprie mani i suoi nemici, che nel 627 partecipò allo sgozzamento e alla decapitazione di circa 900 ebrei maschi adulti della tribù dei Banu Quraiza a Medina, così come è stato inequivocabilmente maschilista e misogeno.

Specificatamente, in riferimento alla giusta battaglia delle donne iraniane contro l’obbligo di indossare il velo, ebbene la verità è che il velo è prescritto nel Corano. Allah impone alla donna di coprirsi con il velo. Perché il corpo della donna è considerato di per sé peccaminoso e deve essere pertanto occultato per non eccitare i maschi.
«O Profeta, di’ alle tue spose, alle tue figlie e alle donne dei credenti di coprirsi dei loro veli, così da essere riconosciute e non essere molestate. Allah è perdonatore, misericordioso». (33, 59)
«E di’ alle credenti di abbassare i loro sguardi ed essere caste e di non mostrare, dei loro ornamenti, se non quello che appare; di lasciar scendere il loro velo fin sul petto e non mostrare i loro ornamenti ad altri che ai loro mariti, ai loro padri, ai padri dei loro mariti, ai loro figli, ai figli dei loro mariti, ai loro fratelli, ai figli dei loro fratelli, ai figli delle loro sorelle, alle loro donne, alle schiave che possiedono, ai servi maschi che non hanno desiderio, ai ragazzi impuberi che non hanno interesse per le parti nascoste delle donne. E non battano i piedi, sì da mostrare gli ornamenti che celano. Tornate pentiti ad Allah tutti quanti, o credenti, affinché possiate prosperare.» (24, 31)

L’obbligo del velo si colloca nella convinzione, manifestata da Maometto, che le donne sono esseri inferiori, schiave sessuali e dannate all’Inferno
Allah concepisce la donna come un essere antropologicamente inferiore. Gli uomini sono superiori alle donne perché Allah preferisce gli uomini alle donne e perché gli uomini pagano una dote per possedere la moglie.
Maometto all’età di 50 anni sposò una bambina di 6 anni e la deflorò a 9 anni. Così l’islam legittima la pedofilia consentendo ai maschi spose-bambine di 9 anni.
Per Allah le donne sono un oggetto sessuale a disposizione del marito.
Per Allah il marito ha il diritto di picchiare preventivamente la moglie «se teme la sua insubordinazione».
Allah legittima la poligamia. Il musulmano può avere fino a quattro mogli contemporaneamente, più tutte le schiave sessuali che può permettersi.
Allah condanna a morte gli adulteri e le adultere.
Allah concepisce il Paradiso come un bordello per soli uomini allietati sessualmente da 72 donne eternamente vergini e da fanciulli effeminati.

La Storia ci insegna che dobbiamo distinguere la dimensione della persona dalla dimensione della religione, che è sbagliata la sovrapposizione delle due dimensioni sia quando si assolve l’islam partendo dal comportamento moderato o laico di taluni musulmani, sia condannando l’insieme dei musulmani come persone partendo dalla realtà violenta, maschilista e misogena del Corano e di Maometto.

La realtà della presenza dei musulmani dentro casa nostra, connotata anche da vicende tragiche culminate con le donne musulmane represse, picchiate o uccise dai propri familiari per il rifiuto di indossare il velo o di sposare l’uomo imposto dalla famiglia, ci impone di esigere dai musulmani, al pari di tutti i cittadini, la condivisione dei valori fondanti della nostra civiltà, a partire dalla sacralità della vita di tutti, la pari dignità tra uomo e donna, la libertà di scelta personale; in parallelo dobbiamo esigere il rispetto delle nostre leggi e l’ottemperanza delle regole che sostanziano la civile convivenza.

In definitiva, se vogliamo salvaguardare la nostra civiltà che si fonda sul rispetto della vita, della dignità e della libertà di tutti, dobbiamo avere la forza interiore e la fermezza istituzionale di farci rispettare dentro casa nostra, esigendo dai musulmani di comportarsi né più né meno come sono tenuti a comportarsi tutti i cittadini; in parallelo dobbiamo avere l’onestà intellettuale e il coraggio umano di mettere fuori legge l’islam come religione dentro casa nostra, senza mai ledere alla vita, alla dignità e alla libertà dei musulmani come persone, chiarendo a tutti che l’islam è un sistema di potere del tutto incompatibile con la nostra Costituzione, è in contrasto con la nostra civiltà, è storicamente il nemico che da 1400 anni non ha mai cessato di voler sottomettere l’Europa.

Cari amici, andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo a far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l’Italia.

Magdi Cristiano Allam
Fondatore della Casa della Civiltà

Martedì 22 novembre 2022

2 commenti su “MAGDI CRISTIANO ALLAM: “La vittoria delle donne iraniane in lotta per l’emancipazione potrà avere successo solo con la sconfitta della teocrazia islamica e l’avvento di un governo laico”

  1. La ribellione delle donne iraniane, agognata e sognata da tutte noi donne occidentali a cominciare dalla grande coraggiosa donna Oriana Fallaci, riempie i rotocalchi e i quotidiani di tutto il mondo. Più l’islam tenta di soffocare le donne iraniane, più diventano numerose. Gli uomini musulmani non possono e non vogliono cedere. Non vogliono riconoscere alle loro donne pari dignità e pari diritti. Sono anni che grido ai quattro venti: le donne iraniane, le musulmane hanno la forza dei loro uteri, e finalmente cominciano a recepire il concetto, farlo proprio e sbattere in faccia ai loro uomini la realtà : le donne musulmane sono individui non inferiori ad alcuno. Gli uomini musulmani temono le donne, le hanno sempre temute, le hanno schiavizzate e strumentalizzate. Il mio motto è : ” donne musulmane di tutto il mondo unitevi e ribellatevi. Non mollate. Noi occidentali, sia uomini che donne siamo al vostro fianco. Ersilia Lia Barracca segretario regione Lazio PAI Partito Anti Islamizzazione.

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