STEFANO BURBI: “Liberiamoci dal conformismo che sovverte la natura, trasforma l’eccezione in normalità e il vizio in virtù”

Dovremmo trovare il coraggio di difendere l’ovvio, di non avere paura di dire che il conformismo di oggi contro ogni logica è peggiore del conformismo di un tempo, che almeno aveva una coerenza.

Le teorie gender che cercano di imporci in tutte le salse sono irritanti e del tutto demenziali, perché un conto è avversare discriminazioni e pregiudizi, cosa del tutto buona e giusta, ma un altro conto è promuovere confusione e sovvertire la natura.

Il rischio è di seguire le mode e di cancellare l’essenza delle cose, trasformare in normalità l’eccezione, il vizio in virtù.

E, si badi bene, strombazzare a destra e a sinistra parole come inclusione e diversità (soprattutto da parte di chi prima tifava per l’apartheid sanitario) non significa difendere alcunché, ma serve solo ad attribuirsi la patente di benpensante e ad acquisire la tessera del partito unico dei buonisti idioti.

La strage avvenuta recentemente negli Stati Uniti, in una discoteca gay in Colorado, dove un killer ha aperto il fuoco uccidendo cinque persone e ferendone 17, è passata sotto silenzio, dopo l’iniziale clamore mediatico, quando si è scoperto che il responsabile era un cosiddetto “non binario”.
Peccato non fosse un suprematista bianco, maschio, fautore del patriarcato, e magari elettore di Trump: ne avrebbero parlato tutto il giorno, tutti i giorni, con quella insopportabile retorica sinistra per cui i cattivi sono sempre i soliti reazionari che si rifiutano di definire progresso l’idea che un uomo possa partorire o che un giorno possa sentirsi donna, un altro cavallo, un altro ancora, magari, seggiola, fra i gridolini di soddisfazione di una massa che tre anni di narrazione pandemica ha dimostrato essere facilmente manipolabile.

Stefano Burbi

(27 novembre 2022)

5 commenti su “STEFANO BURBI: “Liberiamoci dal conformismo che sovverte la natura, trasforma l’eccezione in normalità e il vizio in virtù”

  1. Stefano grazie.
    Ti voglio dire che comunque le tue parole non sono grida nel deserto perché sono condivise da moltissimi e sicuramente da tutti i componenti della Casa della Civiltà. Sono parole che io sento pronunciare parlando con le persone che conosco, dalle più umili alle più acculturate senza distinzione di sorta. Il problema è che chi la pensa come noi non ha la stessa visibilità mediatica che hanno coloro che professano queste assurdità. E se pur riescono ad averla è solo in confronti dove volutamente vengono messi in minoranza, in difficoltà, se non in impossibilità di esprimere un compiuto pensiero. Un rimedio che ho adottato è quello di scoraggiare tutti gli amici a seguire radio e tv di di Stato facendo capire loro che il bombardamento a cui ci sottopongono è finalizzato ad un disegno ben preciso. Non siamo comunque soli, siamo frammentati in tanti gruppuscoli che devono solo trovare il modo di far sentire quale sia il comune pensiero. Un caro saluto

  2. Condivido anche io lo sdegno di Stefano.
    La Silvana De Mari ha ‘dovuto’ fondare la Brigata per la difesa dell’ovvio, per riaffermare i valori naturali cioè ovii.
    Il ribaltamento dei valori universali, naturali, oggi è la norma, la interpretazione e propaganda dei disvalori in salsa buonista è il mainstream, a cui si pretende tutti debbano uniformarsi, pena ostracismo e isolamento, è la negazione della libertà, vita e diritti, a cui gli stessi propulsori pretendono ci uniformiamo senza fiatare.
    Penso, Stefano, tu conosca la famosa canzone di Giorgio Gaber “Il potere dei più buoni”, perché sembra proprio la colonna sonora e la denuncia dei nostri tristi tempi.

Lascia un commento

error: Questo contenuto è protetto