MAGDI CRISTIANO ALLAM: “Meloni, al pari di Draghi, obbedisce allo strapotere della finanza speculativa decidendo l’invio di armi all’Ucraina per il 2023 e l’aumento della spesa per la Difesa”

Cari amici buongiorno. Il fatto che il Governo Meloni sulle armi all’Ucraina e sulla guerra contro la Russia faccia esattamente ciò che faceva il Governo Draghi, per un verso evidenzia che il Governo Meloni contraddice se stesso rinnegando la promessa elettorale con cui ha ottenuto la maggioranza del consenso degli italiani e, dall’altro, conferma che tutti noi siamo sottomessi a un sistema di potere dittatoriale imposto dalla grande finanza speculativa globalizzata, la quale colma il vuoto sostanziale di una ricchezza virtuale ma del tutto sconnessa dall’economia reale, con uno stato di emergenza permanente scatenando la guerra finanziaria con l’arma del debito incontenibile e inestinguibile; la guerra biologica con virus artificiali e farmaci sperimentali a tecnologia genica; la guerra energetica sostituendo il costo reale con la quotazione delle borse speculative; la guerra militare per eliminare i dissenzienti con il rischio dell’Apocalisse nucleare mondiale; la guerra alimentare monopolizzando il ciclo produttivo e modificandoci fisiologicamente; la guerra ambientale per la drastica riduzione della popolazione mondiale additata infondatamente come causa dell’inquinamento; la guerra informatica per trasformarci antropologicamente da persone umane in semplici codici digitali assoggettati e manipolati dalla Rete.

Ieri la Camera dei deputati ha approvato le mozioni presentate dal Centrodestra che sta al Governo, del Partito Democratico che sta all’opposizione, del Terzo polo formato da Azione e Italia Viva, concordi nel prorogare fino a tutto il 2023 l’invio di armi all’Ucraina e ad aumentare la spesa per la Difesa anche se dovesse tradursi in un debito straordinario.

Il testo della mozione unitaria di Centrodestra impegna il Governo «a sostenere le iniziative normative necessarie a prorogare fino al 31 dicembre 2023 l’autorizzazione, previo atto di indirizzo delle Camere, alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative dell’Ucraina nei termini e con le modalità stabilite dall’articolo 2-bis del decreto legge 25 febbraio 2022, numero 14»;
così come impegna il Governo «ad assumere tutte le iniziative necessarie per conseguire l’obiettivo di una spesa per la difesa pari al 2 per cento del Prodotto interno lordo entro il 2028, anche promuovendo, nel quadro della riforma del Patto di stabilità e crescita, l’esclusione delle spese per gli investimenti nel settore della Difesa dal computo dei vincoli di bilancio e a incrementare le risorse umane e finanziarie destinate alla politica estera, quale strumento fondamentale per tutelare l’interesse nazionale».

Di fatto in Parlamento si è ricostituita la maggioranza che ha sostenuto il Governo Draghi, con la differenza che mentre prima Fratelli d’Italia era all’opposizione, anche se aveva approvato tutti i decreti concernenti l’invio di armi all’Ucraina, ora Fratelli d’Italia è alla guida del Governo; e mentre prima il Movimento 5 Stelle, prima della scissione operata da Luigi Di Maio, faceva parte del Governo Draghi e aveva approvato i decreti concernenti la guerra contro la Russia, ora il M5S sta all’opposizione e, pur non schierandosi contro il sostegno militare all’Ucraina, sostiene prioritariamente l’avvio di negoziati di pace.

Se pensiamo che Draghi rassegnò le dimissioni non tanto per l’uscita dalla maggioranza del M5S interessato esclusivamente al perpetuamento del “reddito di cittadinanza”, senza cui il suo consenso crollerebbe, ma per il venir meno della fiducia della Lega e di Forza Italia, che contestarono a Draghi proprio una linea bellicista e l’assenza di un’azione diplomatica nel conflitto tra la Nato e la Russia in Ucraina. Non a caso il Partito Democratico tuonò contro Salvini e Berlusconi accusandoli di essere filo-russi e amici di Putin.

Cari amici, prendiamo atto che questa democrazia è intrinsecamente degradata e si è ridotta a una partitocrazia consociativa. Prendiamo atto che fintantoché sono all’opposizione, i partiti dicono ciò che il popolo vorrebbe sentirsi dire. Ma quando vanno al Governo, i partiti, tutti indistintamente, dicono ciò che il Potere forte della grande finanza speculativa globalizzata impone loro di dire. E in Italia la grande finanza speculativa globalizzata è incarnata principalmente in Mario Draghi, che è l’Eminenza grigia, il Tutore e il Garante di Giorgia Meloni.

La Casa della Civiltà promuove e persegue il traguardo di un nuovo modello di Stato con un Governo Presidenziale autorevole ma non autoritario, affidando alle Comunità locali raccordate in Federazione l’amministrazione e lo sviluppo del territorio.

Cari amici, andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo a far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l’Italia.

Magdi Cristiano Allam
Fondatore della Casa della Civiltà

Giovedì 1 dicembre 2022

5 commenti su “MAGDI CRISTIANO ALLAM: “Meloni, al pari di Draghi, obbedisce allo strapotere della finanza speculativa decidendo l’invio di armi all’Ucraina per il 2023 e l’aumento della spesa per la Difesa”

  1. Che il governo abbia deciso di inviare aiuti ( leggi armi) all’Ucraina fino al 31 dicembre 2023, con il risultato che la Russia continuerà a combattere l’Ucraina, che la popolazione civile sta letteralmente morendo di freddo, priva di energia e di riscaldamento nelle abitazioni la temperatura resta sotto zero. Sono profondamente amareggiata. L’Europa, cui sottostà anche la Meloni, se ne frega altamente dei civili ucraini che possono anche essere sacrificati per i superiori interessi economici. Dalla Meloni non me l’aspettavo.

  2. Si poteva pensare il contrario?, certamente no.
    Chiunque voti e chiunque vada al governo, deve fare i conti con quello che l’Europa e gli USA vogliono, devi essere prono, ossequioso al vero potere. Chiunque vinca non potrà mai fare l’interesse della nostra nazione e l’interesse del popolo. Il popolo, quindi noi, siamo coinvolti emotivamente prima delle elezioni, poi siamo coinvolti nel disprezzo assoluto delle promesse fatte. Questa è l’italietta da maccheroni, mandolino e…

  3. La democrazia oggi è stata tradita a tal punto che non possiamo più votare per chi si vuole vada a governare in base alle sue promesse elettorali. Sappiamo già a priori che certe promesse, quelle che piacciono a noi, sono incompatibili con l’obbedienza dovuta a chi comanda davvero. Quindi non abbiamo nessuna speranza.

    1. Io la Meloni l’avrei anche votata, ma sapevo che non avrebbe mantenuto le sue promesse, e sapevo anche che se le avesse mantenute non avrebbe neanche cominciato a governare. Di fronte a questo paradosso, in cui la volontà popolare non conta nulla, ho dovuto rinunciare ripiegando su uno dei nuovi partiti del dissenso che neanche hanno raggiunto il quorum. Ma mi viene anche il dubbio: se uno di essi avesse vinto le elezioni cosa sarebbe riuscito a combinare al momento di fare il governo?

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