Cari amici, buongiorno e buona Domenica del Signore. Il nuovo rapporto del Censis (Centro Studi Investimenti Sociali) per il 2022 rappresenta un’Italia «in uno stato di latenza», uno stato nascosto, che non è più quello precedente ma non ha ancora manifestato il suo nuovo volto.
Leggiamo: «Tre anni, quattro crisi profonde: la pandemia che sembrava alle spalle, l’impennata del costo della vita, la guerra in Europa, i costi dei servizi energetici. Di qui l’interrogativo «dove siamo?» che riporta al centro della coscienza sociale l’indispensabile sforzo per uno sguardo a largo raggio, contro ogni ipotesi di soluzione a breve».
Secondo il Censis siamo un’Italia malinconica, agitata dalla paura della guerra e dall’inflazione, che costringe a erodere i risparmi e pagare le bollette in ritardo.
Nel 2021 gli italiani soggetti al rischio di povertà o di esclusione sociale sono pari al 25,4% della popolazione, ovvero oltre uno su quattro. Il 33,9% sono appartenenti a famiglie in cui il reddito principale è quello pensionistico, ovvero un italiano su tre sopravvive grazie alla pensione. Il 42,2% degli italiani appartiene a famiglie dove almeno un componente non è italiano. Oltre il 64% degli italiani sta già mettendo mano ai risparmi per far fronte all’impatto dei rincari dei prezzi.
Il 61,1% degli italiani teme che possa scoppiare un conflitto mondiale e il 57,7% che l’Italia possa entrare in guerra. Il 66,5% degli italiani, 10 punti percentuali in più rispetto al 2019 pre-Covid, si sente insicuro.
I principali rischi globali percepiti sono: per il 46,2% la guerra, per il 45,0% la crisi economica, per il 37,7% virus letali e nuove minacce biologiche alla salute, per il 26,6% l’instabilità dei mercati internazionali, dalla scarsità delle materie prime al boom dei prezzi dell’energia, per il 24,5% gli eventi atmosferici catastrofici, come temperature torride e precipitazioni intense, per il 9,4% gli attacchi informatici su vasta scala.
Questa la valutazione del Censis: L’Italia «vive in una sorta di latenza di risposta, in attesa che i segnali dei suoi sensori economici e sociali siano tradotti in uno schema di mappatura della realtà e dei bisogni, adattamento, funzionamento. La società italiana aspetta di divenire adulta, si affida alle rendite di posizione e di ricchezza, senza corse in avanti affronta i grandi eventi delle crisi globali con la sola soggettiva resistenza quotidiana. Ma un prolungamento della fase latente della vita sociale comporta il rischio di una sorta di masochistica rinuncia, senza forza e ambizione, a ogni tensione a trasformare l’assetto sistemico e civile della nostra società. Una sorta di acchiocciolamento nell’egoismo, di avvolgimento a spirale su se stessa della struttura sociale che attesta tutti a traguardi brevi».
Massimiliano Valerii, Direttore generale del Censis, ha concluso: «La malinconia definisce il carattere degli italiani, il nichilismo. È la fine dell’era dell’abbondanza e delle sicurezze. Una malinconia che corrisponde alla coscienza della fine del dominio dell’Io sugli eventi del mondo, l’Io che è costretto a confrontarsi con i propri limiti quando è costretto a relazionarsi con il mondo. Situazione che deriva da questi ultimi tre anni straordinari che hanno visto eventi eccezionali che vanno dalla pandemia alla siccità, fino al caro bollette e alla guerra, i grandi eventi della Storia che si è rimessa in moto e con cui dobbiamo relazionarci. Se quella del 2020 non sembra un’Italia sull’orlo di una crisi di nervi, oggi invece si paga un prezzo dell’irruzione della Storia nelle nostre piccole storie e quei meccanismi proiettivi hanno perso presa sulla società e forza di orientamento nei comportamenti collettivi».
Cari amici, l’immagine rappresentata dal Censis è di un’Italia al bivio, tra un passato decaduto e un futuro che non c’è e non si intravede.
Personalmente ritengo che l’Italia non sia più a un bivio, come dicevo nel 2020, ma che sia già precipitata nel baratro del Nuovo Ordine Mondiale assoggettato allo strapotere della grande finanza virtuale e speculativa globalizzata. Credo che più essere latenti, in attesa del nuovo, gli italiani debbano assumere la consapevolezza che siamo già una civiltà decaduta, una popolazione in via di estinzione, uno Stato collassato. E, soprattutto, che ciascuno di noi debba fare concretamente la propria parte, conformemente alle proprie competenze e disponibilità, affinché possa realizzarsi il miracolo della rinascita della nostra civiltà, della salvezza degli italiani, del riscatto dell’Italia. Questa è la missione che porta avanti la Casa della Civiltà.
Andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo.
Magdi Cristiano Allam
Fondatore della Casa della Civiltà
Domenica 4 dicembre 2022
Con il 90% di in o culati cosa si può sperare se non avviene una profonda presa di coscienza…? Presa di coscienza che può avvenire, se recuperiamo le radici della fede ebraico cristiana colmando le lacune che alimentano conflittualità e che non consentono una autentica armonia…!
Concordo son Gianni,tranne che sulla frase finale.
Se siamo in questa Comunità è perché noi sappiamo quale Italia vogliamo. Il nostro compito è aprire le menti dei nostri connazionali.
E soprattutto non dobbiamo lasciarci sopraffare dalla tristezza e dalla disperazione, perché il male si nutre di questo.
Dobbiamo andare avanti a schiena dritta, con la serenità che nasce dalla profonda convinzione delle nostre idee.
Concordo con l’analisi di Magdi. In effetti se fossimo ad un bivio,vorrebbe dire che abbiamo ancora una possibilita’ di scelta, che ancora dipende da noi. Ma vediamo tutti i giorni che nulla piu’ dipende da noi,da nostre scelta. Tutto e’ dettato ed imposto da altri, ai vertici addirittura dal Mondo globalizzato, dall’agenda Scwhab, dalla biodittatura del transumano,dall’impero dei microchips e dalla rinuncia passiva del nostro Popolo ,in maggioranza,dall’essere se stessi ,dentro casa propria,da appropriarsi della propria Storia e cultura e quindi vedere e tracciare il futuro. Accontentandosi di vivere dell’osso gentilmente gettato dai veri padroni, come novelli Lazzaro evangelici.
Malinconia e tristezza,si, ma per quello che non vogliamo essere.E che possiamo. Ed il dubbio che l’Italia come Paese vivo,sovrano,indipendente , non esista. O meglio che esistano molte Italie, ma non abbiamo ancora capito quale sia la giusta,quella che vogliamo e che ci compete.