MAGDI CRISTIANO ALLAM: “Di Maio potrebbe essersi auto-candidato a Inviato europeo nel Golfo. Una umiliazione per gli italiani, uno scandalo per l’Italia, il collasso dello Stato”

Cari amici buongiorno. Dall’insieme delle informazioni disponibili, risulterebbe che Luigi Di Maio, quando era Ministro degli Esteri di un Governo dimissionario preposto alla sola gestione degli affari correnti e non autorizzato a assumere decisioni straordinarie, abbia deciso di auto-candidarsi alla carica di Inviato speciale dell’Unione Europea nel Golfo, una decisione che dovrebbe essere stata avvallata dall’allora Presidente del Consiglio Mario Draghi.

Draghi finora non si è pronunciato. È stato l’attuale vice-Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, a sostenere che la decisione di candidare Di Maio è stata di Draghi: «Non è la proposta di questo Governo, ma di quello precedente».
L’altro attuale vice-Presidente del Consiglio e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha escluso l’assenso dell’attuale Governo: «Di Maio andrà a rappresentare, forse, l’Italia nel Golfo? Non a nome mio, non a nome vostro, e non a nome del Governo in carica, eventualmente fosse».

L’Agenzia Ansa spiega che le candidature per l’incarico di “Inviato speciale” partono dai Governi dei Paesi membri dell’Unione Europea. Poi «un panel tecnico seleziona le candidature arrivate e l’Alto Rappresentante per la Politica Estera ha il diritto di avanzare una proposta nel Consiglio dell’Unione Europea. La nomina viene poi discussa in Consiglio e l’approvazione avviene per consenso o per maggioranza qualificata».

L’Alto Rappresentante per la Politica Estera dell’Unione Europea, lo spagnolo Josep Borrell, aveva annunciato la creazione del nuovo ruolo di “Inviato speciale nel Golfo” lo scorso 22 settembre, tre giorni prima delle elezioni legislative in Italia, quando il Governo Draghi era dimissionario, rimanendo in carica per il solo disbrigo degli affari correnti fino all’insediamento del nuovo Governo di Giorgia Meloni il 22 ottobre. Quindi è nel mese che intercorre tra il 22 settembre e il 22 ottobre che il Governo Draghi ha comunicato la candidatura di Di Maio.

Il 17 novembre l’Ufficio tecnico dell’Alto Rappresentante per la Politica Estera ha comunicato che «sulla base delle prestazioni fornite dai candidati, si raccomanda di nominare il sig. Luigi Di Maio come Inviato speciale dell’Unione Europea nel Golfo».
Di Maio è stato preferito al candidato cipriota Markos Kyprianou, ex ministro delle Finanze e degli Esteri, ex Commissario alla Sanità dell’Unione Europea, laureato in Diritto internazionale e in Diritto societario alle Università di Cambridge e Harvard; allo slovacco Jan Kubis, ex Ministro degli Esteri, ex Coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il Libano nel 2019, Capo della missione di supporto delle Nazioni Unite in Libia nel gennaio 2021, laureato in Relazioni economiche internazionali a Mosca; al greco Dimitris Avramopoulos, ex ministro degli Esteri e della Difesa, ex Commissario europeo per la Migrazione, gli Affari interni e la Cittadinanza, è laureato in Diritto pubblico e Scienze politiche all’Università di Atene, ha conseguito un Master in Studi Europei presso l’Institute of European Affairs di Bruxelles, parla perfettamente inglese, francese e italiano .

L’opinione dell’Ufficio tecnico non è vincolante, la decisione finale sulla scelta di Dio Maio spetterebbe all’Alto Rappresentante per la Politica estera Borrell. Ma, viste le polemiche che si sono scatenate, Borell ha demandato la decisione al Consiglio dell’Unione Europea, dove sono rappresentati gli Stati membri, con una votazione che sarà per consenso o a maggioranza qualificata.

Intanto ieri tre eurodeputati italiani dei Verdi, Piernicola Pedicini, Ignazio Corrao e Rosa D’Amato, ex del M5S, espulsi proprio da Di Maio, hanno scritto al Consiglio Ue chiedendo chiarimenti sui requisiti in base ai quali Di Maio è stato ritenuto idoneo all’incarico: «Un diploma universitario e dai tre ai sei anni di esperienza professionale rilevante, sono requisiti che il Servizio europeo di azione esterna richiede ai propri funzionari. Com’è possibile che non soddisfi gli stessi requisiti un Rappresentante speciale dell’Unione Europea?», si legge in una nota congiunta.
Nell’interrogazione rivolta al Consiglio degli Stati membri, che ha l’ultima parola sulla nomina, compaiono anche le firme di altri deputati degli stessi Verdi, ma anche di socialisti (di cui fa parte il Pd) e dei liberali. «Perché – si legga ancora nella nota – una persona come Di Maio, che avrebbe a malapena i titoli per uno stage, dovrebbe rappresentarci in un’area strategica come quella del Golfo?».

Secondo Pedicini, «non sono chiare le dinamiche che hanno portato a proporre un nome sprovvisto di credibilità, titolo di studio e competenze specifiche, ma è evidente che ci siano ragioni di bottega che risalgono all’esperienza Draghi. Un patto da Prima Repubblica, probabilmente il prezzo pagato per il tentativo, miseramente fallito, di affossare Conte e il M5s. Senza alcun requisito, l’ex capo grillino si potrebbe ritrovare a scalzare candidati che, a differenza sua, vantano lauree, titoli, competenze acquisite sul campo, conoscenza delle lingue straniere e anni di esperienze diplomatiche. Sarebbe l’esempio peggiore, l’ennesimo, che può dare il nostro Paese agli occhi del mondo intero, oltre che a quelli di tantissimi ragazzi che credono nella meritocrazia e, per questo, fanno sacrifici enormi per maturare una formazione adeguata con la speranza di avere successo nel mercato del lavoro».

Tommaso Lecca, corrispondente di EuropaToday a Bruxelles, scrive che «non è esclusa la possibilità che l’ex ministro degli Esteri si sia autocandidato. Una vecchia dichiarazione dello stesso Di Maio avvalora quest’ultima ipotesi. In occasione della scelta di Emanuela Claudia Del Re per il ruolo di Rappresentante speciale dell’Unione Europea per il Sahel, (avvenuta il 3 giugno 2021, quando lei era del M5S e ricopriva la carica di vice-Ministro degli Esteri), Di Maio scrisse su Facebook: “È la prima italiana, e la prima donna in assoluto, a ricoprire questo ruolo, per questo sono orgoglioso di aver proposto la sua candidatura”. Stando alle parole di Di Maio, la candidatura spetta dunque al Ministro degli Esteri. Di qui il sospetto che l’ex capo della Farnesina si sia guardato allo specchio e, una volta individuate tutte le qualità giuste per assumere il ruolo diplomatico Ue, abbia proposto il proprio nome a Bruxelles, magari con il benestare di Palazzo Chigi».

Cari amici, ho vissuto come un’umiliazione per gli italiani il fatto che un giovane non laureato, che non parla alcuna lingua straniera e che commette errori anche quando parla l’italiano, che non ha mai avuto alcuna esperienza professionale di successo, a 27 anni sia diventato vice-Presidente della Camera dei deputati; a 32 anni sia stato nominato vice-Presidente del Consiglio e Ministro dello Sviluppo economico, del Lavoro e delle Politiche sociali; a 33 anni Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Ed ora, a 36 anni, sarebbe uno scandalo per l’Italia che Di Maio diventasse Inviato speciale dell’Unione Europea nel Golfo.

Tuttavia non possiamo dimenticare che, fintantoché è stato al Governo, quelli che oggi lo condannano, ne tessevano le lodi. Quando Salvini capì di aver fatto un grossolano errore a far cadere il primo Governo Conte, di cui facevano parte il M5S e la Lega, il 18 settembre 2019 Salvini confessò che, pur di tornare al Governo, aveva proposto a Di Maio di diventare lui il Presidente del Consiglio al posto di Conte.
Questa triste realtà di una democrazia svuotata di valori e di ideali, ridotta a partitocrazia consociativa, per cui l’unico scopo dei partiti è stare al potere costi quel che costi, ci fa toccare con mano il collasso dello Stato.

La Casa della Civiltà promuove un modello di Stato al servizio dei cittadini, molto meno oneroso, con un potere ridotto dei partiti, riequilibrando il rapporto con le Comunità locali a cui spetterà la funzione di amministrare e di promuovere lo sviluppo del territorio.

Andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo.

Magdi Cristiano Allam
Fondatore della Casa della Civiltà

Martedì 6 dicembre 2022

2 commenti su “MAGDI CRISTIANO ALLAM: “Di Maio potrebbe essersi auto-candidato a Inviato europeo nel Golfo. Una umiliazione per gli italiani, uno scandalo per l’Italia, il collasso dello Stato”

  1. La candidatura di Luigi Di Maio alla carica di inviato speciale dell’Europa per gli affari del Golfo non può che venire bocciata dal governo in carica e al contempo ci pone molti interrogativi.
    Chi è dunque Di Maio? È l’Uomo della Provvidenza calato dal Cielo per risolvere i grossi problemi e non solo energetici della “povera” Europa?
    Bene hanno fatto Tajani e Salvini a chiarire che questo governo non riconosce l’alta carica affidata a Di Maio.
    Prima di tutto perché quella del ex Presidente degli Esteri è stata una autocandidatura nel momento in cui il governo uscente poteva solo gestire incarichi istituzionali perché dimissionario.
    Come possono gli italiani essere rappresentati da un signore che non ha titoli necessari e richiesti proprio in seno alla Commissione europea per questa importante e delicata carica?
    Di Maio non ha né laurea, non parla fluidamente alcuna lingua straniera, né alcun bagaglio di esperienze pregresse da diplomatico.
    La vogliamo dire tutta? E’ chiaro che la candidatura di Maio a commissario europeo è stata fortemente voluta da Draghi.
    Cosa vuol dire? Vuol dire che la Finanzia mondiale vuole un suo uomo a gestire in quella parte del mondo strategica i propri interessi politici e finanziari.
    Purtroppo è vero ed anche io ricordo la pochezza politica di alcuni nostri rappresentanti politici: Salvini che dopo la caduta del primo governo giallo verde avrebbe persino manovrato ed optato per la nomina di Luigi Di Maio a Capo del governo al posto di Conte pur di ritornare al governo e d’altronde gli italiani tutti i giorni stanno provando mille altri episodi di cattiva gestione della “cosa pubblica ” sulla loro pelle.
    Restando alla storia riguardante di Maio, la buona notizia è che sembra che la candidatura ad emissario UE nel Golfo sia stata sospesa.
    Non è una grande soddisfazione, ma da ottimista che mi ritengo essere, forse è un piccolo segno che in Italia qualcosa di buono con questo governo si inizi a vedere.

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