Cari amici buongiorno. Il clima di mobilitazione speciale delle Forze dell’ordine nelle capitali e nelle grandi città europee dove risiedono delle comunità marocchine, attesta che, in parallelo alla legittima esultanza dei tifosi per le vittorie della Nazionale del Marocco che si è aggiudicata la semifinale del Campionato mondiale di calcio in corso nel Qatar, c’è stata una seria preoccupazione per gli atti di violenza e di vandalismo che si sono effettivamente verificati principalmente a Bruxelles e a Parigi, che registrano la presenza più cospicua di marocchini.
Le Forze dell’ordine in tenuta antisommossa sono state bersaglio di lancio di bottiglie incendiarie, fuochi d’artificio e oggetti contundenti, così come state incendiate automobili e devastati dei negozi, costringendo gli agenti a reagire con gas lacrimogeni e granate assordanti.
L’aspetto che a me interessa è che, soprattutto in Francia e in Belgio, gran parte dei marocchini hanno anche la cittadinanza francese o belga, senza tuttavia rinunciare alla cittadinanza marocchina.
Ebbene, il fatto che dei cittadini francesi, prendendo pretesto da un evento calcistico, scatenino deliberatamente la violenza contro le Forze dell’ordine francesi, e lo stesso discorso vale per il Belgio, significa che questi marocchini, per un verso, si identificano totalmente nell’identità e nella cultura che sostanziano la cittadinanza del loro Paese d’origine, per l’altro, non si identificano e disprezzano l’identità e la cultura che sostanziano la cittadinanza francese o belga acquisita.
Il fallimento del mito della “integrazione” noi lo tocchiamo con mano tutti i giorni, anche in Italia, un po’ ovunque risiedano e operino gli stranieri provenienti da Paesi che hanno lingue, culture, religioni, tradizioni non solo diversi, ma anche contrastanti con la nostra civiltà europea laica e liberale, dalle radici ebraico-cristiane, greco-romane, umaniste e illuministe.
Succede nei condomini, nelle scuole, nelle aziende, negli uffici, negli ospedali, nelle strade. Tutti i giorni riscontriamo casi concreti e inequivocabili dell’assenza di basi comuni tra i cittadini autoctoni e i cittadini acquisiti o i residenti stranieri. Il divario è ancor più accentuato, per il rilievo che assume l’islam come sistema di potere giuridico e sociale, nel caso specifico dei musulmani.
Ebbene, è del tutto evidente che, trattandosi di una conflittualità presente all’interno dei nostri Stati, la responsabilità primaria è nostra, è dei nostri governanti che hanno elargito la cittadinanza agli stranieri senza esigere in cambio la piena adesione alla nostra civiltà. Sono ormai innumerevoli, probabilmente la maggioranza, i casi di stranieri con la cittadinanza italiana, francese, belga, olandese, tedesca o britannica che non sanno una parola delle lingue europee anche dopo trent’anni di residenza nei nostri Stati, che non condividono i nostri valori, che non rispettano le nostre leggi, che non ottemperano alle nostre regole, che odiano la nostra civiltà e che, in definitiva, ci disprezzano nella nostra integralità pur continuando a beneficiare di un tenore di vita e di un livello di libertà inesistenti nei loro Paesi d’origine.
Cari amici, ricordiamoci che nella Storia gli Imperi sono finiti e le civiltà sono scomparse non per la forza dei nemici, ma per la debolezza intrinseca dei cittadini autoctoni, non per omicidio ma per suicidio.
La Casa della Civiltà promuove il riscatto della nostra forza interiore, recuperando la certezza e l’orgoglio di chi siamo, per essere pienamente noi stessi dentro casa nostra. Solo così potremo farci rispettare ed esigere, che tutti coloro che volontariamente scelgono di condividere la nostra casa comune, lo facciano comportandosi né più né meno come sono tenuti a fare tutti i cittadini. Ovvero, devono conoscere adeguatamente la nostra lingua, deve convergere con la nostra cultura, devono rispettare le nostre leggi, devono ottemperare alle nostre regole. Tutto dipende da noi. Il presente e il futuro della nostra casa comune è nelle nostre mani.
Andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo a far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l’Italia.
Magdi Cristiano Allam
Presidente e Fondatore della Casa della Civiltà
Lunedì 12 dicembre 2022
Condivido in toto il giudizio di Magdi e anche i commenti degli amici. Se è vero che il calcio rappresenta spesso una valvola di sfogo per altre violenze subite ed insite in molti anche italiani, queste manifestazioni di immigrati violente e senza giustificazioni, se non la rivalsa dell’odio sopita, rappresentano appunto le pulsioni profonde e reali di chi odia le civiltà che li nutre, perché odia ciò che ritengono inferiore o costrittivo, loro che sono i servi di Allah, i favoriti, i sottomessi. Ma se possono avere qualche ragione dovuta alla nostra diffidenza o pregiudizio, il non volersi integrare e riconoscersi in una società cristiana, inferiore, il non accettare le nostre regole, fa sì che si autoescludano, si isolino e non per colpa nostra. Leggevo in un canale su questo, l’episodio di due combattenti, compagni ed amici di tante battaglie e guerre, uno cristiano ed occidentale e uno mussulmano. Avevano per anni collaborato e rischiato fianco a fianco, come fratelli, passato pericoli gravi, si erani semore aiutati. Senonche’, un giorno il cristiano decide di lasciare e tornare al suo Paese. L’amico mussulmano, salutandolo gli dice: Mi spiace che te ne vai, ma ricordati, se anche abbiamo lottato e collaborato assieme come fratelli e camerati, da oggi in poi se ti incontrassi sul campo, non ti salverò, sarai un nemico ed io non esiterei ad ucciderti, cone qualsiasi infedele.!
Non stento a credere a queste parole, che spesso vediamo in pratica nei nostri Paesi.
Quanti altri fatti come questo dei tifosi marocchini servono per dimostrare l’impossibilità della realizzazione della integrazione fra popoli con cultura e soprattutto di religione diverse? Saremmo capaci di porre un argine alla immigrazione selvaggia che altro non è che una cellula maligna che cresce vieppiù all’interno del “vecchio” continente? Il buonismo non serve in questi frangenti, serve una lucida presa di posizione la cui manifestazione però vedo lontana dal potersi verificare. Come ci ricorda Magdi, gli accadimenti della storia ci insegnano che lo scontro potrebbe essere inevitabile ma noi dalla storia non sappiamo, purtroppo, cogliere i suggerimenti.
Riflessione totalmente condivisibile la tua Magdi. Il problema è che questi episodi, indizi dell’atteggiamento che tu hai così ben descritto, vengono minimizzati, se non addirittura taciuti in ossequio al “politicamente corretto “.
Mi chiedo peraltro cosa vi sia di errato nel condannare senza tentennamenti questi episodi.
È necessario che si ristabiliscano delle regole, delle quali si esiga il rispetto da parte di chiunque decida di stare sul suolo italiano.
Si è concesso troppo ed ora i danni si vedono, ma chi ci governa non se ne avvede.
A noi il compito di ricordare a tutti gli smemorati politici chi siamo e ricostruire una Nazione che non sia più lo zerbino e lo zimbello del mondo.