PAOLA ZACCONE: “Il Governo italiano intervenga, come ha fatto la Francia, per proteggere i nostri bambini dalle radiazioni dei cellulari che nuocciono alla capacità cognitiva”

PAOLA ZACCONE: “Il Governo italiano intervenga, come ha fatto la Francia, per proteggere i nostri bambini dalle radiazioni dei cellulari che nuocciono alla capacità cognitiva”

In questa era “digitalizzata” siamo tutti occupati ad imparare l’uso dei cellulari, smartphone o iPhone che siano, sicuramente con difficoltà. Per gli adulti ma non per i bambini.
Quante volte ho ascoltato genitori, parlando dei propri figli, esclamare: «Sono piccoli, ma sanno già usare il cellulare!». Ed io, con sguardo interrogativo, riuscivo solo a rispondere: «Ma davvero? Da non crederci!».

Tutto ciò mi ha portato a riflettere ed allo stesso tempo a provare un senso di rabbia: i genitori danno più peso al saper usare uno smartphone piuttosto che dare importanza alla valenza educativa, come imparare a stare seduti, togliersi le scarpe e cose analoghe. Questo perché, non riuscendo a ricoprire il proprio ruolo, il genitore troppo spesso affida al telefono cellulare il compito di baby-sitter.

Ma dietro questo già triste quadro sociale, si nasconde una ancor più inquietante problematica: l’atteggiamento, oserei dire, irresponsabile dei “grandi” nell’uso indiscriminato di questo strumento può risultare pericoloso dal punto di vista sanitario. Per gli adulti ma ancor di più per i bambini.

Non sono mai stata una persona allarmista o influenzabile. Ho sempre espresso opinioni sulla base di studi affidabili e mai secondo la moda del momento. Per questo motivo ho trovato le conclusioni documentate nell’ultimo libro della Dottoressa Devra Davis attendibili per la loro chiarezza e per le preoccupazioni espresse riguardo i danni delle radiazioni emesse dai cellulari in alcune aree del cervello, mettendo a rischio la capacità cognitiva dei bambini.
In Italia è pressoché sconosciuta, ma nel corso della sua illustre carriera di scienziata, professoressa e autrice, la dottoressa Devra Davis ha collezionato una infinità di allori. Scelta dall’ex Presidente Bill Clinton nel Comitato per la sicurezza chimica, assieme ad Al Gore è stata l’autrice principale dell’Intergovernmental Panel on Climate Change, premio Nobel nel 2007. Dopo aver ricoperto il ruolo di direttrice fondatrice di quello che è considerato il primo Centro di Oncologia Ambientale al mondo, presso l’Università di Pittsburgh, attualmente insegna all’Università di Harvard e alla Georgetown University di Washington DC.
Nel libro “La verità sulle radiazioni cellulari: cosa ha fatto l’industria per nasconderla e come proteggere la tua famiglia”, la Dottoressa Davis esamina la controversia sull’uso del cellulare e il suo possibile collegamento con il cancro al cervello e altri impatti sulla salute umana. Inizialmente, la Davis era scettica sui legami tra l’uso del cellulare e il cancro. Ma dopo aver trascorso sette anni a studiare attentamente il problema, è diventata una delle voci più credibili nella denuncia del pericolo delle radiazioni dei telefoni cellulari. Gli studi effettuati dalla Dottoressa Davis sono stati tutti finanziati in modo indipendente, per evitare, come spesso accade, che quando i finanziamenti provengono dall’industria, i risultati sui collegamenti tra cellulari e cancro al cervello sono quasi sempre scoraggianti.

Secondo le stime, oggi, in tutto il mondo ci sono quasi cinque miliardi di telefoni cellulari. Tre bambini su quattro, sotto i 12 anni, usano uno smartphone e molte famiglie hanno eliminato i telefoni fissi in favore dei portatili.
Il pensiero comune sostiene che le radiazioni dei telefoni cellulari non possono causare il cancro, in quanto sono radiazioni non ionizzanti. La Davis, pur confermando questo pensiero, evidenzia che, tuttavia, non significa che siano sicure. Le radiazioni a radiofrequenza indeboliscono la barriera emato-encefalica naturale che protegge il cervello da materiali indesiderati che potrebbero penetrarvi attraverso il flusso sanguigno. Ciò significa che, utilizzando un telefono cellulare, aumenta l’assorbimento di sostanze tossiche attraverso il cervello.
I bambini sono i più esposti, perché hanno crani più sottili e cervello che, contenendo più fluido, è più vulnerabile alle radiazioni a microonde. Oggi i bambini crescono in un mare di radiazioni a radiofrequenza che appena cinque anni fa non esistevano. I cellulari più recenti sono più pericolosi poiché le radiazioni penetrano più profondamente in una testa più piccola che in una più grande.
E oggi, tre dodicenni su quattro – e metà dei bambini di dieci anni – hanno un cellulare. C’è bisogno di una revisione degli standard di sicurezza che tenga conto del fatto che miliardi di utenti di telefoni cellulari sono dei ragazzini.

In tutto il mondo, i governi hanno messo in atto politiche e regolamenti per informare il pubblico su come e perché occorre ridurre l’esposizione alle radiazioni, soprattutto per i bambini.
In Francia esiste il divieto di wi-fi nelle scuole materne e limitata esposizione nelle classi elementari, i telefoni cellulari sono etichettati con misurazioni delle radiazioni e sono vietati quelli progettati per bambini sotto i 6 anni. Inoltre c’è il divieto di pubblicità rivolta ai minori di 14 anni e una ordinanza ministeriale del 2019 garantisce che i consumatori di telefoni cellulari siano informati con le istruzioni per utilizzare il vivavoce, limitare l’uso da parte dei bambini e l’invito a tenere l’apparecchio lontano dalla pancia delle donne incinte e dal basso ventre degli adolescenti.
A quando anche nel nostro Paese si potrà manifestare una analoga responsabilità nei confronti dei bambini?

Paola Zaccone

19 dicembre 2022

2 commenti su “PAOLA ZACCONE: “Il Governo italiano intervenga, come ha fatto la Francia, per proteggere i nostri bambini dalle radiazioni dei cellulari che nuocciono alla capacità cognitiva”

  1. Aggiungo anche che le liste di attesa per una prima visita nelle neuropsichiatria sono lunghe perché le problematiche dell’apprendimento sono sempre in aumento ,ma pochi si interrogano su cosa sta succedendo a questi bambini.La digitalizzazione ha avuto il suo ingresso predominante con la famosa DAD , i comuni e alcuni progetti ministeriali investono soldi per aumentare la velocità di connessione ecc…con una forzatura dell’informatica e pensare che anche le persone anziane hanno imparato ad usare i cellulari o i computer .Vengono chiamati bambini touch, si abituano a un passaggio dell’informazione che poi scorre via

  2. Grazie Paola! Finalmente una voce che mette davvero al centro lo sviluppo e la crescita sana di un bambino. I bambini e i ragazzi occidentali sono in assoluto i più malati al mondo. Forse, è arrivato il momento di interrogarsi su cosa fa ammalare i nostri giovani, a cominciare dall’uso sconsiderevole dei vaccini, del cibo spazzatura, delle radiazioni dei cellulari

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