MAGDI CRISTIANO ALLAM: “La fine del “medico di famiglia” è la fine della civiltà che mette al centro la persona”

Cari amici buongiorno. La solitudine dei malati è una delle più tristi conseguenze della malasanità in Italia. Anche ora abbiamo riscoperto la solitudine da quando, con largo anticipo, addirittura sin da agosto, l’influenza stagionale che solitamente si presenta in inverno, denominata “l’australiana” di natura virale, ha colpito milioni di italiani, con sintomi pesanti che ci ha costretto a stare a letto più del consueto, fino a due settimane.
L’aspetto più preoccupante degli italiani che si ammalano, è che finiscono per trovarsi completamente soli. La criminale gestione della procurata pandemia di Covid-19, all’insegna di “Tachipirina e vigile attesa”, con il divieto assoluto del medico curante di visitare i propri pazienti, ci ha relegato nella più totale solitudine di fronte alla malattia che avanzava, nel contesto di una disumana strategia finalizzata a farci trasferire al Pronto Soccorso con la polmonite interstiziale bilaterale e successivamente in Terapia intensiva per essere intubati impartendoci il colpo di grazia.
Il “medico di base”, “medico curante” o “medico di famiglia”, come enfaticamente ma del tutto impropriamente lo si definisce, è ormai di fatto una figura professionale sempre più ridotta a “prescrittore di farmaci”, spesso un “prescrittore di farmaci a distanza”, perché gran parte dei 1.000, 1.500 o 1.800 pazienti che gli vengono assegnati a secondo della sua anzianità di servizio, spesso ereditati dal suo predecessore, che magari potrebbe essere suo padre, quasi si trattasse di una eredità familiare, non li vede proprio prima di prescrivergli i farmaci, o non li ha mai visti e mai li vedrà se non sono loro a presentarsi in ambulatorio.
Con il tempo il servizio della prescrizione dei farmaci a distanza si è perfezionato. Ci sono dei programmi virtuali in Rete, che indicano meccanicamente i farmaci da prescrivere a secondo dei sintomi accusati, ovviamente gestiti, sponsorizzati, manipolati dalle aziende farmaceutiche interessati alla vendita dei propri “prodotti”. Ecco perché, alla fine, il medico di base può tranquillamente affidare la gestione del programma virtuale alla sua segretaria, spesso una segretaria condivisa da più medici di base che si spartiscono lo spazio e i costi di un’unica struttura. Ed è così che gran parte dei pazienti ormai chiama direttamente al telefono la segretaria, le dice i sintomi che accusa, e lei nel giro di pochi minuti invia tramite mail la prescrizione medica autenticata anche direttamente alla farmacia più vicina, dove il paziente o chi per lui può recarsi a ritirare i farmaci.
Ma non finisce qui. Lo sviluppo della biotecnologia, dell’intelligenza artificiale e della “realtà aumentata”, ci consentiranno di sostituire del tutto il medico, e non solo quello di base, ma anche quello specialistico, con l’ “ologramma medico”, la ricostruzione tridimensionale in tempo reale, ovunque nel mondo, del super-esperto, che ascolta e risponde a tutte le nostre domande.
A quel punto scomparirà del tutto la figura del medico di base e, con esso, scomparirà anche la nostra umanità.
Finiremo di essere delle persone che nella loro singolarità presentano una propria specificità sia in ambito sanitario sia nel complesso della nostra manifestazione esistenziale.
Proprio perché siamo persone e non macchine, siamo depositari di un corpo, di una mente e di uno spirito che ci rende unici rispetto agli altri. Nessuno di noi è il clone che si assembla in modo automatico e indifferenziato sommando gli organi del corpo, una sorte di puzzle che si costruisce e si smonta a piacimento.
Il “medico di famiglia” corrisponde a una civiltà che ci concepisce come persone umane, depositari di valori inalienabili, con una propria specificità. Su un piano prettamente medico, la concezione umanitaria della medicina distingue tra la malattia, a cui corrisponde un protocollo di cura che delinea delle linee generali, e tra il malato, che necessita di essere valutato nella specificità con cui la malattia lo ha colpito e della singolarità della cura conformemente al quadro clinico individuale.

Cari amici, da quando la classe politica che ci governa ha messo al centro la moneta anziché la persona, trasformando gli ospedali in aziende ospedaliere, decretando la chiusura di 400 ospedali per ridurre i costi negli ultimi trent’anni, anche se poi in realtà sono raddoppiati, ci hanno ridotto da persone a codici virtuali nella Rete.
La Casa della Civiltà è impegnata per far rinascere la civiltà a dimensione d’uomo ed una sanità che metta al centro la persona e un concetto olistico della salute, che comprende l’insieme delle scelte nell’alimentazione, nello stile di vita, nella serenità interiore, nella cura con i rimedi naturali, valorizzando ciò che lo sviluppo dei farmaci sintetici e della tecnologia biomedica possono apportare per la cura finalizzata al benessere della persona.
La Casa della Civiltà è favorevole alla riscoperta della micro-dimensione della comunità locale, al cui interno può rinascere la figura professionale del “medico di famiglia”, messo nella condizione di potersi veramente occupare dei propri pazienti, visitandoli a casa quando si ammalano, ascoltandoli, definendo il quadro clinico specifico e prescrivendo la cura individuale. Abbiamo nostalgia del “medico di famiglia” che ci guarda negli occhi, che tocca con mano la parte del corpo dolente, che ci rassicura personalmente sulla guarigione. Abbiamo il diritto a riscattare la nostra umanità.

Cari amici, andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo a far rinascere la nostra civiltà, a salvare gli italiani, a riscattare l’Italia.

Magdi Cristiano Allam
Fondatore e Presidente della Casa della Civiltà

Mercoledì 25 gennaio 2023

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