LA POESIA DI GIORGIO BONGIORNO: “La voce”

Nasce d’improvviso nel silenzio
La sua lieve
Trepida melodia
Si confonde con il buio della notte
Sembra un vagito
Eppure mi parla ancora
Come se fosse ieri
Non so se è materia del sogno
O se è un richiamo di quel pianto bambino
Che mi insegue insistente
Quel lamento ritorna
Nei colori del teatro quotidiano
Nel sorriso della gente
Negli sguardi curiosi dei passanti

Paiono note di un violino celeste
Poche parole
Indistinte
Che si spengono adagio
Nel clamore della calca
Da sempre ormai
Mi lascio stupire da quel filo di voce
Lo stesso timbro di allora
La stessa dolce
Tenue
Delicata carezza del tempo

 

Tutto diventa un po’ diverso appena lo si dice a voce alta.
(Hermann Hesse).

 

Foto di copertina: “Un filo di voce” da Accorgitene.com ( Facebook)

 

2 commenti su “LA POESIA DI GIORGIO BONGIORNO: “La voce”

  1. La voce del silenzio, che nasce e va, come lieve alito sopra i giorni, ricorda che siamo vibrazioni, parole indistinte, in cerca d’autore, come ieri tese al domani oltre le barriere del tempo. Che ci lenisce con la sua delicata carezza cui la nostra voce, ora, diviene grata,
    e ci unisce ancora in poesie sublimi, come Giorgio ancora sa scoprire per noi.
    Grazie.

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