LA POESIA DI GIORGIO BONGIORNO: “Il giardiniere”

Mi insegnava paziente
a cimare i rami
a tagliare i cespi un po’
come si fa dei ricordi
che ancora pungono la memoria
conosceva per nome i germogli
l’anno di nascita di tutte le piante
il profumo di menta e lavanda
al vermiglio abbraccio dell’aurora
Aveva in mente quelle gemme
ancora prima di accarezzarle
di farle crescere
giorno per giorno
piccoli infanti
a giocare su e giù per il crinale della collina
nel rifiorire gioioso del roseto
una volta cominciò a mancare
all’appuntamento dell’alba
veniva solo raramente
non gli bastava il cuore di lasciare il giardino
i fiori lo sentirono
anche i petali pallidi
sembrava chiedessero di lui
e il cielo di quella afosa estate
con le calde piogge sferzanti
non dava alcuna risposta
cercai invano
di ricordare quelle sue parole
che avevo ascoltato distratto
di ripetere l’antico rito della potatura
sul sentiero del bosco
mi dissero poi che lui
se n’era andato una notte nel vento
colpito nel sonno
l’anima recisa
come quelle belle giovani
rose slanciate
che usava cogliere
cantando a bassa voce
una strana forma di rispetto
della fioritura
nelle giornate limpide di primavera

Lascia un commento

error: Questo contenuto è protetto