LA POESIA DI GIORGIO BONGIORNO: “La roba”

Gli uomini fanno la roba, non la roba gli uomini.
(Anonimo)

Oggi sono le nuvole gonfie del mare
Gli aironi
I fenicotteri
Le gru
I cigni
Le folaghe e le cicogne
Le anatre e i cormorani
I falchi pellegrini
Fra i fitti canneti del Biviere
A richiamare i pescatori della piana
Non ci sono più gli aratri e le mandrie di Mazzarò
I suoi ulivi affannati
Tanti da oscurare il sole
I brevi sonni con lo “schioppo fra le gambe”
La messe e la vendemmia
I mulini ricolmi
La processione del santo con la banda
Il volo “breve” degli uccelli dietro le zolle lucide
Il “sibilo dell’assiolo nel bosco”
La malaria per fortuna se ne è andata via
Dietro i covoni maturi
Della piana
Eppure, camminando
Per i campi
Sembra sia la sua ombra
Appena sfumata
Disegnata sulle trazzère
scintillanti nel tramonto dorato
ai piedi degli Iblei
brulli e ventosi
Il suo sdegno verso l’ingiustizia di Dio
lo scudo di pietra del barone
E il fischio solenne del pastore
Nelle gole fra i capperi arditi e pendenti
I cardi esili torri dei prati
Sterminati e brulli
Dietro la “cannedda” di S.Francesco
A cercare lo sguardo stupito
Del viandante
Al respiro dello scirocco profumato di salvia
Fra i colori aspri
del mirto e delle euforbie
Sembra di sentire ancora lui
A gracidare come un rospo
Fra la neve gialla e polverosa
Del deserto
A strillare ai mezzadri
Nel cortile di casa
Inferocito di follia
Grondante di sudore e
Con il fiato in gola e
Con la febbre nel cuore
A rincorrere
Il fantasma infuocato e sfuggente
Della sua “roba”

Foto di copertina: “La roba” dal web

1 commento su “LA POESIA DI GIORGIO BONGIORNO: “La roba”

  1. Bel quadro e belle immagini di un piccolo tragico mondo antico, dove una natura rigogliosa è ancora usi della sopravvivenza umana, dove la roba è duro lavoro ed affannarsi per non perderla, unica soddisfazione dell’esistenza. Oggi se il centro è sempre desolatamente quello, i mezzadri sono sostituiti da stagionali spesso lavoranti in nero e spesso neri come il Continente da cui provengono in fatiscenti vascelli spinti dalla promessa di una terra da cui trarre fortune ormai scomparse.

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