La saggezza del padre è il più grande ammaestramento per i figli.
(Democrito)
Penso spesso a mio padre
E rivedo il suo volto
La luce tenera di quel sorriso
Sempre aperto e gioviale
Sento il calore delle sue mani
Il profumo dei suoi abbracci
L’espressione dei suoi sguardi
La fatica del suo lavoro
Anche ora
A quasi sessant’anni da quel lontano commiato
Rimane dentro come oggi
Il senso quasi mistico di quell’attesa
Nelle sere d’inverno
Una scena ripetuta con i colori di allora
Quell’uomo stanco
Prima di fare cena
Davanti al camino
Chiedeva dei voti
Correggeva paziente i nostri compiti
E ascoltava orgoglioso
Le gioie e le pene della giornata
Per il resto
La vita scorreva sui sentieri del consueto
Abitudini condivise
Solide
Quasi come le statue della cattedrale
Nessuno sarebbe mai riuscito
A scalfire quel quadro semplice
O a sconvolgere quei riti
L’esempio di quell’uomo buono
Che non amava la tristezza
Quelle nostre sere
Così gremite di sogni
Così colme di speranza
Così vere
Così indimenticabili
Foto di copertina: Cesare Bongiorno
Sempre cortese ogni tuo commento. il segreto (per la verità poco valorizzato) dell’emozione è la preziosa funzione dell’anima e del sentimento in ognuno dei messaggi che vengono scambiati attraverso una manifestazione “artistica”. Se questo accade è sicuramente un beneficio che ricade sull’autore e su coloro che fruiscono del messaggio stesso .
Ed è questo benefico scambio di valori che alla fine riscalda le anime e ci mostra quanto siano semplici e talvolta apparentemente “banali” le radici dei nostri “roboanti” principi irrinunciabili . Segno del miracolo di cui siamo (ahimè qualche volta ingrati) fruitori!
Grazie ancora
Sempre toccanti le tue poesie Giorgio. Questa mi ha colpita e commossa in modo particolare. Il ritratto di un padre o di una madre, che non sono più con noi, nostalgie che riprendono vita attraverso ricordi nitidi, indelebili. Quel calore unico degli abbracci, il profumo, le sere riuniti attorno ad un tavolo o davanti al camino.
Bello davvero…
anzi, meraviglioso.