Written by Cari amici buongiorno. Alla Diretta “Mezz’ora culturale” delle ore 17, Magdi Cristiano Allam si confronterà sul tema “Che ne sarà dell’Italia tra 20 anni con 7 milioni di lavoratori e di contribuenti in meno?”.
Magdi Cristiano Allam illustrerà la seguente breve relazione. In una ricerca della Fondazione Di Vittorio, dal titolo “L’Italia tra questione demografica, occupazionale e migratoria”, si stima che tra 20 anni, nel 2043, l’Italia l’Italia avrà 7 milioni di lavoratori e di contribuenti in meno, come risultato della drastica riduzione della popolazione residente di oltre 3 milioni rispetto ad oggi, con meno 903 mila giovani, meno 6,9 milioni di persone in età di lavoro e un aumento di 4,8 milioni degli anziani che percepiscono le pensioni.
«Un calo insostenibile – avverte il presidente della FDV Fulvio Fammoni – che se non contrastato con interventi immediati prospetterebbe un futuro di declino cui non ci si può rassegnare. La diminuzione della popolazione è un fenomeno ormai consolidato con evidenti ricadute anche sul mercato del lavoro, mentre il meccanismo che alimenta la crescita della popolazione si è arrestato: il saldo naturale è negativo, mentre il saldo migratorio è positivo, ma del tutto insufficiente a compensare quello naturale. Un apporto aggiuntivo al saldo migratorio di +150 mila persone all’anno consentirebbe in vent’anni di mitigare la diminuzione della popolazione totale e ridurrebbe il calo previsto della popolazione attiva.»
Per la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti «è necessario uscire dalla logica della propaganda e avviare una serie di misure e investimenti volti alla ripresa della natalità, al sostegno dell’occupazione femminile e all’ingresso legale dei migranti nel nostro Paese, politiche che non devono assolutamente essere contrapposte».
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Siete tutti invitati. Vi aspettiamo.
Marialuisa Bonomo
Assistente personale del Presidente Magdi Cristiano Allam
Martedì 2 maggio 2023
d’accordissimo!
Poiche’ oggi non potro’ essere presente alla diretta,anticipo il mio pensiero.
Credo che la reale crisi demografica non possa giustificare certo una immigrazione selvaggia ed incontrollata.
Semmai va gestita oculatamente a seconda dei bisogni un ingresso controllato a seconda dei bisogni, come avviene in altri Paesi,tenendo conto delle mansioni e professionalita’ occorrenti all’ Italia.
Va da se’ che occorre assolutamente incentivare tutte le politiche di lavoro,welfare e misure a favorire la natalita’ degli Italiani,onde non perdere la Cultura,lingua tradizione e religione identitaria e sociale del nostro Popolo e far crescere consapevolezza ed orgoglio di essere italiani e contribuire fraternamente al bene di tutti.
Penso che non siano proprio i “migranti” che ci “pagheranno le pensioni”, come alcuni dicono, perche’ il costo globale per la Nazione dell’immigrazione ,cioe’ sanita’,scuole,case,assegni vari,ecc., supera da calcoli di quasi tre volte i contributi apportati dagli stessi.
Se non si provvede subito e si cambia totalmente approccio e politiche, vedremo solo una lenta agonia dell’essere italiani. E per qualcuno globalista magari e’ un successo,comunque vada.