LA POESIA DI GIORGIO BONGIORNO: “Leonard Bernstein”

Lo incontrai dopo il concerto
Di Vienna
A casa dell’amico Peter
Stanco
Tirato
Deluso
Della sua vita
Della interminabile ebbrezza del successo
Mi parlò del suo recente viaggio
Dei suoi ricordi italiani
Profonde immagini
Del colore ineguagliabile del mare
Del fascino delle colline toscane
Vedevo nei suoi occhi il segno indelebile
Della noia
Dell’abbandono
Una favilla mai spenta
Il suono antico degli archi
La forza indomita dello spirito
Troppo whiskey
Per dimenticare una favola lontana
L’affanno di tante storie tutte insieme
A riempire il pentagramma della memoria
E poi quell’ostinata e altera
Voglia di concludere l’avventura terrena
Scivolare orgoglioso con un sorriso di scherno verso la
fine
Malgrado
La cantilena monotona delle lodi
La continua aria di celebrazione
Talvolta chiassosa
Per quel suo talento infinito
Quasi immortale
Per quella sua scanzonata ironia
Mi apparve allora tutta l’impotenza
Della gente intorno
Degli amici
A festeggiare
Il suo genetliaco
Ad entrare discreta nella sua anima
Nonostante la robusta maschera quotidiana
L’inutile assalto delle parole
Gli inchini
I riconoscimenti
Il clamore consueto degli applausi
Il sogno del miracolo
La magia del consenso
Un’umile preghiera
Gli occhi al cielo
Una espressione velata di malinconia
Un sorso di whiskey
Un momento al pianoforte
Tante strette di mano
E un lungo silenzio
Nella vana speranza
Coltivata da tempo
Di fermare un giorno tutta quella sua corsa


Foto di copertina: A casa dell’amico giornalista, scrittore e manager
culturale Peter Weiser (Segretario Generale della
Konzerthaus di Vienna , nonché valente critico teatrale
) a Vienna in compagnia di Leonard Bernstein e
dell’ambasciatore USA in Austria Henry Grunwald il 25
Agosto del 1988 giorno del 70esimo compleanno del
grande direttore d’orchestra.

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