LA POESIA DI GIORGIO BONGIORNO: “Adesso canto”

Torno in una città che una volta
Pensavo fosse la mia
Una città che non ho mai tradito
E che riconosco
Oggi
Dopo tutti questi anni
Mi richiama a quel tempo
Il fiume ingrossato
Impetuoso e sornione come fa spesso a novembre
La torre in fondo al viale
Maestoso teatro dei nostri giochi furtivi
Delle fughe monelle
E delle nostre innocenti trepidazioni
Tutto il resto ha mutato vestito
Case
Palazzi
Fino al selciato delle vie
Gente diversa
Abiti diversi
Voci diverse in questo pomeriggio uggioso
Adesso canto
La mia favola passata
Fatta di quei profili
Di quelle speranze
Di quei colori antichi
Di quei muri sbrecciati
Di quei desideri
Mentre una bimba rincorre bolle di sapone
La stessa meraviglia
Gli stessi palpiti di luce
Le stesse trasparenze
Gli stessi sorrisi
Di quelli nostri nei lontani giorni della fiera

3 commenti su “LA POESIA DI GIORGIO BONGIORNO: “Adesso canto”

  1. Cara Andreina,
    grazie del tuo commento. La città di Cremona aveva allora il carattere di un paese di campagna con tutte le caratteristiche che l’agricoltura imprime all’ambiente e che rimangono nel cuore dei bambini confrontati più tardi con la logica delle metropoli. Io amo la tecnologia pur mantenendo nell’anima una vocazione georgica e tutto ciò che anima questa (ritengo nobile) disponibilità dello spirito. Cremona non ha comunque perso un grande amante della sua tradizione, della sua cultura e di ciò che la sua immagine di allora mi ha saputo trasmettere . E se si parla di radici (una lingua che sicuramente conosci bene) siamo in tema con la Cremona rurale e dei suoi valori che ancora amo.

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