LA POESIA DI GIORGIO BONGIORNO: “Ritorno”

“Il passato è la sostanza di
cui è fatto il tempo.”
J.L.Borges, L’Aleph

Sento nell’aria
Un tenue profumo di nostalgia
Quella dei pioppi allineati nella nebbia di casa
Dei campi dopo la pioggia
Del guizzo delle lepri impaurite nella campagna
Delle pannocchie dorate
Dei covoni
Dei temporali
Delle aie roventi
Giunge a me il monito di rintocchi vicini
Lascio
La cantilena della corsa di oggi
Nell’illusione di abbracciare il mondo
E torno a casa
A chiedere perdono
Per la fuga di quel tempo che mi pareva vita
Per tutto quel chiasso
Quei rumori
Quella ridda di figure
E quella polvere
Che ha velato le cose di allora
Tornano ad accavallarsi
Frotte di immagini
Risento voci d’infanzia
Suoni che mi paiono adesso
Affetti rifioriti con la primavera
Lontane storie
Pianti felici
Antichi fantasmi delle notti bambine
Fate e castelli di quella giovane età
Radici strappate a quella terra
che ho ancora tutta dentro
Ricordi sempre verdi
Che rispuntano lieti
A coronare ogni giorno
La mesta malinconia dell’esilio

Foto di copertina: “Ritorno” dal web

3 commenti su “LA POESIA DI GIORGIO BONGIORNO: “Ritorno”

  1. Caro Giorgio,
    Più passa il tempo e sempre più spesso la mente si riempie di ricordi.
    Più a lungo le piace perdersi nel tempo passato , di rivivere storie , relazioni, momenti di vita che so già non potranno più ripetersi.
    Tanti dicono che la vita va vissuta al presente, ogni giorno ad ogni istante. No, io credo che dimenticare il passato è negare chi siamo e da dove veniamo.
    I miei ricordi d’infanzia e quelli successivi, non mi proiettano in ambientazioni ed atmosfere bucoliche come si capisce dalla tua poesia, ma ti assicuro che sono altrettanto forti e a volte faccio fatica a distaccarmi, a dire che tutto quanto appartiene al passato e che per quanto ho vissuto non mi stancherò mai di ringraziare il Cielo.
    Francesco Violini

  2. caro Davide,
    grazie del tuo commento sempre estremamente appropriato. Quell’angolo di noi che rappresenta la nostra storia e verso cui torniamo per evadere dalla corsa quotidiana non sempre condivisibile è un momento di tregua, una oasi che nei miei pensieri ricorre spesso. Il “ritorno” è anche il sentiero di conservazione delle nostre radici, quelle stesse che ci permettono di mantenere vivi quei valori non negoziabili, che ci aiutano a credere in quei colori etici della nostra tradizione che l’euforia talvolta stonata che ci circonda tenderebbe forzatamente a sbiadire.
    Quell’angolo di noi è l’ossigeno che ci impegniamo a respirare in quanto , Borges lo conferma, il nostro passato è la sostanza del tempo e come tale è il nostro più prezioso patrimonio immateriale che corona e illumina le vicende e le sfide del nostro corpo.

  3. La vita, spesso, non è adesso. La vita è, il più delle volte, in ciò che è stato. Ritagliarsi momenti di raccoglimento consente di mettersi in contatto, attraverso il ricordo, con quell’esistenza che la frenesia degli impegni contribuisce a smarrire. Bella anche la tua citazione di Borges.

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