Cari amici buongiorno e buon fine settimana. Ritengo che sia più che mai opportuno chiarire, all’interno della Casa della Civiltà, ma anche a beneficio degli amici che ci seguono con interesse, la nostra posizione sulla guerra scatenata dal terrorismo islamico di Hamas lo scorso 7 ottobre, culminato nella strage di almeno 1400 israeliani, la quasi totalità civili, tra cui neonati, bambini, madri e anziani che sono stati uccisi a freddo, sgozzati, decapitati, bruciati. In aggiunta, almeno 230 israeliani, in maggioranza giovani, sono stati catturati, sono ostaggi di Hamas, sono nascosti nelle gallerie sotterranee scavate a Gaza, vengono usati come merce di scambio per ottenere il cessate il fuoco, sancendo così la vittoria militare di Hamas.
Questa nuova strage di israeliani si spiega soltanto con l’odio viscerale nei confronti degli ebrei, sancito da Allah nel Corano e praticato da Maometto, attestato in 1400 anni da una lunga serie di pogrom nei Paesi arabi ed islamici, l’eccidio di massa degli ebrei, uccisi per il semplice fatto di essere ebrei.
Non vi può essere alcuna giustificazione legata all’occupazione territoriale o all’oppressione di un popolo. È dal 2005, cioè da 18 anni, che all’interno di Gaza non c’è un solo israeliano e un solo ebreo. L’amministrazione degli oltre 2 milioni di palestinesi che vi risiedono, è totalmente gestita dai terroristi islamici di Hamas, impostisi al potere nel 2007 scatenando una violenta guerra fratricida culminata con l’uccisione di oltre un centinaio di soldati dell’Autorità Palestinese, la sola entità politica riconosciuta internazionalmente, cacciata con la forza da Gaza.
In questi 18 anni Hamas ha potuto beneficiare di miliardi di dollari donati ai palestinesi dall’Unione Europea, dalle Nazioni Unite, dal Qatar e i ricchi Paesi arabi del Golfo, dalla Turchia e dall’Iran, da cospicue donazioni raccolte all’interno delle moschee di tutto il mondo a sostegno dei “fratelli palestinesi oppressi dal nemico sionista”. Questo fiume di denaro anziché essere utilizzato per migliorare le condizioni di vita dei palestinesi, garantendo loro l’accesso all’acqua potabile, all’energia elettrica e al cibo, offrendo loro opportunità di lavoro e di guadagno, sono stati totalmente dirottati per accumulare un ingente arsenale di armi, per costruire una rete di gallerie sotterranee trasformate in centrali militari, per addestrare migliaia di giovani alla guerra terroristica.
Hamas, acronimo di “Movimento di resistenza islamico”, si è comportato conformemente al proprio Statuto che non rivendica la nascita di uno Stato nazionale palestinese che possa convivere pacificamente al fianco di Israele, ma persegue esplicitamente l’obiettivo di distruggere Israele, sterminare il popolo ebraico, costituire un unico Stato islamico che si estenda “dal fiume al mare”, ovvero dal Giordano al Mediterraneo, che sottintende la cancellazione dello Stato di Israele per far posto all’agognata “Palestina libera”, slogan scandito da milioni di manifestanti in tutto il Mondo, pur corrispondendo al più atroce crimine contro l’umanità.
La verità è che nella Storia non sono mai esistiti né uno Stato della Palestina né un popolo palestinese. “Palestina” è la denominazione geografica data dai Romani alla Giudea. Anche sotto l’Impero islamico turco-ottomano l’entità geografica della Palestina faceva parte della “Wilayat di Beirut” o “Regione di Beirut”. Nel Preambolo del Mandato per la Palestina conferito alla Gran Bretagna, si precisa che lo scopo del Mandato è la ricostituzione dello Stato ebraico, in un contesto geo-politico in cui gli stessi ebrei si concepivano “palestinesi”.
Nella Risoluzione 181 del 29 novembre del 1947, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite sancì la spartizione del territorio della Palestina Mandataria in due Stati: uno «Stato ebraico» e uno «Stato arabo», non uno «Stato palestinese». Ciò attesta che fino al 1947 non esisteva il concetto politico di Palestina e dei palestinesi.
Dopo la proclamazione della nascita dello Stato di Israele il 14 maggio del 1948, gli eserciti arabi scatenarono la prima guerra contro Israele, perché contrari alla sua esistenza. Fu così che di fatto, pur di impedire la nascita dello Stato di Israele, gli Stati arabi impedirono la nascita del nuovo «Stato arabo» sancito dall’Onu. E, dopo la sconfitta degli eserciti arabi, il territorio su cui avrebbe dovuto costituirsi il nuovo «Stato arabo» fu spartito tra Israele, che occupò e si annesse il settore occidentale di Gerusalemme e la Galilea; la Giordania che occupò e si annesse il settore orientale di Gerusalemme e la Cisgiordania; l’Egitto che occupò e amministrò la Striscia di Gaza.
È da rilevare che la Giordania si annesse quei territori perché a tutti gli effetti gli arabi che vi risiedevano erano gli stessi arabi che risiedevano in Giordania, anch’essa una creazione del Mandato per la Palestina.
Ebbene, se veramente gli Stati arabi avessero avuto a cuore la “causa palestinese”, se avessero voluto dar vita a uno “Stato palestinese” per soddisfare l’aspirazione nazionale del “popolo palestinese”, nessuno avrebbe potuto vietare loro di farlo sui territori della Cisgiordania, Gaza e il settore orientale di Gerusalemme. Invece dal 1948 al 1967, ovvero per 19 anni, la Giordania e l’Egitto non hanno pensato minimamente a cedere i territori occupati ai palestinesi.
È soltanto dopo la cocente sconfitta degli eserciti arabi nella “Guerra dei sei giorni” del 5 giugno 1967, sempre a seguito di un’aggressione araba e l’obiettivo dichiarato di «annientare l’entità sionista», che esplode violentemente, a suon di attentati terroristici dell’Olp, la “causa palestinese”, evocando la presenza di un “popolo palestinese” e invocando il diritto a uno “Stato palestinese”.
Questi sono i fatti della Storia. A questo punto, qual è la prospettiva?
All’indomani della guerra terroristica di Hamas che ha provocato un ammontare di vittime civili israeliane pressoché pari a quelle di 75 anni del conflitto arabo-israeliano, 1400 morti accertati il 7 ottobre scorso rispetto a 1730 dal 1948, chiunque chiede l’immediato cessate il fuoco e l’immediato avvio di negoziati di pace tra Israele e Hamas, fa il gioco di Hamas, sancisce la vittoria militare di Hamas e la sconfitta di Israele. Israele è l’unico Stato al Mondo che non può permettersi di perdere una guerra, perché sarebbe l’ultima guerra. Hamas non perpetra le stragi di israeliani perché vuole ottenere un vantaggio di alcun tipo, militare, economico o politico, ma deliberatamente per distruggere Israele. Se Israele accettasse di sedere al tavolo dei negoziati con Hamas, firmerebbe la propria condanna a morte.
Israele non ha alternativa che sconfiggere ed eliminare Hamas. I primi a rallegrarsene saranno i palestinesi di Gaza, le vere vittime e i gli ostaggi permanenti della feroce tirannia dei terroristi islamici. Così come tireranno un sospiro di sollievo i Paesi arabi circostanti, la Giordania e l’Egitto in primis. Solo l’uscita di scena di Hamas potrà spianare la strada a un accordo di pace tra Israele e un rappresentante dei palestinesi forte e autorevole, che anteponga il bene dei palestinesi all’odio contro gli ebrei.
Personalmente, credo che la prospettiva della pace potrà più concretamente attuarsi con la costituzione di una Confederazione tra la Giordania e uno Stato palestinese, che comprenda la Cisgiordania, la Striscia di Gaza e una presenza nel settore orientale di Gerusalemme. Di fatto sarebbe la riproposizione di una realtà già presente per 19 anni, tra il 1948 e il 1967, in un contesto dove le popolazioni si concepivano semplicemente come “arabi”. Il riferimento ad uno Stato, la Giordania, che ha fatto la pace con Israele, offre delle maggiori garanzie di salvaguardia della pace.
Ora è il momento di stringerci attorno a Israele nella guerra più importante della sua Storia. È la prima volta che i nemici colpiscono all’interno stesso del territorio di Israele, che perpetrano un pogrom di israeliani, che rapiscono centinaia di ostaggi israeliani. La sconfitta e l’eliminazione di Hamas sono imprescindibili per la sopravvivenza di Israele, ma sono vitali anche per tutti noi qui in Europa, per salvaguardare la civiltà della vita e non essere sopraffatti dall’ideologia della morte che sostanzia l’islam.
Cari amici, andiamo avanti sulla retta via a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo a realizzare il miracolo per far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l’Italia.
Magdi Cristiano Allam
Fondatore della Comunità “Casa della Civiltà”
Sabato 28 ottobre 2023
Condivido pienamente le analisi di Magdi, perché raccontano la realtà vera, con saggezza della attuale situazione. Non è facile capire in un momento così cruciale e che cambia ogni giorno con l’evoluzione della guerra sul campo e sulle varie posizioni all’interno del mondo islamico come anche posizioni diverse all’interno di Israele e in certe comunità ebraiche nel mondo. Magdi ha ragione, cedere anche per qualsiasi ragione con negoziati od ‘umanitarismi’ riconoscendo Hamas ed il fondamentalismo come interlocutori alla pari, con ostaggi in mano, ma anche senza, sarebbe una vittoria per Hamas e per L’Islam politico e distruttivo, sarebbe la fine di Israele e a seguire l’incitazione in Europa per la nostra.
A Lepanto ci siamo arrivati con fatica, come alla vittoria di Vienna, ma la fede e la libertà dalla sottomissione islamica, hanno permesso una vittoria che ci salvò, almeno per molto tempo.
Ora sono preoccupato per le piazze di filo islamici e filo Hamas travestiti da sostenitori di partigiani palestinesi o di pacifakes a senso unico, rigurgitanti odio e anti semitismo per moda o per vecchie scelte politiche rinverdite da conteggi di morti e di bambini usati come arma d’odio contro Israele e come misura di proporzionalità della morte. Una vergogna. Una ignoranza reale o interessata che fa capire come il nazismo genocida antiebraico abbia potuto fare quel che ha fatto nascondendo od ignorando volutamente i fatti e quanto si svolgeva allora.
Ancora non si capisce quale è la vera posta e l’obbiettivo principale di questa nuova guerra in cui i palestinesi arabi sono in parte vittime ed usati da Hamas come carne e sangue dai loro capi per scatenare la retorica di propaganda e la rabbia e l’odio contro gli Ebrei, come da un discorso dei capi in sicuro in Qatar e fiancheggiatori diffusi oggi.
Concludo che riflettendo su soluzioni, tutte più o meno impraticabili, la proposta di Magdi oggi è la più praticabile e giusta per tutti, che anche se lascia un punto di domanda sul futuro, garantisce sufficienti diritti per tutti senza sopraffazione e tranquillità e sviluppo per le popolazioni tutte della regione.
Fuorché ovviamente per i terroristi.
Certo bisogna dissuadere Paesi come Iran e soci ad accettare il bene dei loro popoli e non la teocrazia islamica. Come convincere i nostri Partigiani islamici della stessa cosa. Difficile ma non impossibile se crediamo nei miracoli, come noi, perché insieme ce la faremo!
P. s. :Se passa il concetto del diritto ad uno Stato Palestinese, credo che noi potremo legalmente, qui in Veneto, con più ragione, chiedere, e non solo, il ripristino della Serenissima Repubblica di Venezia!!!