STEFANO DI FRANCESCO: “L’Italia è un paese ricco che si comporta come un povero mendicante”

Il quadro economico nazionale risulta sempre più compromesso e gli indicatori fondamentali per la crescita e lo sviluppo evidenziano preoccupanti segnali negativi.

Come riporta la Banca d’Italia nel suo ultimo aggiornamento “Secondo nostre stime la produzione industriale è diminuita nel quarto trimestre, proseguendo la tendenza negativa in atto dalla seconda metà del 2022. Vi hanno inciso l’indebolimento della domanda e i costi ancora elevati dell’energia. L’attività nel terziario ha ristagnato, confermando l’esaurirsi del forte recupero iniziato con la riapertura delle attività economiche dopo la fase più acuta della pandemia. L’inasprimento delle condizioni di finanziamento frena la spesa per investimenti, soprattutto nella manifattura”

La produzione industriale rallenta, gli investimenti produttivi diminuiscono ed il credito bancario continua a scendere.

A questa significativa contrazione del credito, lo Stato dovrebbe reagire in modo inverso, ovvero immettendo nel sistema una maggior quantità di denaro attraverso la spesa pubblica, ma purtroppo la logica fallimentare che governa l’UE, dalla quale i nostri politici faticano a distaccarsi, impone misure correttive al fine di contenere il debito.

Premesso quindi che dopo oltre dieci anni di politiche di austerità il debito pubblico è sempre cresciuto e mai ridotto; verificato che il reddito degli italiani oggi è ancora più basso di quello del 2008, che il numero di individui in povertà assoluta è TRIPLICATO ed il saldo demografico naturale presenta una dinamica negativa mai registrata fino ad oggi, ci si potrebbe interrogare sulla reale utilità del rispetto dei vincoli dell’UE e dei suoi fallimentari parametri, SENZA SENSO.

Ad esempio, che senso ha paragonare il DEBITO PUBBLICO del Paese, uno stock cumulato in decenni, con il PIL, ovvero un flusso che misura la ricchezza prodotta in UN SOLO ANNO?

Avrebbe senso rapportare il Debito Pubblico ( frutto di decenni di storia) al valore del patrimonio pubblico creato nel tempo (del quale stranamente non esiste alcuna stima) e quello privato, che invece da solo vale quasi 10 mila miliardi, ovvero 3 volte il debito pubblico.

L’ esempio che segue, tratto dall’intervento dell’amico Guido Grossi al convegno di Moneta Positiva dal titolo “Un mondo positivo” tenutosi alla Camera dei Deputati lo scorso 20 novembre 2023, spero possa aiutarci a comprendere il volume di menzogne con cui han riempito le nostre teste, convincendoci di cose che non hanno senso. Siamo ricchi o poveri? – Guido Grossi – Convegno Una Italia Positiva – 20 novembre 2023 (youtube.com)

Perché noi italiani non vediamo la nostra ricchezza e ci comportiamo come dei poveri che devono elemosinare col cappello in mano il denaro dall’UE e dai mercati finanziari?

Proviamo a ragionare sui NUMERI ASSOLUTI.

Partiamo dal primo dato che ci viene sempre presentato con grande preoccupazione: il DEBITO PUBBLICO.

Ricordiamo però sempre che mentre il debito è uno stock, il PIL è prodotto in un solo anno e che quindi limitarsi a paragonare queste due grandezze e farne un dogma è quantomeno poco intelligente, oltre che fuorviante.

Paragoniamo quindi lo stock di Debito Pubblico, con lo stock di ricchezza creata negli anni, ricchezza pubblica e privata. Tra le migliaia di dati in circolazione, il dato sullo stock di RICCHEZZA PUBBLICA non c’è, non esiste, viene occultato così da poter giustificare svendite e privatizzazioni senza senso logico.

La RICCHEZZA PRIVATA è invece di 10 mila miliardi, suddivisa a metà tra attivi finanziari ed immobiliari.

Adesso facciamo un esperimento; immaginiamo che il sig. Italia abbia un mutuo da 284 mila euro, guadagni 198 mila euro l’anno , con uno stipendio quindi di 15.000 euro mensili.

La rata del mutuo che deve pagare il sig. Italia ( la cui durata è 7 anni, come la durata media dei titoli di Stato) è di 3.300 euro mensili.

Inoltre, il sig. Italia possiede già immobili per un valore di 500 mila euro e altri 500 mila euro di titoli ed asset finanziari.

Domanda: questo sig. Italia sembra dunque un povero mendicante o piuttosto un benestante? Può il mutuo contratto creare problemi di natura economica al sig. Italia conoscendo la ricchezza di questo?

Credo che molti di noi metterebbero la firma per essere al posto del sig. Italia, che purtroppo per lui però, ha subito il lavaggio del cervello, è stato convinto che è povero e che ha vissuto al di sopra delle proprie possibilità e che non sarà in grado di ripagare il mutuo da 284 mila euro.

Preso dal panico ed in confusione, il sig. Italia decide di chiedere aiuto agli usurai per il pagamento del mutuo, i quali gli prestano 40.000 euro, soldi di cui in realtà non avrebbe alcun bisogno visto che possiede immobili e titoli, oltre ad un reddito elevato.

Per ripagare gli usurai e gli interessi da questi richiesti, alla fine il sig.Italia inizia a svendere le sue proprietà, la casa, i titoli…

Il Sig. Italia siamo noi, l’ITALIA e le cifre dell’esempio hanno la stessa proporzione con i dati complessivi nazionali.

La realtà è che siamo un Paese ricco che si comporta come un povero straccione, che va a farsi prestare soldi di cui non avrebbe bisogno dai mercati finanziari e dagli speculatori ( che sono gli usurai che danno i soldi al sig. Italia) emettendo Titoli di Stato, su cui si pagano interessi che col tempo ci stanno portando via asset, aziende, denaro e benessere.

SVEGLIAMOCI IN FRETTA!!!

Basta credere alle menzogne veicolate h24 dal mainstream, dai sedicenti esperti al soldo della finanza globale, pagati per non vedere e non capire.

Basta accettare passivamente un comportamento demenziale da parte della classe politica attuale, vittima anch’essa della disinformazione sistematica, che si rende complice di questo crimine contro il popolo ed i cittadini.

INSIEME CE LA FAREMO

2 commenti su “STEFANO DI FRANCESCO: “L’Italia è un paese ricco che si comporta come un povero mendicante”

  1. I fondi del pnrr, per esempio, per ciò che riguarda la scuola, attualmente mi sembra si stiano utilizzando solo per il finanziamento di stupidi corsi per aggiornare i docenti. Ovviamente io non ho alcuna intenzione di prendere parte a nessuno di questi inutili corsi. Ebbene quel denaro dovrà anch’esso essere restituito. Per non parlare del fatto che, in realtà, era denaro già nostro: ci hanno prestato dei soldi che in origine abbiamo fornito noi all’Europa. Sì, ci sarebbe proprio da ridere per tutta questa assurdità. Grazie Stefano per questo chiarificante tuo articolo.

    1. Caro Davide è proprio come scrivi. La fantomatica quanto inesistente pioggia di miliardi del Pnrr è DEBITO, condizionato ad alcuni settori ( spesso finisce in centinaia di iniziative ridicole) ed è soprattutto VINCOLATO al soddisfacimento di specifici obiettivi stabiliti dall’UE.
      Praticamente ci siamo indebitati, obbligati a fare inutili riforme e per di più non possiamo neppure spendere quei soldi dove servirebbero davvero….
      UN CAPOLAVORO DI STUPIDITA’
      Un abbraccio, Stefano

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