LA POESIA DI GIORGIO BONGIORNO: “Campo di crochi”

“Testimone 5
Ogni volta che incontravo Lili
E le chiedevo
Come va Lili
diceva
A me va sempre bene”
(Peter Weiss – L’Istruttoria)


Ebbro di una stagione di menzogne
Mi vestirò di trepidante follia
Davanti a questo campo
Sterminato di crochi
Violetti e pallidi calici di perpetua
Sofferta
Umiliazione
Piegati dal vento di primavera
Profumati di soave zafferano
E di tenue fragranza d’ulivo
Mostrerò con l’orgoglio
Del guerriero
L’ala ferita del mio volo errabondo
Accecato dal bagliore di astri
Forestieri
Smarrito
All’ombra fugace del peccato
Scorreranno i rivoli vermigli
Del mio sangue
Ruscelli infuocati di desiderio
In quegli antri desolati si udiranno
Velati lamenti di cetre
Rime di struggenti ballate dello spirito
Risuoneranno tetri tamburi
Richiami di feste lontane nella memoria
Cantilene improvvisate di preghiera
Palpiteranno carni devastate
Da solchi
Tracciati
Nell’intimo
Esiguo
Dominio delle rinunce
Da ignoti aratori
Indifferenti al colore dei fiori
Nelle sottili nebbie dell’anima
Sfumeranno adagio
Fuggevoli gesti di gioia
Siepi e contrade
Filari di fronde luccicanti
E sarà solo un grido
Nel fiume
Di acqua trasparente
A troncare
Inesorabilmente
Le ultime
Armoniose litanie del commiato
Intanto coltivavo segrete speranze
Di volare lontano
Fra le nuvole di quel cielo
Intorno ai frammenti di giovinezza che mi
vibravano ancora addosso
Brandelli di ricordi
Che mi sgorgavano dalla mente
Una cantilena di trame
Più materia di un sogno prolungato
Che di reali storie vissute


“I crochi sono fiori speciali che annunciano la
primavera. Facili da coltivare, affidabili e
resistenti oltre che molto colorati e molto
ricchi di nettare

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