STEFANO DI FRANCESCO: “Il reddito pro-capite USA e’ il 50% superiore a quello italiano”

Nel Bollettino Economico N°1 del 2024 di Banca d’Italia, l’istituto prevede una crescita del PIL dell’Italia più basso rispetto alle stime del 2023. Bollettino Economico n. 1 – 2024 (bancaditalia.it)

Esattamente si prevede la crescita dell’Italia per il 2024 del +0,6% ( rispetto al +0,7% precedente) e del 1,1% per il 2025 e 2026. Dati che ovviamente sono previsioni e quindi saranno soggetti a continue variazioni ma che certificano lo stato di perenne agonia dell’economia del Paese.

Questa staticità dell’economia nazionale appare ancor più evidente quando la si confronta con altri paesi che nel tempo hanno attuato politiche tese allo sviluppo e crescita della ricchezza nazionale.

Gli USA ad esempio, nonostante non siano un modello da seguire per gli evidenti eccessi di finanziarizzazione del loro sistema economico, sono però utili ad evidenziare come la crescita economica non sia legata alla valuta ( dollaro, euro, sterlina,yen…),alla capacità di esportare beni e servizi, ma al tipo di politiche che vengono realizzate, sia dallo Stato ( il deficit di bilancio) , sia dal sistema bancario ( attraverso la creazione del credito)

L’economia USA è ancora oggi la prima economia mondiale in termini di PIL e ricchezza prodotta e non solo: anche il debito pubblico americano ha raggiunto livelli mostruosi, superiore a 34 mila miliardi di dollari, 17 volte il PIL dell’Italia.

Quello che però non tutti sanno è che il reddito medio pro-capite USA ha oggi superato del 50% quello italiano, evidenziando una dinamica nel tempo improntata alla costante crescita, mentre, nel caso italiano (linea nera), possiamo facilmente verificare che non è andata esattamente allo stesso modo.

Negli ultimi 30 anni, il PIL pro-capite USA (linea blu, scala di sinistra) è salito da 40 mila a 65.000 dollari (+62%);

il PIL pro-capite in Italia (linea nera, scala di destra) è passato invece da 37 mila a 44.000 dollari ( +19%).

Come si spiega questa enorme differenza in termini di progressione del reddito? È colpa dell’Euro, della corruzione, del debito pubblico, dell’evasione fiscale?…

Niente di tutto questo. Per capire basta osservare le dinamiche di due fattori chiave per la crescita del sistema economico attuale: la spesa pubblica e il credito bancario.

Ebbene , partendo dalla spesa pubblica governativa ci accorgiamo che mentre negli USA è cresciuta quasi del 40%, in Italia in 30 anni la spesa pubblica è salita appena dell’11%.

Giova però ricordare che il nostro Paese ha per 27 anni sugli ultimi 31, realizzato avanzi primari di bilancio, ovvero ha incassato dalle tasse più di quanto ha speso nell’economia reale e che l’incremento della spesa è dovuto SOLO alla voce interessi passivi sul debito pubblico ( che per oltre il 30% vanno a non residenti).

Non solo. Se osserviamo l’andamento del credito bancario nei due paesi ci accorgiamo di come l’economia americana sia stata realmente inondata da un mare di denaro, mentre nel caso dell’Italia questo è successo in minima parte.

In 30 anni , negli USA il credito è salito del 200% (+17.000 miliardi), in Italia appena del 50% (+200 miliardi). Se quindi sommiamo sia gli incrementi della spesa governativa che quelli del credito negli USA, capiamo come sia stata possibile una crescita del PIL pro-capite tre volte superiore a quella della nostra povera Italia.

L’unica cosa da fare è quella di invertire questo demenziale trend che vede il nostro paese succube dei mercati, dei parametri e regole dell’UE. Lo Stato deve tornare a fare spesa pubblica, creando la moneta al bisogno per investimenti produttivi e dotarsi di un sistema di banche pubbliche per orientare il credito verso attività reali e non solo verso la speculazione finanziaria e la creazione di bolle.

La soluzione esiste: crediti d’imposta cedibili ( che non sono debito), banche pubbliche, conti correnti di risparmio e emissione di monete metalliche ( che non aumentano il debito). Solo così realizzeremo una società migliore, più giusta, in grado di perseguire il benessere della collettività ottemperando in pieno il dettato costituzionale. Occorre coraggio.

1 commento su “STEFANO DI FRANCESCO: “Il reddito pro-capite USA e’ il 50% superiore a quello italiano”

  1. Sono anni che Stefano Di Francesco, esperto di Finanza, ci dice che esiste una soluzione, in un ambito di gestione finanziaria, di un Piano di rinascita economica senza indebitarsi con l’estero. La sua proposta si sostanzia dell’emissione di crediti d’imposta cedibili, che non sono debito; la costituzione di banche pubbliche; l’autorizzazione ai conti correnti di risparmio; l’emissione di monete metalliche che non aumentano il debito.
    In un grafico Di Francesco mostra come sia possibile mettere a disposizione dello Sviluppo mille miliardi in due anni. Possibile che il Governo non lo sappia o non lo capisca? O forse lo sa e lo capisce ma non può o non lo vuole fare?
    Se così fosse, e io credo che così sia, l’unica strada realisticamente percorribile è la strada maestra del riscatto della nostra sovranità monetaria. Come? Dobbiamo attendere l’implosione del sistema di potere disumano dell’Unione Europea. E non credo che ci vorrà ancora molto.

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