STEFANIA CELENZA: “Cosa succede all’ospedale di Careggi di Firenze?”

Potete ascoltare la lettura dell’articolo con la voce di Paola Ramella

Cosa succede? Il fatto è il seguente.

Nel mese di gennaio 2024, il Ministero della Salute ha avviato una indagine sul Centro di Coordinamento Regionale, per le problematiche sanitarie, relative alla identità di genere, presso la Clinica Universitaria di Careggi, a Firenze.
In particolare si indaga sull’utilizzo del farmaco “Triptorelina”, in pazienti minorenni, preadolescenti, con asserita disforia di genere, allo scopo di bloccare il loro sviluppo puberale.
Ad oggi, l’età media dei pazienti che accedono al Centro regionale per l’incongruenza di genere, presso l’Azienda ospedaliera universitaria di Careggi, a Firenze, è di 14,8 anni, secondo una nota della Regione Toscana.
In verità, Firenze dispone di una struttura ospedaliera pediatrica di eccellenza, quale è il celeberrimo Ospedale Meyer, una tra le più dinamiche realtà pediatriche, a livello internazionale. Resta ignoto il motivo per il quale si sia deciso di svolgere il trattamento della cosiddetta Disforia di Genere, sui bambini e sui preadolescenti, presso l’Ospedale di Careggi, invece che in quello del vicino Meyer, dotato di professionalità pediatriche dedicate e specifiche, in una materia estremamente delicata come questa.
Ma siamo abituati, ormai, alla consapevolezza che le domande resteranno senza risposta e che non ci sarà dato mai di conoscere la verità dei fatti e del loro perché.
Ad alcune cose, però, ci si può arrivare, con un po’ di arguzia.
Innanzitutto, possiamo capire il perché di una siffatta ispezione, proprio in questo momento storico, su una realtà che è presente a Careggi da decenni, sotto gli occhi di tutti, nella pubblica indifferenza.
La ricostruzione più verosimile è nel senso che si sia ricercato un valido, efficace e attuale stendardo elettorale, attira-voti, alla vigilia di importanti elezioni amministrative in Toscana e di quelle non meno ambite Europee. Il solito scalpore costruito a tavolino, per indignare le masse, per puntare i riflettori contro gli avversari politici, per attirare facili consensi, giusto il tempo di essere eletti.
Poi si potrà continuare a tacere. Sono troppo pessimista? Sono troppo disincatata? Forse, ma penso ancora al caso del “Forteto” e come la tanto vituperata struttura, all’indomani degli scandali e delle indagini giudiziarie, sia oggi ancora attiva, indisturbata e produttiva nel Mugello.
Tralasciando questi miei cattivi pensieri, approfondiamo, comunque, la notizia e l’argomento, che è di importanza centrale.
L’attività ispettiva è scaturita in seguito a un’interrogazione parlamentare del presidente dei senatori di Forza Italia (esiste ancora?), Maurizio Gasparri, al ministro Schillaci, con la quale aveva segnalato l’età precoce (11 anni in media) in cui il farmaco “Triptorelina” sarebbe somministrato presso il Policlinico di Careggi. Secondo il parlamentare, l’utilizzo della molecola off-label, ovvero l’uso per fini diversi da quelli per i quali è stata autorizzata, avverrebbe in assenza del dovuto sostegno psicoterapico ed in contrasto con le prescrizioni della determina Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco) del 2019, anche e sopratutto in assenza di un servizio di neuropsichiatria, per l’infanzia e l’adolescenza.
Transeat sul già discusso inspiegabile dirottamento di tale competenza dall’Ospedale Pediatrico Meyer, a quello di Careggi.
In forza di tale ispezione governativa, la Regione Toscana ha depositato, presso il Ministro Orazio Schillaci, una Relazione di dieci pagine, in cui viene dettagliato il funzionamento del servizio e la modalità di somministrazione del farmaco. Viene spiegato come i ragazzi ed i bambini manifestanti disforia di genere, compresi i loro genitori, vengano seguiti da un servizio di psicoterapia. Secondo Giani, insomma, il protocollo Aifa sarebbe stato seguito alla lettera. Simone Bezzini, assessore regionale al diritto alla salute, ha ribadito l’eccellenza riconosciuta a livello nazionale ed europeo del Centro “Le attività e i percorsi clinico assistenziali sono svolti in applicazione delle norme. Crediamo nel confronto e nella trasparenza e ci auguriamo che questa vicenda non venga strumentalizzata dal punto di vista politico. C’è bisogno di rispetto e attenzione per chi si trova ad affrontare questi percorsi“. Ma chi è che si trova, dunque, ad affrontare questi percorsi?
Secondo la Relazione regionale, l’età media dei ragazzi che necessitano del trattamento farmacologico, con triptorelina, è di 15,2. Nel 2022 al Centro c’erano stati 60 accessi e 18 prescrizioni per il farmaco, mentre 150 accessi, nel 2023 con 26 prescrizioni. Come si vede la crescita è costante.
Possibile che il dato statistico non faccia insorgere qualche domanda? Quale sarebbe il motivo sociologico, biologico, scientifico, storico e culturale di questa crescita esponenziale della necessità di assumere triptorelina?
All’indomani del deposito di tale prima relazione, il ministero ha dichiarato:
I risultati dell’ispezione a Careggi non sono ancora pronti”. Gli ispettori governativi hanno richiesto le cartelle cliniche dei pazienti pediatrici, a campione. L’obiettivo è quello di verificare il percorso adottato, proprio in relazione all’uso del farmaco triptorelina.
Il ministero ha avviato, pertanto, una seconda fase ispettiva, con una nota di richiesta, al comitato di bioetica nazionale, perché si esprima nuovamente sull’utilizzo della triptorelina in questo tipo di pazienti, onde approfondire la somministrazione del farmaco e la reale conoscenza degli effetti collaterali.
Il 31 gennaio 2024, Ansa ha diffuso la notizia per cui, dai primi dati relativi al sopralluogo effettuato dagli esperti del ministero della Salute, nell’ospedale fiorentino, non in tutti i casi di disforia di genere pediatrici sarebbe stato effettuato il percorso preliminare indicato di psicoterapia, prima della somministrazione del farmaco triptorelina.
Adesso, come è immaginabile, questo farmaco utilizzato nei bambini e giovani, con disforia di genere, è al centro del dibattito nel mondo scientifico. 
Dodici società scientifiche, in una nota congiunta, hanno affermato che “la triptorelina è farmaco salva-vita nei giovanissimi transgender e gender diverse” e che questo viene “prescritto solo dopo attenta valutazione multiprofessionale, il cui scopo non è né castrare chimicamente e definitivamente, né modificare orientamento e identità sessuale, ma dare tempo ai giovani sofferenti e alle famiglie di fare scelte ponderate e mature, impedendo stigma sociale, autolesionismi e suicidi. Per ridurre un disagio psicologico e fisico, oltre a guadagnare tempo e dare la possibilità all’adolescente stesso di esplorare ulteriormente il proprio percorso di affermazione di genere, è stato proposto da alcuni anni l’uso di farmaci come gli analoghi del GnRH (GnRHa) che hanno lo scopo di sospendere temporaneamente la progressione delle modificazioni puberali e sono impiegati da molto tempo nella terapia della pubertà precoce.”.
Per capire meglio, occorre domandarci, allora, cosa è la disforia di genere.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità è “una condizione caratterizzata da una intensa e persistente sofferenza causata dal sentire la propria identità di genere diversa dal proprio sesso“. Si tratta di un senso di forte disagio, quindi, che le persone provano quando non si riconoscono nell’identità biologica femminile o maschile di nascita.
Ciò indurrebbe ad intraprendere un percorso di transizione all’altro sesso.
Domandiamoci, poi, cosa è e a cosa serve il farmaco triptorelina.
La triptorelina è un farmaco utilizzato per la sospensione dello sviluppo puberale, in casi di pubertà precoce. È indicata limitatamente alle bambine di età inferiore agli 8 anni e ai bambini inferiori di 10 anni (prescrizione a carico del Servizio Sanitario Nazionale, su diagnosi e piano terapeutico di strutture specialistiche, come da nota AIFA n. 51). L’impiego negli adolescenti con disforia di genere, per bloccare una “pubertà fisiologica”, è considerato fuori dalle indicazioni specifiche del farmaco. Con la determina n. 21756/2019, infatti, AIFA ha inserito la triptorelina nell’elenco dei medicinali erogabili, a totale carico del SSN, ai sensi della legge 648/96, per l’impiego esclusivamente in casi selezionati di disforia di genere, con diagnosi confermata da un’ équipe multidisciplinare e specialistica e in cui l’assistenza psicologica, psicoterapeutica e psichiatrica non si sia rivelata risolutiva.
Sembra così, allo stato, che l’uso della triptorelina su bambine di età superiore agli 8 anni e ai bambini di età superiore ai 10 anni, come è accaduto a Careggi, per sua stessa dichiarazione, sia illegittimo, laddove non si dimostri che la dovuta assistenza psicologica, psicoterapeutica e psichiatrica non si sia rivelata risolutiva.
Ad oggi, il lavoro della commissione di indagine sul Centro di Careggi, che cura la disforia di genere, è in corso e non esistono ancora risultati, nemmeno parziali.
Sebbene io tema di avvertire, già da lontano, l’odore del sapone, ovvero della bolla di sapone a cui tutta codesta ispezione si ridurrà, tuttavia è stato importante trattare l’argomento. Qualsiasi siano state le motivazioni profane che lo hanno portato alla ribalta, è stato provvidenziale farlo conoscere alla pubblica opinione e stimolare il dibattito. I protagonisti assoluti di queste vicende sono i genitori e sono proprio loro i primi a non sapere e a non capire. E’ stato utile lanciare loro questa provocazione.
E’ assai meglio controbattere, anche litigare su un tema, piuttosto che ignorarlo.

Signa, 09.02.2024

Stefania Celenza

3 commenti su “STEFANIA CELENZA: “Cosa succede all’ospedale di Careggi di Firenze?”

  1. E’ aberrante leggere di quella che si potrebbe ormai chiamare una “prassi”: sono danni permanenti al fisico di un bambino/adolescente che diventerà dipendente dai farmaci e che imparerà che non servirà affrontare e capire i problemi perchè ci sarà un farmaco che lo farà per lui. Avremo una generazione di persone non in grado di prendere decisioni se non facendosele dare da qualcun altro. Ciò che è ancora più destabilizzante è che sono i genitori in primis a condannare i loro figli a questa non vita. Fintanto che non ci sarà un risveglio delle coscienze le premesse per un futuro diverso sono veramente al lumicino.

  2. Il tuo articolo Stefania mette ancora una volta in luce la fragilità dei minori e delle loro famiglie. Come dici tu è molto importante suscitare e sollecitare il dibattito su questi temi così delicati. impressionante l’aumento di pazienti che hanno fatto l’accesso all’ospedale Careggi, 60 nel 2022 e 150 nel 2023!!!!
    Grazie Stefania!

  3. Grazie Stefania per aver fatto chiarezza su un argomento molto delicato! Sarebbe molto opportuno che le persone ne venissero a conoscenza ma ho paura che tutto sarà insabbiato, purtroppo. E i giovani saranno quelli che ne pagheranno le conseguenze più disastrose !!!

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